MATTIA BERNARDO BAGNOLIi, La Stampa 2/9/2008, pagina 15, 2 settembre 2008
Il mondo diviso a metà: campo libero alle truppe del Terzo Reich in Europa in cambio dell’inviolabilità dei possedimenti coloniali dell’Impero britannico
Il mondo diviso a metà: campo libero alle truppe del Terzo Reich in Europa in cambio dell’inviolabilità dei possedimenti coloniali dell’Impero britannico. E’ l’accordo tentato in extremis da James Lonsdales-Bryans - simpatizzante fascista britannico e diplomatico fai-da-te - a pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale per salvaguardare gli interessi della corona. Il tutto con il benestare dell’allora ministro degli Esteri, Lord Halifax. E’ il sorprendente scenario descritto da alcuni faldoni emersi dagli Archivi di Stato britannici grazie al Freedom of Information Act, la legge che garantisce l’accesso ai documenti ministeriali un tempo dichiarati top-secret. Una storia che sembra riscrivere la Storia con la esse maiuscola. Finita, ovviamente, sulle prime pagine dei quotidiani britannici. Al centro dell’intricatissimo plot c’è anche Ulrich von Hassell, l’ambasciatore tedesco a Roma giustiziato dopo un fallito attentato ai danni di Hitler. James Lonsdales-Bryans, infatti, si recò nella capitale italiana per discutere l’accordo proprio con Von Hassel, ritenuto un possibile «simpatizzante» della causa britannica. Ottenendo il pieno supporto di Lord Halifax. «Il permesso rilasciato / l’8 gennaio ha ricevuto il via libera di Mr CGS Stevenson, segretario particolare di Lord Halifax, che ha personalmente telefonato al Segretario di Stato chiedendo che fosse garantito a Mr Bryans ogni tipo di facilitazioni», recita una nota emessa dall’Ufficio Passaporti e datata 9 gennaio 1940. I due si erano incontrati già il 25 agosto del 1939. E da un memorandum riservato a uso interno del ministero dell’Informazione britannico si evince che Lord Halifax chiese a Bryans di «viaggiare in Europa per stabilire contatti con quei gruppi nemici che si oppongono a Hitler». Qui, però, la faccenda si complica. Perché, inizialmente, l’intenzione di Bryans era un golpe anti-nazista in Germania. Poi, il cambio di strategia. Ben evidenziato da un rapporto dei servizi segreti britannici: «Si è recato in Italia con il benestare del ministero degli Esteri per sviluppare i suoi contatti. Poi ha oltrepassato i limiti del suo incarico». E ancora. «E’ un uomo che ha delle idee originali su come firmare una pace con Hitler. Crede che il mondo dovrebbe essere diviso in sfere d’influenza tedesca e britannica: ai tedeschi bisognerebbe più o meno riconoscere campo libero in Europa». Per ottenere un tale risultato, però, Bryans avrebbe dovuto recarsi in Germania e discutere i termini dell’accordo con le alte sfere del regime nazista. Cosa che in effetti cercò di fare. «Non c’è dubbio - dicono le carte dei servizi segreti britannici - che Bryans, con o senza l’autorizzazione di Lord Halifax, ha cercato di recarsi in Germania per mettersi in contatto con il ministro degli Esteri Ribbentrop o, se possibile, con Hitler in persona». Scheggia impazzita, dunque, o diplomatico dotato di un potere senza limiti? Difficile a dirsi. Di certo c’è che l’invasione della Francia da parte delle truppe tedesche mutò radicalmente il clima politico britannico: Winston Churchill sostituì Neville Chamberlain a Downing Street, le suggestioni collaborazioniste ricevettero un forte stop e Lord Halifax venne mandato ambasciatore a Washington. Al Foreign Office fu subito chiaro che il legame con Bryans poteva significare un grosso smacco per la reputazione del governo in carica. Si pensò addirittura di sbatterlo in galera. Ipotesi subito scartata per paura che quel legame divenisse di dominio pubblico. «Benché possa sembrare cosa buona e giusta metterlo dietro le sbarre - dice un funzionario del Foreign Office - mi sembra di capire che questa opzione porterebbe alla luce i suoi trascorsi con il ministero». E uno 007 dell’MI5 in una nota del marzo 1944: «La storia di Bryans diventerebbe un pezzo sensazionale per il ”Daily Mirror”». Sensazionale sarebbe stata anche la notizia che le spie britanniche volevano utilizzare i piccioni viaggiatori nella preparazione del D-Day, mandandoli oltre le linee nemiche per diffondere informazioni false e fuorvianti sulla dislocazione delle truppe nello sbarco in Normandia. MATTIA BERNARDO BAGNOLI