Gianluca Nicoletti, La Stampa 2/9/2008, pagina 11, 2 settembre 2008
La Stampa, martedì 2 settembre 2008 Alla festa del Pd a Milano verrà puntato il dito contro la categoria degli idraulici
La Stampa, martedì 2 settembre 2008 Alla festa del Pd a Milano verrà puntato il dito contro la categoria degli idraulici. Il primo passo verso la deporchettizazione dell’evento sarà infatti la ridefinizione della lotta di classe contro l’idraulico capitalista. Non è però l’operaio a vedere in quel bieco sturatore di lavandini il suo nuovo nemico, ci mancherebbe… Questo pensiero sta tormentando quei giovani di belle speranze che hanno studiato per svolgere professioni intellettualmente creative. Sono aspiranti attori, letterati, artisti e intellettuali che cominciano a sentirsi addosso i panni dei paria della società del benessere. Guardandosi intorno sono quindi restati annichiliti dall’imponente tracotanza del potere stagnaro. Presa coscienza dell’arroganza tubista, hanno così iniziato la pubblica denuncia dello sfruttamento fontaniere. «Esistere! Esistere! Esistere! (ma perché non ho fatto l’idraulico?)» è il corto che sarà presentato giovedì sera alle 21 alla kermesse milanese, opera prima di Cristina Sivieri Tagliabue, commissionata da Classe Creativa, la branca del Pd che si occupa di produzione culturale giovanile. «Perché i mestieri più belli fanno guadagnar poco? - si chiede l’autrice - Non è possibile che gli idraulici, secondo una stima del Sole24 Ore, abbiano un reddito medio dichiarato annuo di soli 10 mila euro». Così in una serie di interviste alcuni giovani precari creativi arriverebbero a un’amara conclusione: quello che loro riescono a racimolare in un anno, il perfido idraulico è capace di metterlo in tasca in un solo giorno, magari pure al nero. «La creatività è un muscolo…», dice un aspirante attore nella paura di atrofizzazione per discontinuità d’esercizio. «L’arte si respira, ma non si vive con l’arte…», replica sconsolato un pittore. Come pure la ballerina del Burkina Faso che non trova chi l’apprezzi. Solo un ragazzo di belle speranze almeno è felice perché è entrato in un giro di telepromozioni, ma è chiaro che si è venduto al nemico. Cosa c’entra in questo l’idraulico? Semplice, è ignorante e ricco; loro invece, che sono tanto creativi, fanno la fame e sono costretti ad appoggiarsi ancora alla famiglia. La domanda chiave se la pone il critico d’arte Ivan Coroni: «Un paese senza musicisti, pensatori e scrittori, artisti di livello internazionale è un paese del terzo mondo, ma visto quello che guadagnano, se rinasco faccio l’idraulico». Consapevole che la banca non gli avrebbe mai concesso un mutuo per la sua professione, c’è riuscito solo aggiungendo alla sua la precarietà della moglie insegnante, quindi comincia a pensare che se avesse imparato ad aggiustare tubature, invece che valutare pittori, forse per lui sarebbe stato tutto più facile. Come tutte le crociate che si rispettino, anche quella bandita contro l’idraulico nasce da una profezia. La visione apocalittica del futuro della classe creativa del Pd è apparsa allo scrittore Aldo Nove. Nel corso del video la ricorda sotto forma di poesia: «Ho sognato un gruppo di intellettuali disoccupati stazionare sotto la finestra di un idraulico. Aspettavano che questi gettasse loro gli avanzi del suo pasto a base di Sushi». Nel suo sogno divinatorio Aldo Nove vede l’idraulico vestito dei simboli del suo dispotismo, ma ricorda un po’ pure quei vecchi manifesti di propaganda, dove appariva il capitalista grassatore del popolo: «Con la pelliccia di visone, le unghie laccate, il Suv parcheggiato fuori casa». Il nuovo capitalismo del tubo vedrà dunque la società dei gabinetti dorati, l’idraulico trasuderà ricchezza e i poveri creativi diseredati dovranno miseramente accontentarsi delle sue briciole. Gianluca Nicoletti