Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 29/8/2008, pagina 5, 29 agosto 2008
Italia Oggi, venerdì 29 agosto Stava per scoppiare un’altra bomba. A innescarla è stata Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate e che fa capo al comune e alla provincia di Milano
Italia Oggi, venerdì 29 agosto Stava per scoppiare un’altra bomba. A innescarla è stata Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate e che fa capo al comune e alla provincia di Milano. Spalleggiata dalla Lega, la Sea ha fino all’ultimo minacciato di mandare a carte quarantotto il decreto varato dal governo sull’affaire Alitalia. Il tutto mediante l’impugnazione del provvedimento. Ma l’ordigno, almeno per il momento, è stato disinnescato. Come? Venendo incontro ad alcune richieste avanzate dalla società guidata da Giuseppe Bonomi. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il governo si sarebbe già detto disponibile ad accordare alla società la proroga della concessione sullo scalo di Malpensa. Attualmente la scadenza del rapporto è fissata al 2041, ma si andrebbe spediti verso un allungamento del termine al 2051. Altri 10 anni, in sostanza, che il governo sarebbe disposto a concedere alla società. In soldoni, parliamo di una proroga che potrebbe valere fino a 150 milioni di euro. Un po’ più complicato, invece, sembra il raggiungimento dell’accordo su un’altra richiesta di Bonomi, ovvero la liberalizzazione delle rotte abbandonate da Alitalia, in particolare quelle verso gli Stati Uniti. Insomma, il pericolo è in buona parte rientrato, ma la trattativa non è del tutto blindata. Sul punto, ieri, la Lega ha usato toni concilianti. Il ministro per le riforme, Umberto Bossi, il collega alla semplificazione, Roberto Calderoli, e il capogruppo del Carroccio alla camera, Roberto Cota, seppur con sfumature diverse, hanno espresso un giudizio positivo sul decreto legge sfornato dal consiglio dei ministri. Ma dalle dichiarazioni traspariva nettamente una sensazione di pericolo scampato, almeno per il momento. La Sea, del resto, potrebbe avere interesse a bloccare il decreto del governo, soprattutto nel punto in cui permette la cessione degli asset ancora profittevoli di Alitalia da parte del commissario straordinario. E certo la società che fa capo al comune e alla provincia di Milano (per il tramite della holding Asam), non è solita mostrare timori reverenziali quando si tratta di difendere i propri interessi. ancora in corso, tanto per fare un esempio eclatante, il contenzioso da 1,25 miliardi di euro con la compagnia di bandiera per il ridimensionamento di Malpensa. Un atto dovuto, come lo ha sempre definito Bonomi, per tutelare le attese dei soci. Per non parlare dello scorso luglio, quando lo stesso numero uno di Sea ha presentato un piano industriale che metteva in preventivo performance migliori nel caso in cui fosse possibile trovare un hub carrier al posto di Alitalia. E qui le strizzate d’occhio a Lufthansa, con cui peraltro Sea vanta già un accordo strategico, non sono mai mancate. In caso contrario, ha spiegato Bonomi poco più di un mese fa, dovrebbe scattare l’opzione B, ovvero una riconfigurazione di Malpensa come aeroporto con una rete di collegamenti point to point a breve e medio raggio. In ogni caso, nonostante la disponibilità del governo, in particolare per quanto riguarda l’allungamento della concessione, non è scontato che tutto possa finire bene. Lo stesso Calderoli, del resto, ieri ha precisato che una delle conseguenze del decreto sarà la riapertura del tavolo con Sea sulla sorte di Malpensa. in quella sede che saranno verosimilmente perfezionate le intese che adesso si trovano in una fase embrionale. A stare ai toni piuttosto pacati della Lega, però, sembra che il momento sia troppo delicato, dopo mesi di aspre polemiche, per aprire un altro fronte tra governo e Alitalia da una parte, e Sea dall’altra. Stefano Sansonetti