Marco Castelnuovo, La Stampa 29/8/2008, pagina 11, 29 agosto 2008
La Stampa, venerdì 29 agosto Ci sono due cose che non dovete assolutamente toccargli: la 124 spider rossa che usa anche per portare in giro i tre figli, e suo padre, Antonio Di Pietro di cui cerca, passo dopo passo, di ripercorrerne le gesta
La Stampa, venerdì 29 agosto Ci sono due cose che non dovete assolutamente toccargli: la 124 spider rossa che usa anche per portare in giro i tre figli, e suo padre, Antonio Di Pietro di cui cerca, passo dopo passo, di ripercorrerne le gesta. Certo Cristiano, il figlio trentaquattrenne del leader dell’Italia dei Valori Tonino, salta qualche passaggio: da poliziotto è diventato politico senza passare dalla magistratura. Ma poi, da consigliere comunale di Montenero di Bisaccia e contemporaneamente consigliere provinciale di Campobasso ripete, in piccolo, le mosse del suo padre-padrino-eroe. Diventò famoso quando strappò al ministro delle infrastrutture del governo Prodi (le cui iniziali erano A.D.P.) la promessa di costruire un parco eolico sulla costa molisana. La «difficilissima» trattativa con il padre gli valse sul campo le stellette di uomo forte del partito in Molise. Ora che con il Pd son più dolori che gioie, Cristiano è partito all’attacco: a luglio in comune a Montenero, ha tolto la fiducia al sindaco del Pd, Giuseppe D’Ascenzo, garantendo però un appoggio esterno. Ad agosto ha risolto - per ora - la crisi nella giunta provinciale dopo un consulto «con i vertici nazionali del partito»: ha imbarcato due esponenti dell’Udc e ribadito la fiducia al presidente D’Ascanio che buona parte del suo partito, il Pd, voleva fare cadere. In cambio, il dipietrista e cittadino di Montenero Michele Borgia è diventato assessore. Tutto questo bypassando il livello regionale del partito. Il coordinatore del Molise, nonchè senatore dell’Italia dei Valori, Giuseppe Astore ha cercato di mettersi di traverso. Con il risultato che ha perso la poltrona e che a settembre cercherà di passare con il Pd. Astore non se la prende: «Posso accettare i divieti da Tonino, non da suo figlio...». Risposta piccata di Cristiano: «Chi detta linee politiche diverse da quella indicata dai vertici nazionali del partito parla a titolo personale». Insomma, Cristiano è il custode dell’ortodossia dipietresca nel feudo molisano. La «longa manus» di Tonino. Vive a Montenero, ma non nell’ormai mitica masseria, che frequenta solo quando il padre è in vacanza. Preferisce un appartamento in paese, 170 metri quadrati che gli ha venduto, manco a dirlo, papà. Si è sposato con Lara, che di cognome fa Di Pietro pure da signorina, e hanno tre figli gemelli: Antonio, Matteo e Chiara. Gira con una vecchia Vespa 150, o con l’amata spider. Lo definiscono alla mano e ambizioso al tempo stesso: meno irruento e crudo nelle espressioni rispetto all’ex ministro, ma al medesimo modo furbo e scaltro. data per certa la sua candidatura alle prossime regionali anche se in molti lo vedono già a Roma, braccio destro del padre anche a livello nazionale. La politica è entrata in famiglia e difficilmente ne uscirà più. Da bravi contadini, i Di Pietro conoscono l’importanza delle cose. C’è un detto, a Montenero, che recita così: « maje n’ann da sindacat ch dic de ”bbon annat» («Meglio un anno da sindaco che dieci di buona annata»). Per Tonino e Cristiano è andata proprio così. Marco Castelnuovo