Enrico Arosio, L’espresso 4/9/2008, pagina 148, 4 settembre 2008
Ginevra Elkann L’espresso, giovedì 4 settembre Quando ci sono tre figli, nelle famiglie altoborghesi, e questa lo è come altre, il tracciato previsto, tra aspettative e vocazioni, è ricorrente: il primogenito incarna il principio del dovere, il secondo il piacere, l’ultimo l’opportunità
Ginevra Elkann L’espresso, giovedì 4 settembre Quando ci sono tre figli, nelle famiglie altoborghesi, e questa lo è come altre, il tracciato previsto, tra aspettative e vocazioni, è ricorrente: il primogenito incarna il principio del dovere, il secondo il piacere, l’ultimo l’opportunità. Vale anche per gli ormai ex ragazzi Elkann, figli di Margherita Agnelli e dello scrittore Alain Elkann, e nipoti dell’Avvocato: nell’ordine John, Lapo e Ginevra. E Ginevra, 28 anni, non pare smentire il percorso idealtipico, all’incrocio tra il calcolo economico, la libertà di scelte e quel tasso di non detto e di ’taken for granted’ (dato per scontato) che rappresenta il vantaggio competitivo dell’esser nati in una famiglia agiata, colta e internazionale. Ginevra Elkann fa parlar di sé. Anzitutto, e la cosa non è ancora molto nota, perché dei fratelli è la prima ad aver riallacciato i rapporti con la madre Margherita, assai deteriorati dopo le sue aspre contestazioni alla gestione dell’asse ereditario del nonno Gianni delineata dai due fiduciari di famiglia, l’ex presidente dell’Ifil Gianluigi Gabetti (prima di lasciare a John Elkann) e il legale Vittorio Chiusano. presto per prevedere l’esito, ma Ginevra è descritta, nella cerchia dei parenti, come la tessitrice cui è affidato il "ruolo diplomatico" in una vicenda non rara nel passaggio tra grandi fortune industriali (i Getty, i Thyssen, gli Opel, gli Onassis...) ma non per questo piacevole. Ginevra ha acquisito una partecipazione, definita "simbolica" e "affettiva" (l’1 per cento, si è scritto, ma non vi è conferma) nella mini holding del fratello Lapo, il creativo, l’uomo della moda, del branding, del marketing. Lei non commenta (è in vacanza fuori Europa). certo che continuerà il rapporto di consulenza sull’immagine del marchio del fratello, Italia Independent, con il direttore artistico Renato Montagner; ma non assumerà ruoli gestionali né prevede di incrementare la sua quota societaria. Anche perché Ginevra, bel sorriso, folti capelli bruni, grandi occhi color marron glacé, ha sì familiarità col denaro: è socia, con John (il gestore) e Lapo, nella Dicembre, che ha il 33 per cento dell’accomandita Giovanni Agnelli & C. Ma mentre John studia come accorciare la catena di controllo, la sorella, più che alla finanza, s’interessa al cinema e all’arte. Già aiutante sul set di Bernardo Bertolucci e Anthony Minghella, ha girato qualche corto e sta scrivendo un giallo. La novità è il suo primo ruolo di coproduttrice di un lungometraggio, attraverso la Caspian Film. Titolo di lavoro ’From Here’, regista Babak Jalali, è stato girato lo scorso inverno nel nord dell’Iran, intreccia cinque storie reali in una docu-fiction esistenziale (niente politica) e sarà pronto nel 2009. Secondo: Ginevra, vicepresidente della Pinacoteca Agnelli, intensifica il suo lavoro al Lingotto. Direttrice è Marcella Pralormo, ma è lei a fare scouting e tessere relazioni per le mostre dedicate ai grandi collezionisti. Dopo il design del tedesco Alex von Wegesack e l’arte africana di Jean ’Johnny’ Pigozzi, il liquidissimo, dandystico franco-italiano figlio del fondatore della Simca, Ginevra ha convinto gli amici zurighesi Bruno e Christina Bischofsberger: dal 28 ottobre il Lingotto esporrà ’Dalla preistoria al futuro’, selezione di opere del riservato mercante elvetico: dalle asce preistoriche al folklore dell’Appenzell, passando per Basquiat, Clemente, Warhol, Hirst, sculture di Fontana, fotografie da Man Ray a Avedon. Sarà una cosa anche mondana, per la trilingue Ginevra dal ricco carnet d’indirizzi, di casa tra Londra e Torino (dopo anni a Parigi e in Brasile). Tra le amiche del cuore ha Cocò Brandolini d’Adda, vera socialite newyorkese. Nella moda ama Alberta Ferretti e Dries van Noten. C’è chi la trova snob, caratteriale. nel consiglio del Castello di Rivoli, nell’advisory board di Christie’s, nel comitato acquisizioni della Fondation Cartier di Parigi. Tutto si può dire, non che s’annoia. Enrico Arosio