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 2008  agosto 28 Giovedì calendario

Per colpire una mosca bisogna giocare d’anticipo: non si deve mirare all’insetto, ma puntare un po’ più in là, così da anticipare la sua prossima mossa verso la via di fuga

Per colpire una mosca bisogna giocare d’anticipo: non si deve mirare all’insetto, ma puntare un po’ più in là, così da anticipare la sua prossima mossa verso la via di fuga. La strategia perfetta per il "cacciatore di mosche" è stata elaborata dal gruppo di bioingegneri del California Institute of Technology guidato da Michael Dickinson, il cui studio è stato pubblicato dalla rivista Current Biology. I ricercatori sono riusciti a svelare i segreti del volo delle mosche grazie a sofisticate apparecchiature capaci di catturare velocemente immagini digitali ad alta risoluzione dell’insetto minacciato da un mega acchiappa-mosche di 14 centimetri di diametro. Hanno così osservato che, nel giro di 100 millisecondi, la mosca riesce a individuare la minacciosa paletta (anche se si trova alle sue spalle, visto che il suo campo visivo raggiunge quasi i 360 gradi), prendere coscienza della sua postura e muovere di conseguenza le zampe mediane in modo da volare nella direzione opposta. «Questo significa che prima di spiccare il volo - spiega Dickinson - la mosca deve integrare le informazioni visive sulla direzione da cui proviene il pericolo con quelle raccolte dai sensori delle zampe, che indicano come muoversi per posizionarsi correttamente prima del volo. Si tratta di un sofisticato processo che trasforma informazioni sensoriali in motorie - conclude - e il nostro prossimo obiettivo è quello di capire in quale parte del cervello questo accada».