Aristide Malnati, Avvenire 28/8/2008, 28 agosto 2008
Archeologi egiziani guidati da Tarek El Naggar hanno trovato i resti di un antico e rudimentale centro di produzione vinicola nei pressi del monastero di Santa Caterina, nel cuore del Sinai, in Egitto
Archeologi egiziani guidati da Tarek El Naggar hanno trovato i resti di un antico e rudimentale centro di produzione vinicola nei pressi del monastero di Santa Caterina, nel cuore del Sinai, in Egitto. La struttura risale al IV secolo (sul luogo c’erano monete con l’effigie dell’imperatore Valente, 364-378) ed è ben conservata, con ambienti in mattoni per la pigiatura e la fermentazione delle uve e svariate giare e anfore. La piccola fabbrica di vino, precedente alla costruzione del vicino monastero greco-ortodosso di Santa Caterina (avvenuta sotto Giustiniano, sul trono di Bisanzio dal 527 al 565), ha poi raggiunto l’apice della propria attività una volta sorto il monastero, fin da subito visitato annualmente da migliaia di pellegrini; per poi declinare all’inizio della conquista islamica (VII secolo). La presenza di monete coniate in zecche distribuite in tutto l’Impero Romano d’Oriente fa pensare a una ricca attività commerciale con zone anche molto lontane. Inoltre il ritrovamento di iscrizioni in chiese della Palestina, della Licia e della Caria confermano che il vino prodotto in questa fabbrica era usato per le funzioni religiose e si tratta probabilmente del vin santo destinato alla celebrazione dell’Eucaristia nelle comunità cristiane della chiesa orientale.