Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  agosto 28 Giovedì calendario

Corriere della Sera, giovedì 28 agosto 2008 Genova. A Vico dei Fornari si sta come in tangenziale nell’ora di punta

Corriere della Sera, giovedì 28 agosto 2008 Genova. A Vico dei Fornari si sta come in tangenziale nell’ora di punta. Nel suo tratto più largo la strada misura un metro e sessanta, ma è interamente occupata da due signore che litigano fronteggiandosi con aria minacciosa, entrambe sedute su sedie di vimini che occupano l’intera carreggiata. Una è sudamericana e giovanissima, si chiama Evelin, sostiene di avere 18 anni ma proprio non li dimostra. L’altra è un donnone italiano, sulla settantina, e pare di capire che la lite e l’ingorgo sono stati generati da un apprezzamento sulla sua età fatto da un cliente della ragazza. Scene di vita quotidiana nei carrugi di Genova, mentre qualche metro più in là, nelle arterie più grandi del centro storico, i turisti sciamano verso il Porto antico e la bolla di Renzo Piano. In questo dedalo, le prostitute fanno parte dell’arredo, sono sempre state una costante del panorama urbano. Ma i tempi cambiano, e con loro anche chi pratica questo mestiere. Messi insieme, Vico delle Mele, e dei Fornari, e le altre strade, formano una Amsterdam di serie Z, la parodia triste di un quartiere a luci rosse. In Comune mostrano pile di mail e lettere, tutte firmate. La delibera di ieri che di fatto vieta l’esercizio del mestiere nei bassi, i locali a piano strada nei vicoli, discende direttamente dalle lamentele dei cittadini. A leggerlo, il provvedimento è abbastanza minimale, diretto più ai proprietari genovesi degli immobili che alle prostitute. Prevede che i bassi, in origine adibiti a magazzino o a esercizio commerciale, tornino a svolgere quelle funzioni, ospitando solo attività regolabili con partita Iva e visibili attraverso apposita vetrina. Per chi non ci sta, sgombero, denuncia penale e sequestro preventivo. Sui 2.500 bassi censiti in città, sono soltanto quaranta quelli che risultano affittati a prostitute, peraltro a caro prezzo per i valori immobiliari della zona. Il cambiamento, annunciato da un anno almeno, è tutt’altro che epocale, visto che la stragrande maggioranza delle lucciole del centro storico esercitano in appartamenti privati. Ma ha comunque provocato un corto circuito nella politica cittadina. Rifondazione, ad ampia maggioranza ferreriana, non aspettava altro. «Noi contestiamo questo modo di operare, che scarica tutto sui più deboli – dice il consigliere regionale Marco Nesci ”. La maggioranza ha bisogno di punti di intesa comuni. Se non ci sono, ce ne andiamo ». Genova e la Liguria assomigliano molto ad una palestra per la nuova Rifondazione. Sia nel capoluogo che in regione, i voti dei comunisti sono fondamentali per mandare avanti le rispettive giunte. Marta Vincenzi è circondata, in senso morale e fisico. La zona più degradata, quella dove si concentrano i bassi trasformati in camera da letto, è intorno a Palazzo Tursi, sede del Comune. «A me sembra che questa città abbia ben altri problemi che quello delle lucciole» dice. «So bene che la prostituzione non può essere sconfitta, ma non mi arrendo al degrado. Non voglio quartieri a luce rossa, non li accetto. All’interno del centro storico ci sono zone non ancora risanate, dove le famiglie normali non vanno ad abitare e i commercianti se ne vanno. Stiamo solo cercando di recuperarle, di restituirle alla città». «Vieni bello, vuoi fare l’amore? ». Anche oggi. Anche nel giorno in cui ha presentato la sua delibera. Evidentemente non riconosciuto, l’integerrimo assessore alla Sicurezza Francesco Scidone, dipietrista e cattolico, viene avvicinato mentre torna a casa dalle ragazze sudamericane, a venti metri da Palazzo Tursi. «No, grazie, signorina». In questa storia, a lui, ex cancelliere di Tribunale passato alla politica, tocca la parte del cattivo, sulla scia del Graziano Cioni «sceriffo » di Firenze. «Io so che la maggioranza silenziosa approva quel che stiamo facendo. E mi permetto di dire che non è certo un provvedimento muscolare. Puro buon senso, a mio giudizio. Ma capisco che in politica tutto possa apparire diverso».  probabile che si tratti di un temporale di fine estate, i bassi sono poco più che un pretesto. Anche i comitati cittadini, che in centro storico sono una legione, tacciono. una questione politica, punto. Marta Vincenzi ha però l’aria imbronciata quando prefigura scenari per l’autunno. «Certo, il problema delle nostre alleanze sarà da valutare con estrema attenzione». Il tentativo di scrivere un articolo sul centro storico di Genova senza citare Bocca di Rosa e Via del Campo finisce miseramente davanti alla lettera firmata «un gruppo di cittadini» che in nome di Fabrizio De Andrè chiede al Comune di impegnarsi per impedire «la rimozione» delle lucciole, come se fossero un monumento. Ma ieri Vico Mele e le altre strade «dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi», con i materassi sporchi che vengono cambiati a ogni fine turno, gli assorbenti che galleggiano nei rivoli lungo il muro, e soprattutto le ragazze più giovani, esangui e con le braccia martoriate, erano davvero a prova di qualunque rappresentazione poetica. Marco Imarisio