Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  agosto 28 Giovedì calendario

ZIBRI

ZIBRI (Piergiorgio Zambrini) Roma 2 settembre 1970. Hacker. Ha creato un software, scaricato gratuitamente da milioni di persone, in grado di sbloccare in 4 minuti l’iPhone della Apple, telefonino-iPod definito dal settimanale americano Time l’oggetto tecnologico dell’anno: in teoria utilizzabile solo con alcuni operatori (At&t in America, O2 in Gran Bretagna, T-Mobile in Germania e Orange in Francia) con cui Steve Jobs ha stretto un lucroso accordo commerciale, grazie a lui è diventato utilizzabile con la carta sim di altri operatori. «[...] è un patito di Daniele Silvestri. ”La sua canzone Testardo mi descrive in pieno” si vanta Zibri. ”Sono testardo, ho la capoccia dura e per natura non abbasso mai lo sguardo, non mi ferma niente e vado sempre avanti fino al traguardo”. Ha una vaga somiglianza con lo juventino Mauro Germán Camoranesi, ma non è appassionato di calcio. Parla a voce bassa, ma le parole escono a una velocità doppia del normale. Gli occhi brillano quando gli si chiede perché abbia violato la protezione dell’iPhone: ”Me lo sono comprato in America e volevo utilizzarlo in Italia. L’ho presa come sfida e il fatto che fosse bloccato mi ha spinto a fare un po’ di ”reverse engineering’”. Significa? ” come quando assaggi un dolce e vuoi scoprire quali sono gli ingredienti che sono stati utilizzati”. E quanto è durata questa fase di assaggio? ”Tre mesi, lavorando giorno e notte. Era diventata una questione personale. Fino a che sono riuscito a estrarre da un microchip dell’iPhone la chiave per poterlo craccare”. La scoperta ha permesso a Zibri non solo di aggirare il ”sim lock”, ossia il blocco della sim card, ma anche di aprire l’iPhone a migliaia di personalizzazioni. ”L’iPhone, di serie, viene venduto con 13 piccole applicazioni” racconta Zibri ”che permettono di andare su YouTube, Google maps, inviare sms, email, scattare foto... Programmi belli e utili, per carità. Ma solo quelli e niente altro. Su un iPhone sbloccato, invece, ci si può installare quello che si vuole”. Esempi? ”Sembra strano, ma gli iPhone non possono inviare mms, ossia messaggini con foto e musica. Con Swirly mms, un programmino gratuito scaricabile dal web, ora invece si può. E di applicazioni così se ne possono trovare migliaia. Ce n’è addirittura una che trasforma l’iPhone in un pianoforte o in una chitarra. Per questo ho deciso di sproteggere l’iPhone. Perché lo volevo rendere libero”. Detto così sembra facile, ma l’impresa di Zibri stupisce quando si scopre il suo curriculum scolastico. ”Ho fatto il liceo classico e ho preso solo 37 alla maturità” racconta di sé Zibri, un self-made-man informatico che è cresciuto a pane e computer. ”La mia vita un po’ assomiglia, con diversa fortuna, a quella di Steve Jobs: anche lui, come me, è stato adottato in fasce; anche lui non si è laureato”. A proposito di Steve Jobs: ma non ha avuto guai dalla Apple? ”Assolutamente no. Non mi ha chiamato nessuno, né tantomeno qualche avvocato. Comunque non ho fatto nulla di illegale [...] Il mio software è gratuito e open source [...] Il codice è disponibile e aperto a tutti coloro che lo volessero migliorare. E poi cosa mi potrebbero dire alla Apple? Di iPhone ne hanno venduti 4,7 milioni. Il mio software lo hanno scaricato in 4,2 milioni di persone. La stragrande maggioranza di quanti hanno comprato un iPhone, quindi, deve avermi dato ragione. Tutti vogliono un cellulare aperto e libero da vincoli”. A difendere Zibri, secondo il settimanale Business Week, c’è un cavillo legale. Il Digital millennium copyright act è una legge degli Stati Uniti che rende illegali la produzione e la divulgazione di tecnologie che violano apparecchi coperti da copyright. Legge che inchioderebbe Zibri, se non fosse per un’unica eccezione: ”C’è un’esenzione per lo sblocco dei cellulari” sostiene Zibri ”in quanto ritenuta una manovra commerciale a danno degli utenti”. La legge è stata approvata l’8 ottobre 1998, quando Bill Clinton era presidente. A 3 anni di distanza (il 22 maggio 2001) l’Unione Europea ha approvato una norma sul copyright simile a quella americana. I fanatici della Mela non sopportano limitazioni. Chi usa un Mac spesso si sente diverso da quanti possiedono altri computer. Un atteggiamento frutto della cultura hippy californiana che ha fatto la fortuna della Apple e che, solo negli utlimi anni, sembra essere cambiata. [...] Che sensazione si prova a essere diventato famoso? ”Ci si sente come un alpinista che scala una montagna. Sei solo sulla cima e giù c’è il resto del mondo”. [...] Verrebbe da chiedersi che lavoro possa fare uno come Zibri, visto che di ideali non si può campare. ”Sono un esperto di sicurezza informatica e un sistemista, ho lavorato per aziende come consulente”. L’elenco dei suoi datori di lavoro non lo vuole rivelare, butta là di essere nipote di un famoso compositore di canzoni e colonne sonore e di avere un padre che ha lavorato come ingegnere nucleare. ”Da ragazzo, invece di andare al luna park, passavo ore nel Centro ricerche energia Enea della Casaccia a Roma. Posto per cui, qualche anno dopo, ho anche lavorato”» (Guido Castellano, ”Panorama” 24/4/2008).