Federico Rampini, la Repubblica 28/8/2008, pagina 13, 28 agosto 2008
la Repubblica, giovedì 28 agosto 2008 La caccia ai cristiani nello Stato dell´Orissa è l´ultimo episodio di una preoccupante escalation di tensioni in India
la Repubblica, giovedì 28 agosto 2008 La caccia ai cristiani nello Stato dell´Orissa è l´ultimo episodio di una preoccupante escalation di tensioni in India. Il 2008 è stato un anno tragico, per la confluenza di attacchi che hanno cercato di gettare nel caos la più grande democrazia del mondo. Una catena di attentati terroristici di matrice islamica ha colpito zone un tempo sicure: Jaipur, la "città rosa" del Rajasthan e una delle mete turistiche più popolari; Bangalore e Hyderabad, le due capitali della Silicon Valley indiana. Su un altro fronte la guerriglia maoista dei naxaliti invade ampie regioni dell´India povera e tribale. E in parallelo cresce la conflittualità sociale. Divampa una massiccia rivolta contadina contro la fabbrica della Tata Nano («l´utilitaria dei poveri» che doveva uscire entro poche settimane, in vendita a 2.500 dollari); forse costringerà il gruppo Tata a rivedere i suoi piani trasferendo la fabbrica in uno Stato diverso dal Bengala. L´elemento comune che unisce fenomeni così diversi è l´accumularsi di piccoli e grandi traumi della modernizzazione economica, che mettono in crisi l´identità di molti indiani. Alcuni cercano rifugio nel ritorno a forme integraliste e fanatiche dell´induismo. Nella classe politica c´è chi soffia sul fuoco perché si avvicinano le elezioni federali della primavera 2009 che potrebbero segnare un cambiamento di maggioranza. Alcune forme di violenza sono endemiche e hanno radici storiche antiche. Una delle organizzazioni più pericolose del nazionalismo indù è la Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), nata negli anni Venti con una chiara impronta fascista: uno dei suoi seguaci assassinò Gandhi nel 1948. Da una costola della Rss è nato il più grosso partito nazionalista oggi presente sulla scena politica, il Bjp che ha governato il paese all´inizio del XXI secolo. Il nocciolo duro della sua constituency è la casta dei bramini, la più eccitabile davanti alle sirene della propaganda di un induismo reazionario. Nell´ondata di violenza che sconvolse lo Stato del Gujarat nel 2002 - l´attentato di una banda musulmana che bruciò vivi 58 indù nel rogo di un treno, la controreazione che fece duemila morti nei pogrom anti-islamici - in prima fila a saccheggiare gli empori dei mercanti musulmani c´erano borghesi benestanti che caricavano i bagagliai dei loro fuoristrada giapponesi. E nel finanziare questo movimento nazionalista un ruolo decisivo lo hanno avuto i capitali dall´estero, le generose donazioni di bramini emigrati a Londra o in California. A sorpresa, un pezzo di quella diaspora globale che si è integrata magnificamente nelle società hi-tech e multietniche degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, è stata per un certo periodo la quinta colonna del revanscismo induista anti-islamico. E´ questo lo stesso brodo di coltura delle persecuzioni contro la minoranza cristiana. Le fiammate di vendetta indù vengono eccitate dalla spettacolarità delle conversioni di massa orchestrate da alcune sette protestanti, finanziate generosamente dagli Stati Uniti. All´estremo opposto dello spettro ideologico, i maoisti-naxaliti stanno prendendo di mira tutte le attività economiche, incluse le infrastrutture più vitali. Vogliono paralizzare i trasporti e la logistica per rallentare lo sviluppo nazionale. Il movimento guerrigliero naxalita esiste dal 1967. Ha preso il nome dal villaggio di Naxalbari dove nacque, nello Stato del Bengala. I suoi insediamenti storici sono situati in zone di foreste dense e poco popolate. I naxaliti l´anno scorso hanno ucciso 1.400 persone. All´inizio di questa settimana è stato l´assassinio di un guru induista da parte dei naxaliti, a scatenare nello Stato dell´Orissa la controreazione degli integralisti: questi hanno cercato la rivalsa contro i cattolici, un bersaglio più facile e lasciato indifeso dalle forze dell´ordine. Mentre fino a sei anni fa i "santuari" maoisti rappresentavano al massimo il 9% della superficie del paese, oggi i guerriglieri sono in grado di colpire su quasi il 30% del territorio nazionale. Quello che sembrava un movimento estremistico "dormiente", quasi un residuo di epoche lontane, sta invece dimostrando una capacità sorprendente di espandersi e reclutare consensi. Una delle sue forze sta nell´aver sposato una causa dimenticata da quasi tutti gli indiani: la condizione delle minoranze tribali. Si tratta di gruppi etnici aborigeni, in quanto discendono dai primissimi abitanti dell´India. In tutto il paese sono 85 milioni. Federico Rampini