varie, 28 agosto 2008
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Meloni Salvatore
• Ittiri (Sassari) 4 maggio 1943. Politico. Noto come ”Doddore”. «[...] Separatista e leader indipendentista. Sulla schiena e sotto la suola delle scarpe una serie incalcolabile di cicatrici, storie di piccoli e grandi blitz a favore della causa, l’indipendenza della Sardegna. Co-fondatore della cooperativa agricola ”Patria sarda” di Cabras, [...] è uno che non scherza, è uno di quelli che si presentano regolarmente agli appuntamenti. Sempre presente, allora a metà degli Anni Ottanta decidono di fermarlo. Allora succede che inciampa nella tagliola messa lì da un giudice che gliel’ha giurata. E si fa male Meloni. Lo processano, lo riconoscono colpevole, lo disinnescano con l’articolo con cui Papalia qualche tempo fa provò a incastrare Umberto Bossi, lo condannano a nove anni di carcere per cospirazione contro lo Stato. Ma Salvatore Meloni, noto Doddore, non è uno qualsiasi. Il carcere è una prova dura, ma dall’abisso delle sbarre esce più anfetaminico di prima. Forse più di una prova dura il carcere è una schifezza vera. Una volta fuori lui ha molto bisogno di respirare. Dopo aver salutato l’ultima guardia fa un paio di salti per aria, un chilometro a piedi, due chilometri, tre, quattro, perchè quando esce di galera più ti muovi e più è difficile fermarsi. Cerca il mare, lo trova, anzi lo ritrova, è un bel mare ventoso, lo fissa per qualche minuto, si ricarica a pallettoni, come ai bei tempi. Ora Doddore è tutta una compressione di furori e nostalgia. I primi fotogrammi del dopo-isolamento lo ritraggono clamorosamente vivo, intenso, clamorosamente attivo, la galera non l’ha sterilizzato, non l’ha immalinconito, vista da dentro era un intralcio ma vista da fuori è una rampa di lancio. Parola d’ordine di Meloni il separatista: recuperare il tempo perduto. Del resto cos’ha da spartire con la malinconia un anarchico, del resto un indipendentista ha sempre da regolare qualche conto con qualcuno. Per i cospiratori politici un vecchio articolo del Codice Rocco prevedeva la pena capitale. ”La pena di morte l’hanno abolita - diceva lui tempo fa - ma il reato è rimasto”. rimasto, ma solo per lui, e lui c’ha il dente avvelenato, brutto e velenoso come un insetto. E c’ha anche un’altra cosa Meloni, la sensazione netta che la legge non è uguale per tutti. Perchè l’unico condannato della Repubblica, non è uno dei Nar, non sono i grandi corruttori, i mammasantissima mafiosi, i brigatisti rossi, quelli della Rosa dei Venti. L’unico condannato della Repubblica è lui, Salvatore Meloni nato a Ittiri e residente a Terralba. Meloni da almeno vent’anni ha un tarlo in testa, un chiodo, un punto fermo che nell’Oristanese traducono come una grande intuizione. Davanti a Oristano c’è un isolotto, qualcosa in più di un’ottantina di ettari, una visione pazzesca in quanto a bellezza, si chiama Mal di Ventre. Richiamandosi al principio di autodeterminazione dei popoli, sancito dalla Carta di San Francisco, Meloni dice che Mal di Ventre un giorno si chiamerà ”Repubblica indipendente di Malu Ventu”. Attraverso il suo legale, Maria Vitalia Annedda, Meloni sostiene che lui nell’isola, (dal ”72 Mal di Ventre risulta di proprietà della ”Turistica Cabras”, una s.r.l. napoletana), ci ha messo piede la prima volta nel luglio del ”74, e che insieme a un gruppo di compagni indipendentisti nell’isola trascorre gran parte della sua giornata. Meloni dice che Mal di Ventre tornerà al popolo sardo. Per usucapione. E quando lo dice non tradisce nessuna reazione emotiva, perchè l’emozione di Malu Ventu è il mare, e il mare è una metafora di vita, perchè è come Tiscali o Serra Orrios, simbolicamente Male Ventu rappresenta la millenaria resistenza nuragica. Per rafforzare il concetto Meloni ha partecipato il progetto alle Nazioni Unite e ha interessato del caso anche Berlusconi. Per non lasciare nulla al caso, in carta bollata, tempo fa il separatista ha anche richiesto al Comune di Cabras la residenza a Mal di Ventre. [...]» (Elio Pirari, ”La Stampa” 28/8/2008).