Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  agosto 19 Martedì calendario

Il tour operator "Vekol" di Belgrado dal 25 luglio ha lanciato la promozione "Radovan Karadzic Pop Art Tour": quattro ore per ripercorrere la giornata tipo del dottor Dragan Dabic, cioè l’ex presidente serbobosniaco Radovan Karadzic in incognito

Il tour operator "Vekol" di Belgrado dal 25 luglio ha lanciato la promozione "Radovan Karadzic Pop Art Tour": quattro ore per ripercorrere la giornata tipo del dottor Dragan Dabic, cioè l’ex presidente serbobosniaco Radovan Karadzic in incognito. La fondatrice di "Vekol", Tanja Bogdanov, spiega: «Siamo stati obbligati a inventare il tour dalle richieste dei soci stranieri: i nostri clienti, soprattutto inglesi, vogliono vedere i luoghi dove viveva Dragan Dabic, magari con una chiacchiera coi vicini. Lo abbiamo incluso in un tour di 4 giorni belgradese, anche se teniamo di più alla "giornata Tito", o alle passeggiate favorite da Nikola Tesla, nostro grande inventore». Il tour dedicato a Karadzic inizia dalla panetteria dove il dottore faceva la spesa appena sveglio, il "B market": solo pomodori e pane, niente alcool o sigarette. Di fronte, il bar dove la mattina prendeva un frugale «cjai», il tè, con una quiche di patate. Si passa al chiosco dei giornali vicino alla fermata del bus 73, con cui andava alla clinica "Nova Vita". Poi le tappe della serata: Zemun, borghetto sulle rive della Sava inglobato da Novi Beograd per andare alla creperia "Pinokio", dove prendeva crépe ripiena di cioccolato fuso, mirtilli e nocciole (adesso tra i clienti va a ruba la nuova "omelette Karadzic"). Infine le notti al Luda Kuca Bar, covo d’ultranazionalisti, che qui si ritrovano a suonare il Gusle, liuto montenegrino.