Catalogo dei viventi - voce tolta alla morte, 26 agosto 2008
SENSI FRANCO
(Francesco) Roma 29 luglio 1926. Imprenditore. Presidente della Roma (che condusse alla conquista dello scudetto 2001) • Figlio di Silvio, ingegnere, proprietario di centinaia di ettari a Roma, costruttore dello storico campo del Testaccio che dopo il diploma lo mandò a Taranto per occuparsi di concimi e saponi. «M’affittò ”na stanza in un albergo pieno de mignotte e marinai». Resistette tre anni: «Dopo, nun avevo più paura de gnente, figurarsi del potere!». Religiosissimo, vive nella casa in cui nacque Pio XII, Villa Pacelli, sull’Aurelia • Nato ricco, re dei depositi petroliferi (otto stabilimenti lungo le coste tirreniche, nove milioni di tonnellate di greggio trattate ogni anno), alberghi, palazzi e terreni ovunque, editore del Corriere Adriatico e di Roma Channel, proprietario della torre petrolifera Santa Fermina di Civitavecchia, una quota importante degli Aeroporti di Roma, un bel pezzo dell’Italpetroli, un migliaio di dipendenti, «non lo conosceva quasi nessuno, infatti lui si definiva ”un imprenditore subacqueo” (voleva dire sommerso). E quando nel maggio 1993 il suo amico Cesare Geronzi gli chiese di salvare la Roma dal fallimento, convocò il consiglio d’amministrazione famigliare cioè sua moglie (la leggendaria sora Maria, addetto stampa personale, portavoce, contabile dei torti arbitrali, videoregistratore umano, antenna capace di captare tutto quello che si dice di bene e di male sul suo Franco) e le tre figlie: Rosella (sarebbe diventata l’amministratore delegato giallorosso e avrebbe pilotato lo sbarco in Piazza Affari), Cristina (futura padrona dell’area commerciale tra merchandising e Roma Point) e Silvia (a lei il settore televisivo e l’area comunicazione). Alle sue donne chiese: ”Che se fa?”. La misero ai voti. Tre favorevoli, due contrari, voto decisivo quello della sora Maria. Così, diventò il diciannovesimo presidente della Roma e con la Roma rivinse lo scudetto diciotto anni dopo Viola e Falcao» (Maurizio Crosetti) • Nel 2004, i debiti della società di calcio che lo stavano portando alla rovina, cedette a Capitalia (oggi Banca di Roma-Unicredit) il 49 per cento delle azioni Italpetroli. Ceduta la guida della Roma alla figlia Rosella (vedi), ha venduto a Caltagirone il Corriere Adriatico.