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 2008  agosto 25 Lunedì calendario

MARINA VERNA

Lo zig zag fra le corsie dell’autostrada piene no, non serve ad andare più veloci. Uscire al primo svincolo e prendere la statale, nemmeno. Il comportamento che, mediamente, porta più in fretta a destinazione è quello considerato più stupido: andare per la propria strada, ignorando quello che fanno gli altri. Pochi si muovono così, e traggono vantaggio dagli errori dei tanti. «Stoici-conservatori», li ha battezzati il fisico dell’Università tedesca di Duisburg-Essen Michael Schreckenberg, che insieme al gruppo del Nobel per l’Ecomomia Reinhard Selten ha studiato il comportamento degli automobilisti in coda. E’ un gruppo minoritario - 1,5 per cento degli automobilisti - e anche per questo vincente.
Il gruppo più numeroso - in Germania il 44 per cento - è quello dei «reattivi», i guidatori che, alle prime avvisaglie di ingorgo, pensano di risparmiare tempo uscendo dall’autostrada e rientrando trenta chilometri più in là. Errore, spiega il professor Schreckenberg: «Lungo le statali ci sono centri abitati, con semafori, rotonde e attraversamenti pedonali che frenano la velocità. E ci sono molte meno corsie».
A naso, vincenti dovrebbero essere allora i «tattici» - il 14 per cento dei guidatori tedeschi -, quelli che fanno esattamente il contrario di quello che vedono fare intorno a sé. Per esempio, se ci sono avvisaglie di coda, ci si buttano sperando che un buon numero di automobili esca. E intanto cambiano continuamente corsia, andandosi a infilare là dove la fila sembra più scorrevole. Sbagliano anche loro.
Secondo i calcoli di Schreckenberg, una corsia di autostrada riesce ad assorbire 1.500-1.800 veicoli all’ora, il che corrisponde a 0,4-0,5 veicolo al secondo. In queste condizioni, basta una piccolezza per rallentare il flusso del traffico. L’auto che riduce la sua velocità - anche senza un ostacolo esterno - la fa ridurre a tutte quelle che la seguono, creando progressivamente una «onda di ingorgo» che si diffonde alla velocità di 15 chilometri all’ora. E a quel punto, serve solo la pazienza, perché la coda si scioglie solo quando il traffico si è ridotto.
I tattici, spiega Schreckenberg, «hanno l’impressione che siano più le macchine che li sorpassano di quelle che loro stessi sorpassano. Ma è una percezione errata, che si concentra su quello che succede davanti e ignora quello che succede dietro. Queste manovre ottengono il risultato opposto a quello che si propongono, dato che ostacolano ulteriormente il flusso generale del traffico».
L’ultima categoria è quella dei «conservatori» - 40 per cento - che hanno un loro modo di affrontare le situazioni e testardamente vi si attengono qualunque cosa succeda intorno. Anche loro hanno risultati modesti. Volessero però, come anche i tattici o i reattivi, passare alla categoria degli stoici, avrebbero un’amara sorpresa: quella strategia funziona solo se la seguono in pochi.
Un altro caso di guida contromano. Un uomo di 70 anni è morto ieri dopo che, verso le 16,30, ha imboccato la via Pontina nel senso di marcia sbagliato, all’altezza di Pomezia, in provincia di Roma, scontrandosi frontalmente con un’altra auto. L’anziano è morto sul colpo mentre il conducente e i passeggeri dell’altra auto, un uomo, una donna e la loro bambina, sono rimasti feriti in maniera non grave e sono stati ricoverati nell’ospedale di Aprilia, in provincia di Latina. Secondo i primi accertamenti svolti dalla polizia stradale, l’uomo ha sbagliato direzione a uno svincolo e ha imboccato contromano la strada in direzione della capitale.

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