Maria Grazia Bruzzone, La Stampa 25 agosto 2008, 25 agosto 2008
MARIA GRAZIA BRUZZONE
ROMA
Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 agosto e fa un po’ effetto, in tempi come questi in cui la casta non è certo popolare, scoprire che il governo ha allargato le maglie sui voli di Stato. Tanto che la notizia, anticipata da Italia Oggi, ha dato modo a Libero, giornale che certo non pende a sinistra, di riprenderla con un titolo corrosivo: «Ministri e Vip, tutti a bordo».
La Direttiva del presidente del Consiglio sul trasporto aereo di Stato precisa che d’ora in poi, sia pure «in via del tutto eccezionale e previa rigorosa valutazione, è consentito l’imbarco a persone estranee alla delegazione ma accreditate al seguito dall’autorità, in relazione alla natura del viaggio, al rango delle personalità trasportate, alle esigenze protocollari e alla consuetudini di carattere internazionale». Una formula vaga che permette di allargare a discrezione la presenza di politici e vip di varia natura sugli aerei di Stato. Quelli dell’aeronautica militare, fino a oggi. Ma un altro articolo delle nuove regole precisa che si potranno utilizzare anche «altri aeromobili militari, secondo gli accordi tra presidenza del Consiglio e Difesa», nonché non meglio precisati «aeromobili di Stato delle amministrazioni pubbliche».
Quel che appare chiaro è che le nuove regole modificano quelle emanate nel settembre 2007 dal governo Prodi che restringevano l’uso degli aerei di Stato riservandoli ai presidenti della Repubblica, della camera dei deputati e del Senato, agli ex capi di Stato, ai presidenti del Consiglio, e soltanto per motivi istituzionali. Già i ministri dovevano dimostrare che non ci fossero altri voli di linea. Viceministri, sottosegretari e altri erano decisamente esclusi. Una stretta arrivata dopo che, in piena battaglia mediatica su privilegi e sprechi della Casta, il ministro della Giustizia Clemente Mastella era stato pizzicato in volo di Stato verso il Gran Premio di Monza insieme al figlio. Con un seguito di polemiche, che avevano coinvolto anche il vicepremier Francesco Rutelli, ospite dello stesso volo «per motivi istituzionali». A seguito della cura Prodi la spesa per gli aerei blu, lievitata nel 2006 a 65 milioni, era bruscamente scesa a 53. Un bel risparmio. E ora, in piena austerità e battaglia contro i fannulloni si torna a scialare?
Il prodiano Franco Monaco, premesso di non conoscere il testo, non si stupisce: «L’ego ipertrofico di Berlusconi si esprime anche nelle ridondanze delle liturgie del potere», osserva. Né lo sorprende che «chi ha cavalcato demagogicamente la polemica contro la casta per denigrare gli avversari, oggi non si curi affatto della coerenza fra propaganda e comportamenti». Anche il leghista Roberto Cota si stupisce, ma non vuol credere che si dilatino i privilegi, tema a cui il Carroccio è sensibile, anche se, come vicepresidente della Camera, non è coinvolto in prima persona. «Per quel che ne so, il governo ha imposto ovunque una prassi di assoluta trasparenza e austerità. La linea politica è questa. Comunque «l’importante è come gli aerei si impiegano», conclude.
Trasparenza? Per Sergio D’Elia è un invito a nozze, i radicali stanno facendo una battaglia proprio su questo tema: «Il governo metta in rete tutto, chi parte, con chi, per che missione, eccetera». A suo parere «è sbagliato metterla sul piano moralistico. Quando il Parlamento è un’assemblea nominata dal principe che decide gli eletti, questo dei cortigiani a bordo è solo il contorno di una decadenza da fine impero». E se, a contrario, la direttiva nascesse da un «bisogno di chiarire, di precisare», e può addirittura far risparmiare? Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ne è convinto. «Imbarcare il collaboratore o il consulente costa meno che pagare dei viaggi di linea paralleli. E poi, ogni autorizzazione passa da Gianni Letta, che non è certo di manica larga». Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl alla Camera la pensa allo stesso modo: «Conoscendo lo stile di Letta, secondo me le nuove regole tendono a restringere la platea».
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