Gianluca Paolucci, La Stampa 25 agosto 2008, 25 agosto 2008
Ecco, lei è russa - dice il barista -. Passa di qua quasi tutti i giorni con i figli, torna dalla barca e sopra l’aspetta l’autista»
Ecco, lei è russa - dice il barista -. Passa di qua quasi tutti i giorni con i figli, torna dalla barca e sopra l’aspetta l’autista». Alta, bionda, sui 35 anni, con due bambini vivaci ma non chiassosi, la signora passeggia per le strade di Cap Ferrat in infradito e copricostume bianco come una turista qualunque. Non fosse per il gorilla che l’accompagna. La sua faccia, malgrado i pantalocini e la maglietta colorata, basta a far capire a chiunque che non gradisce di essere disturbata. «Guarda che sono cambiati, non sono più i russi arricchiti che arrivavano qua negli Anni 90. Le storie sulle feste dove si dà fuoco ai biglietti da 500 euro sono buone per voi giornalisti», scherza Aldo, italiano che si divide tra qui e Milano. «Questi parlano un inglese perfetto, hanno studiato all’estero. Spendono sempre un sacco di soldi ma sono più riservati, più sobri rispetto agli stereotipi sugli oligarchi». Per la vita mondana, prendono la barca e vanno in spiaggia alla Voile Rouge di Saint Tropez, e per la serata al Baoli di Port Canto di Cannes o al Karement di Monaco, racconta Antonio, uno dei tanti italiani di casa nei dintorni di Saint Tropez. «E poi non ci sono solo i super-ricchi, è arrivata anche la nuova borghesia». E’ vero, solo in luglio le presenze russe sulla costa sono aumentate del 40 per cento. Ma qui, tra Cap Ferrat e Cap d’Antibes, nella «baia dei miliardari», hanno la casa sei dei primi dieci più ricchi di Russia, tanto per dire. E molti altri i cui nomi non finiscono mai sui giornali. Per comprare, non hanno badato a spese. Leonard Blavatnik, azionista del colosso petrolifero Tnk-Bp, avrebbe speso cento milioni per la tenuta l’Eiffel di Beaulieu, ricorda un agente immobiliare specializzato nel lusso. «E attualmente solo a Cap Ferrat sono in vendita almeno sei proprietà a prezzi sopra i 100 milioni». Nei bar si racconta anche di qualche russo che voleva comprare la leggendaria villa Ephrussi de Rothschild, proprietà statale. «Conneries», sciocchezze, taglia corto l’agente immobiliare. L’ultimo arrivato degli oligarchi doveva essere Michail Prokhorov, sesto uomo più ricco di Russia che con un patrimonio personale di 19,5 miliardi si piazza al ventiquattresimo posto della classifica mondiale di Forbes. A Ferragosto era uscita la notizia che era lui l’acquirente della Leopolda, la tenuta che domina il promontorio di Cap Ferrat appartenuta in passato a Leopoldo del Belgio e agli Agnelli, ritenuta una delle proprietà più belle del pianeta. Il prezzo di quattrocento milioni di euro circolato sui giornali avrebbe stabilito il nuovo record mondiale per una transazione immobiliare. Ma Michail ha smentito. E prima di lui avevano smentito anche Oleg Deripaska, il russo più ricco di tutti con oltre 28 miliardi di dollari di patrimonio, e Roman Abramovich. Che da queste parti ha fatto forse uno dei pochi affari veri della sua vita. Per «appena» venti milioni di euro si è comprato lo Chateau de la Cloe, a Cap d’Antibes. Certo, poi per renderlo adatto ai bisogni di Mr. Abramovich, 400 persone hanno lavorato per qualche anno alla sua ristrutturazione. Prokhorov ha invece fatto sapere di non pensarci proprio, alla Leopolda. Non che gli manchino i mezzi. Prima di investire in Francia, ha detto il suo portavoce, «aspettiamo le scuse dei francesi». Il fatto è che qualche tempo fa, a gennaio del 2007, il vivace scapolo Michail - eletto miglior partito di Mosca - si era fatto beccare a Courcheval, esclusiva località sciistica sulle Alpi, con un po’ di amici e un po’ di amiche. Gli amici, «uomini d’affari russi». Sulla professione delle amiche, russe anche loro, sta ancora indagando la magistratura francese. L’accusa per Michail è sfruttamento della prostituzione. Anche in questo i russi sono nazionalisti, racconta da Porto Cervo A.M., un italiano che frequenta la comunità russa in Costa Smeralda. Prezzi? «Difficile dirlo perché ad organizzare il tutto è sempre gente dell’Est. Ma credo di non sbagliare se dico qualche migliaio di euro per una serata». E quindi, il cambiamento di stile non c’è stato. «Diciamo che adesso si vedono convivere i due modelli». Tra la Costa Smeralda e quella Azzurra i legami sono molti, per la comunità russofona. Gli yacht si muovono spesso tra le due località, ma non solo. Per la festa di Ferragosto sulla sua barca di 61 metri a Porto Cervo, una signora moscovita ha fatto arrivare il catering da Cannes, tanto per dirne una. Stravaganze tutto sommato a buon mercato, rispetto al matrimonio di Andrei Melnichenko con la ex miss Serbia, nella sua villa Altair di Cap d’Antibes. Concerto privato di Christina Aguilera, Alain Ducasse ai fornelli e una cappella ortodossa ricostruita nel parco. Prezzo totale, si dice, 15 milioni di euro. Solo per la festa, la villa era costata qualcosa in più. Da dove arrivino i soldi utilizzati per queste spese folli, che transitano da società cipriote o svizzere, non se lo chiede più nessuno. Ogni tanto ci prova Tracfin, il servizio antiriciclaggio, che avrebbe aperto nei mesi scorsi un’indagine anche su Deripaska. E comunque gli ultimi arrivati hanno altre idee, più trasparenti. L’esempio è quello di Sergei Pugachev, poco più che quarantenne, detto «il banchiere del Cremlino» per la sua storica amicizia con Vladimir Putin. Molto riservato e poco mondano, è accreditato di un paio di ville solo a Cap Ferrat ma nessuno lo ha mai visto in giro. Ha assunto un manager franco-neozelandese che rilascia interviste e racconta dei progetti del suo patron per investire nel lusso. Intanto si è comprato un marchio storico della gourmanderie francese, Hediard. «Sì è vero, sono cambiati», dice Alex Camellini, nato a Cap Ferrat e agente immobiliare a Villefranche. «E non solo i superricchi, ma anche i borghesi nuovi arrivati sono lontani dagli stereotipi». questa l’ultima ondata dei turisti dell’Est, la classe media moscovita che tenta di emulare gli oligarchi e spende 650 mila euro per un appartamento di tre stanze a Villefranche sur Mer, o 1,5 milioni per la dépendance di quattro stanze in una villa della Costa. Se non può comprare, affitta. Tra 5000 e 20 mila euro a settimana per vedere il mare dalla finestra, dipende dalle tasche. Prezzi folli che proprio loro, i russi, hanno tenuto alti quest’anno. «Fino allo scorso anno c’erano gli inglesi della City, quest’anno è arrivata la crisi della finanza e i londinesi sono spariti». Per Alex, fare affari con i russi è un piacere. «Se qualcosa gli piace, la comprano. Mica come voi italiani, che vi mettete sempre a tirare sul prezzo». Dietro di loro sono arrivati gli ucraini - da quest’anno è operativo il volo diretto Kiev-Nizza -, i kazaki, i polacchi. C’è da dire che da queste parti i russi si considerano quasi di casa. Il primo ad arrivare, raccontano le cronache, è stato Boris Berezovski, che nel 1996 comprò lo Chateau de la Garoupe. Il modello da seguire per l’oligarca 2008 è però quello dei nobili che venivano a svernare qua nell’ottocento, a cominciare dalla famiglia dello Zar. Non per niente a Nizza c’è una cattedrale russa-ortodossa e un boulevard Tzaréwitch, ricorda il nizzardo Alex Benvenuto nel suo «La Costa Azzurra dei russi», discreto successo estivo nelle librerie locali. E le cifre folli che hanno fatto di Cap Ferrat la località più cara del mondo - secondo un ricerca di Knight Frank e Citigroup - con prezzi a metro quadro che superano 30 mila euro? «Cap Ferrat è un marchio, un posto esclusivo che non conosce crisi. Chi può permetterselo verrà sempre», dice ancora Alex. Prima c’erano Onassis e Niarchos, poi sono arrivati gli americani, gli arabi, i finanzieri della City di Londra. I russi sono solo gli ultimi di un elenco che domani, chissà, vedrà le ville di Cap Ferrat zona passare in mani cinesi o indiane. Gli agenti immobiliari della costa già si fregano le mani. Stampa Articolo