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 2008  agosto 24 Domenica calendario

ROMA – Per Antonio Baldassarre, ex presidente della Consulta, (che è stato anche presidente della Rai), «è possibile che la Corte costituzionale dichiari illegittimo il lodo Alfano all’inizio del prossimo anno, se e quando arriverà alla Corte il referendum di Antonio Di Pietro»

ROMA – Per Antonio Baldassarre, ex presidente della Consulta, (che è stato anche presidente della Rai), «è possibile che la Corte costituzionale dichiari illegittimo il lodo Alfano all’inizio del prossimo anno, se e quando arriverà alla Corte il referendum di Antonio Di Pietro». Se la sua previsione si rivelasse fondata, anche questo contribuirebbe a complicare il quadro dei temi collegati alla giustizia, alla ripresa autunnale. Perché la Corte si esprima sul lodo Alfano ci vuole un giudice che rinvii la causa a Roma? «No, non è necessario che un giudice di merito sollevi il caso. La Corte può sollevare la questione d’ufficio davanti a se stessa». Quando? «A fine gennaio se e quando la Corte dovrà esprimersi sull’iniziativa referendaria di Di Pietro». All’indomani della dichiarazione di ammissibilità del referendum Guzzetta (poi sospeso per la fine della legislatura) si è saputo che quest’anno la Corte stava per dichiarare illegittima addirittura la legge elettorale, sollevando una questione d’ufficio.... «Non so, ma in quel caso, se avessero deciso di dichiarare l’illegittimità della legge oggetto del referendum si sarebbe potuto parlare di una forzatura ». Nel caso del lodo Alfano non sarebbe così? «No, perché si tratterebbe di una questione pregiudiziale sul tipo di legge richiesto dal momento che si tratta di una deroga al principio costituzionale di eguaglianza. C’è un requisito della sentenza della Corte che dichiarò illegittimo il lodo Schifani che non è stato soddisfatto dal lodo Alfano. Riguarda la disparità di trattamento tra il presidente del Consiglio e i suoi ministri e quella tra i due presidenti delle Camere e gli altri parlamentari ». Ma lei non era considerato un «giurista di destra»? «Sì certo, mi affibbiarono questa etichetta perché sono favorevole da sempre a tutte le riforme di cui si parla in questi giorni: separazione delle carriere, modifiche all’obbligatorietà dell’azione penale,riforma del Csm». Il professor Barbera ha dichiarato ieri che per separare le carriere di pm e giudici basterebbe una legge ordinaria... «Non sono d’accordo: l’articolo 107 prevede le garanzie del pm con legge ordinaria, ma se intendiamo separare in due tronchi la magistratura è necessaria la modifica costituzionale». Come risponde dell’accusa di fascismo del segretario Anm Cascini? «Che uno dei miei maestri, il grande costituzionalista americano Thomas Emerson, marxista a 24 carati e che finì nell’occhio del ciclone durante il maccartismo, mi disse una volta: "La vostra Costituzione repubblicana non ha saputo liberarsi da un eredità culturale del fascismo in quanto prevede che l’accusa e il giudizio appartengano allo stesso ordine"». M. Antonietta Calabrò