La Stampa 24/8/2008, 24 agosto 2008
TORINO
Dopo tante polemiche e rinvii, arriverà in settimana il momento della verità per Alitalia. Giovedì prossimo il Consiglio dei ministri dovrebbe esaminare il piano «Fenice» con cui l’advisor Intesa Sanpaolo propone di far risorgere dalle sue ceneri la compagnia di bandiera, e il giorno dopo il cda di Alitalia si riunirà per approvare i conti del primo semestre - che si annunciano catastrofici. Se non ci fossero novità sulla cordata di salvataggio, il giorno 28 governo potrebbe decidere addirittura la liquidazione della compagnia. Se invece (come si spera) le buone nuove arriveranno, gli amministratori di Alitalia potranno avere sul tavolo il 29 il piano di Intesa, qualunque cosa comporti: scorporo e commissariamento di una «bad company», 7 mila lavoratori in esubero e altro. Gli eventi incalzano e la sopravvivenza di Alitalia così com’è non appare più sostenibile.
Il 2007 si è chiuso per Alitalia con una perdita netta di 495 milioni di euro, e già i numeri erano da allarme rosso. Ma la situazione non ha fatto che peggiorare nel 2008, con il costo del carburante sempre più alto: nei giorni scorsi l’Istituto Bruno Leoni ha diffuso una stima secondo cui la perdita netta nel primo semestre potrebbe essere di 400 milioni, quasi il doppio rispetto ai 211 milioni del primo semestre del 2007. Il piano di emergenza che ha portato al taglio di molte linee per risparmiare carburante ha avuto come effetto collaterale un forte calo dei ricavi, dovuto anche al fatto che passeggeri e tour operator hanno mostrato minor fiducia in Alitalia in vista dell’estate, temendo cancellazioni di voli. /