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 2008  agosto 21 Giovedì calendario

ROMA - Piangono le tasche degli italiani. E, soprattutto, i loro risparmi. A cinque anni dall’adozione della moneta unica i debiti delle famiglie del Belpaese si sono raddoppiati, complici i mutui da pagare, i finanziamenti per ristrutturare casa e i consumi sempre più alti

ROMA - Piangono le tasche degli italiani. E, soprattutto, i loro risparmi. A cinque anni dall’adozione della moneta unica i debiti delle famiglie del Belpaese si sono raddoppiati, complici i mutui da pagare, i finanziamenti per ristrutturare casa e i consumi sempre più alti. Lo afferma uno studio della Cgia di Mestre, secondo il quale l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha toccato nel dicembre del 2007 i 15.765 euro, con la provincia di Roma in testa, salendo del 93,28% rispetto al 2002. Per affrontare il peggioramento della situazione economica è aumentato il grado di esposizione nei confronti degli istituti di credito soprattutto al Sud. A Napoli si registra il record della crescita del debito, con un aumento del 116,36%, che non si discosta molto da quello di Reggio Emilia e Piacenza (116,1%). Moltissime le province che hanno in sostanza raddoppiato il loro indebitamento: in 20 hanno avuto una crescita superiore alla media e le poche province che si situano in coda alla classifica vedono comunque una crescita del 50% circa, con un minimo al 42,45%. "Le città più indebitate - rileva Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - sono quelle che registrano anche i livelli di reddito più elevati. Non è da escludere che tra questi ’indebitati’ vi siano anche delle famiglie appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, appare evidente che la forte esposizione in queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente. Altra cosa è quando analizziamo la variazione di crescita registrata negli ultimi anni. Nei primi posti abbiamo molte città del Sud. Ciò sta a significare che questo aumento è probabilmente legato al perdurare della crisi economica che ha indotto molte famiglie a ricorrere a prestiti bancari per affrontare questa difficile situazione". "E’ stato proprio il passaggio dalla lira all’euro che ha prodotto il colossale effetto di illusione - ha commentato Luigi Camilloni, Presidente dell’Osservatorio Sociale - al cui termine la parte della popolazione che viveva a reddito fisso è stata la prima vittima e si è trovata più povera". (21 agosto 2008) *** FERDINANDO GIUGLIANO ROMA - La metà dei guadagni. Non è una proposta da gangster, ma ciò che servirebbe, in media, alle famiglie italiane per pagare i debiti accumulati nel 2007. Un anno in cui, secondo l´Economist Intelligence Unit, il debito degli italiani e salito al 50% del reddito disponibile. Colpa della spesa a credito, certo, ma soprattutto del caro-mutuo. E se è vero che sta per partire la Convenzione fatta tra governo e ABI per rinegoziare i mutui, restano forti le perplessità dei consumatori sulla sua efficacia. Nessun dubbio, invece, sulle dimensioni del problema. Secondo i dati pubblicati ieri dalla Cgia di Mestre, il debito di ogni famiglia italiana è arrivato, in termini assoluti, a 15.765 euro. Lo stipendio di un poliziotto, o il costo di un´autovettura: in qualsiasi modo lo si quantifichi, è un dato che preoccupa, anche perché, sempre secondo l´indagine, il debito per famiglia è praticamente raddoppiato dal 2002 (+93%), l´anno dell´introduzione dell´euro. Le province più indebitate sono quelle di Roma (21.950 euro a famiglia) e Milano (21.322), mentre il problema è minore a Benevento (6.952) e Vibo Valentia (6.770). Non si tratta, però, di dati che testimoniano un riscatto del Mezzogiorno. Dati assoluti più alti possono indicare un più diffuso accesso al credito da parte delle famiglie romane e milanesi, che sono anche quelle con i redditi fra i più elevati. Molto più utile per capire la distribuzione geografica delle difficoltà economiche nel Paese sono i numeri sulla crescita del debito per provincia. Dati, questi, che mostrano come la crescita del debito sia più sostenuta al Sud, con Napoli in testa (+116% nei sei anni) a questa poco invidiabile classifica. Tra le ragioni degli aumenti diffusi c´è certamente la crisi economica. L´allargamento della forbice fra prezzi e salari costringe sempre più famiglie a ricorrere ai prestiti per arrivare a fine mese. Una crescita, quella della domanda di credito, a cui corrisponde un aumento dell´offerta di prodotti finanziari. La novità principale è quella delle carte di credito «revolving», proposte con sempre maggior frequenza dai supermercati e con le quali si possono rateizzare i pagamenti a tassi medi del 12-16%. Più che dal debito personale, il debito degli italiani dipende, però, soprattutto dal caro-mutuo, causato dai continui rialzi dei tassi d´interesse e dalla stretta imposta dalle banche in seguito alla crisi dei sub-prime. Un problema che, nelle intenzioni del governo e dell´Associazione bancaria, dovrebbe essere alleviato dalle lettere arrivate sin da ieri nelle caselle di tutti i sottoscrittori di mutuo riguardo alla rinegoziazione degli stessi. Sono il risultato della Convenzione stipulata negli scorsi mesi tra il Tesoro e gli istituti di credito, un’operazione che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe dare una boccata di ossigeno alle famiglie, permettendo di ridurre rate ormai insostenibili. Dal 1 gennaio 2009, spiegano fonti bancarie, coloro che aderiranno alla Convenzione potranno, infatti, vedere rate del mutuo più leggere. Attenzione, però: non si tratta di sconti né di regali. Chi volesse rinegoziare il proprio mutuo secondo i termini della Convenzione dovrà continuare a pagare le rate per più tempo, allungando, così, i tempi di ammortamento. Una formula che, però, non convince le associazioni dei consumatori. Molto meglio sarebbe, secondo il Codacons, «tutelare i mutuatari dando loro la possibilità di utilizzare i benefici e i vantaggi del decreto Bersani», ad esempio sulla trasferibilità del mutuo. I consumatori intimano così alle banche di inviare comunicazioni contenti tutte le possibili alternative e non solo quelle contenute nella Convenzione. Un´azione che non diminuirebbe necessariamente le spese, ma aumenterebbe la trasparenza bancaria. Un fronte, quello sì, sul quale i sempre più indebitati italiani sono certamente in forte credito.