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 2008  agosto 21 Giovedì calendario

ROMA - Pietro Pallini è pilota di voli intercontinentali: oltre 15 mila ore di volo alle spalle. Esclude subito che l’incendio ad uno dei motori dell’MD82 della Spanair possa, da solo, aver provocato la tragedia sulla pista "36 destra" dell’aeroporto di Madrid-Barajas

ROMA - Pietro Pallini è pilota di voli intercontinentali: oltre 15 mila ore di volo alle spalle. Esclude subito che l’incendio ad uno dei motori dell’MD82 della Spanair possa, da solo, aver provocato la tragedia sulla pista "36 destra" dell’aeroporto di Madrid-Barajas. Cosa può essere accaduto ? "Come in tutte le sciagura aeree, all’origine c’è sempre un concorso di cause, non ce n’è mai una sola. La prima cosa che può venire in mente è la possibile - e in certi aeroporti anche frequente - "ingestione" di uccelli nei motori che danno inizio ad una catena di pericolosi inconvenienti di difficile gestione. Tuttavia, ripeto, seppure l’incendio ad uno dei motori dovesse essere stato provocato da uno stormo di volatili finiti nelle turbine, è doveroso ricordare che il decollo con un motore in fiamme è tra le prime emergenze che i piloti di linea affrontano nell’addestramento ai simulatori e imparano a governare. Dunque, proprio per questo, sarei portato a credere che le fiamme di per sé non possono da sole aver provocato il disastro". Quanta responsabilità può essere attribuita all’incuria della compagnia? "Vanno rispettate precise procedure di controllo periodico sui propri aerei, tuttavia ogni compagnia finisce poi per fare a modo suo. Una realtà che ha indotto la creazione negli aeroporti europei di una lista "nera" di inaffidabili, di cui s’è accertata la scarsa inclinazione alle verifiche tecniche di sicurezza". Il decollo è la fase del volo più delicata. Un incidente improvviso come quello capitato a Madrid, nel punto di non ritorno come lo si fronteggia? "Quello che lei chiama "punto di non ritorno" è la cosiddetta "V 1", ovvero la velocità sulla pista, raggiunta la quale il pilota non posso far altro che tirare la cloche e decollare. una velocità che si stabilisce quando si pianifica il volo, tenendo conto del tipo di aeromobile, del numero di passeggeri e del peso complessivo dell’aereo. Stabilire la "V 1" vuol dire, in sostanza, decidere il momento in cui sollevare le ruote dall’asfalto della pista e far cominciare il volo, anche con un solo motore, anche con un incendio in atto, ma con la certezza, affidata ai calcoli e ai controlli effettuati, che l’aereo riuscirà comunque ad alzarsi in volo, per poi impostare immediatamente le manovre di atterraggio, dopo aver isolato l’eventuale incendio". Che aereo è l’MD82? "E’ stata un ottima macchina, sulla quale ho volato per tanti anni. Ma è ormai vecchia, oltre ad essere particolarmente avida di carburante e, per questo, assai costosa. Da quando la McDonnel Douglas è stata assorbita dalla Boeing, il progetto di questi aerei non è stato più sviluppato. Oggi sono molto più economici gli A-320 e 321 o la nuova generazione dei Boeing 737, che invece hanno subito un’ottima evoluzione". L’AEROPORTO - L’incidente è avvenuto in una delle due piste - con orientamento Nord-Sud - dell’Aeroporto di Madrid-Barajas, a 12 chilometri a nord-est della capitale spagnola. Cominciò a funzionare nel 1928, ma venne innaugurato ufficialmente solo nel 1931. Attualmente è gestito da Aeropuertos Españoles y Navegación Aérea AENA. il principale aeroporto della Spagna e quello europeo con il maggior numero di voli diretti per l’America Latina. La linea Madrid-Barcellona, conosciuta come "ponte aereo", è la tratta con il maggior numero di voli settimanali al mondo. Per l’aeroporto di Barajas transitano oltre 45 milioni di passeggeri, che pongono così lo scalo spagnolo al tredicesimo posto a livello mondiale e al quinto in Europa per numero di passeggeri, dietro ad Amsterdam-Schipol, Francoforte, Parigi Charles de Gaulle e Londra Heathrow. L’AEREO - La serie MD 80 - 82 della McDonnell Douglas (soprannominato Mad Dog) è un bireattore passeggeri a corto e medio raggio di notevole successo commerciale, prodotto dalla casa di Long Beach a partire dalla seconda metà degli anni sessanta. Il primo volo avvenne nel 1965 con il modello Douglas DC-9. Il progetto venne iniziato dalla Douglas Aircraft Company, in seguito fusasi con la McDonnell Aircraft Corporation nel 1967. L’aereo presenta un "impennaggio a T" con motori montati in coda (i Pratt & Whitney JT8D che già equipaggiavano il trireattore Boeing 727. Alle prime versioni del DC-9 si affiancò quella costruita nel maggior numero di esemplari, la serie "30", con un sensibile allungamento della fusoliera, motori più potenti e l’impiego di "slats" sul bordo anteriore dell’ala che consentivano un notevole miglioramento delle prestazioni su piste corte in fase di atterraggio. (20 agosto 2008)