Alessandro Mondo, La Stampa 20/8/2008 cronaca di Torino., 20 agosto 2008
La Stampa, mercoledì 20 agosto Il progetto, c’è da giurarlo, farà discutere. Torino, prima città in Italia e probabilmente in Europa, inaugura il «cimitero hi-tech»: lapidi virtuali per i defunti senza tomba e «home page» personalizzate consultabili direttamente a domicilio con un qualsiasi computer
La Stampa, mercoledì 20 agosto Il progetto, c’è da giurarlo, farà discutere. Torino, prima città in Italia e probabilmente in Europa, inaugura il «cimitero hi-tech»: lapidi virtuali per i defunti senza tomba e «home page» personalizzate consultabili direttamente a domicilio con un qualsiasi computer. LA LAPIDE VIRTUALE L’iniziativa è così originale, e l’argomento talmente delicato, che ad ogni parola si rischia di scivolare nel cattivo gusto. Ma tant’è. Entro il primo novembre, ricorrenza di Ognissanti, chi si recherà al Cinerario su corso Novara adiacente al Cimitero Monumentale avrà una possibilità in più per commemorare il caro estinto. Addio alle foto sgualcite e ai bigliettini strazianti che fino a poco tempo fa mani affettuose attaccavano sulle pareti del «Roseto». I parenti saranno accolti da un «totem interattivo», piazzato all’ingresso, munito di tre display per comunicare con chi non c’è più. Obiettivo: restituire nomi e volti in tempo reale a chi aveva deciso con una scelta radicale di annullarsi per sempre nel Cinerario. E’ solo uno dei paradossi che caratterizzano l’insolita iniziativa. Tre display, dicevamo. Sui due laterali scorreranno a ciclo continuo i nomi degli oltre 4 mila defunti registrati negli elenchi del Cinerario. Quello centrale è adibito ad un altro servizio. Digitando una password ed un codice comparirà una lapide virtuale, disegnata dai Servizi cimiteriali in formato standard, con le generalità essenziali del defunto: foto, nome e cognome, data di nascita e di morte, più vari tipi di epigrafi a richiesta: «Non piangete, io continuerò ad amarvi», «Sempre vivo sarà il tuo ricordo nei nostri cuori», etc. Il parente potrà rimirare il volto del caro estinto e, ammesso che ci riesca, recitare una preghiera. «La sperimentazione non parte da una richiesta specifica - spiega Tom Dealessandri, vicesindaco con delega ai Servizi cimiteriali -, anche se ci sono stati parecchi segnali indiretti. Le foto appese sulle pareti del Roseto dimostrano che molti parenti avvertono il bisogno di comunicare con i propri cari senza affidarsi esclusivamente al loro ricordo. La sperimentazione, perché di questo si tratta, cerca di tutelare il diritto alla dispersione, e quindi all’anonimato, con quello della memoria». IL DEFUNTO IN RETE Chi chiede di accedere al servizio, almeno nella prima fase sarà gratuito, potrà richiamare la «home page» del defunto dal computer di casa. Il valore aggiunto è rappresentato dalla possibilità di intervenire sulla lapide virtuale personalizzandola a piacimento: immagine di sfondo (in alternativa a quelle contenute nella «galleria»), possibilità di caricare fotografie e filmini che ritraggono l’interessato nei momenti felici, modifica o aggiunta di nuove epigrafi, inserimento di link con rimandi ad altri dati. Il tutto all’interno di un circuito anti-intrusione. Come spiegano dal Comune, «questo servizio agevolerà gli anziani e i disabili». Sempre che riescano a impratichirsi con i segreti dell’informatica: i nipoti sono avvertiti. PROIEZIONE NOTTURNA L’iniziativa, che come le altre attiene alla risistemazione del Cinerario, prevede di proiettare ininterrottamente sulle pareti del Roseto i nomi dei defunti. POZZI DI DISPERSIONE Da fine luglio, in aggiunta a quello principale, sono operativi pozzetti di dispersione che comunicano con il terreno (quello tradizionale, al centro del Roseto, si raccorda con una cisterna). Sono caratterizzati da cumuli di rocce sovrastati da una fontanella: le ceneri, rilasciate tra le pietre, vengono trascinate nel vano sottostante attivando il getto della fontanella. Una soluzione per soddisfare la richiesta di chi, in attesa di poter disperdere le ceneri fuori dal cimitero, punta sul ritorno alla natura. Alessandro Mondo