Franco Bechis, ItaliaOggi 20/8/2008, pagina 1, 20 agosto 2008
ItaliaOggi, mercoledì 20 agosto Il presidente della giunta regionale del Veneto, Giancarlo Galan, ha deciso di premiare alla vigilia di Ferragosto con un assegno da 40 mila euro tutti e 24 i dirigenti della sanità pubblica regionale
ItaliaOggi, mercoledì 20 agosto Il presidente della giunta regionale del Veneto, Giancarlo Galan, ha deciso di premiare alla vigilia di Ferragosto con un assegno da 40 mila euro tutti e 24 i dirigenti della sanità pubblica regionale. Costo complessivo 960 mila euro, che si aggiungeranno ai 154 mila euro dello stipendio base di ogni direttore delle Asl. Il premio è stato erogato indistintamente a tutti i dirigenti senza tenere conto dei risultati o del raggiungimento degli obiettivi che erano stati loro assegnati ogni anno. E riguarda sia il 2006 che il 2007. La decisione ha suscitato anche a livello locale numerose polemiche, sia per avere ignorato il merito sia per lo stato non proprio brillante dei conti della sanità veneta. A riconoscere le scarse ragioni del maxi-premio in fondo è stata la stessa giunta regionale veneta, che nella sua delibera ammette «in considerazione del sostanziale, anche se non completo, raggiungimento degli obiettivi assegnati ai direttori generali si propone il riconoscimento per gli anni 2006 e 2007 di un0integrazione di trattamento economico dei direttori generali per ciascun anno». Sembra appunto di essere tornati all’epoca di Carlo V, quando affacciato al balcone del Palazzo D’Albis nella piazza civica di Alghero promise a tutti gli abitanti «Estad todos caballeros», e cioè «Siate tutti cavalieri». Tradizione antichissima dunque, che in cinque secoli dalla bella cittadina sarda ha avuto tempo di attecchire in tutta Italia da nord a sud. Premi, prebende, assunzioni e promozioni, sono stati il criterio generale e immotivato di governo del pubblico impiego in Italia. I ben noti vizi nazionali che Brunetta sta cercando almeno di limitare sono estesi- forse più nascosti, non meno eclatanti_ a livello locale, e non è un bel segnale quello offerto da una Regione della celebratissima Padania, guidata da un uomo che si sente quasi alla guida del principale partito del Nord. Non giunge a sproposito però il caso, perché proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sulla bozza di riforma federalista annunciata da Roberto Calderoli, diventa evidente come vizi e virtù non abbiano per principio dislocazione geografica naturale. Forse la parte più importante di quella bozza è proprio quella che stabilisce limiti, responsabilità e pene nella gestione della finanza pubblica locale, ad ogni livello. E’ l’unica strada per non rischiare la moltiplicazione del malcostume e soprattutto per non espandere a macchia d’olio la fragilità dei conti pubblici italiani. Franco Bechis