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 2008  agosto 20 Mercoledì calendario

CUOMO

CUOMO Gerardo Gragnano (Napoli) 4 novembre 1946. «’Il mio sogno? Portare in un futuro non lontano dodici, tredici milioni di euro di tributi nelle casse dello Stato”. Ne ha fatta di strada Gerardo Cuomo, il più grande contrabbandiere, broker, mercante di sigarette italiano. Da quando comprava le ”bionde” a Chiasso e con la sua Giulietta sprint le trasportava a Bologna, a quando è diventato il fornitore dei contrabbandieri, il rappresentante di società di intermediazione tra le multinazionali e i ”clienti”, anche se erano clienti in odore di mafia. [...] finite le sue grane giudiziarie, con l’assoluzione in Appello a Bari per ”non aver commesso il fatto”, lui che era stato accusato di associazione mafiosa, di avere fatto affari con il Montenegro ”Stato contrabbandiere”, in attesa che gli restituiscano i beni confiscati - valore approssimativo 150 miliardi di vecchie lire - compresa la sua ”Artema”, lo yacht di trenta metri che stava per diventare un mezzo della Finanza [...] sogna di commercializzare prima e poi produrre in Italia una sua linea di marche di sigarette. Perché lui, ”Tony”, ”Sergio”, ”Fabio”, ha deciso di dichiarare guerra alle varie Philip Morris e Bat: ”Voglio far rinascere le Manifatture tabacchi italiane per fottere lo strapotere delle multinazionali. Loro, per ogni pacchetto di sigarette hanno un margine di guadagno del 290%. Io voglio arrivare a produrre e vendere due milioni di cartoni, cento milioni di stecche all’anno. La società avrà sede a Bologna e con il fatturato dovrà versare appunto 12, 13 milioni di euro nelle casse dello Stato”. La storia di Gerardo Cuomo è quella dell’epopea del contrabbando di sigarette in Italia. un testimone-protagonista di quel mondo, ne conosce i misteri, le complicità, i profitti. Di sé dice: ”C’è stata una stagione nella quale guadagnavo più di quattro miliardi di lire al mese. Questa mia attività ha dato lavoro a 350.000 persone. Ho cominciato per caso e se dovessi tornare indietro e ricominciare, rifarei tutto quello che ho fatto. Il mio è stato un mestiere affascinante: ho reso felici milioni di fumatori che compravano a metà prezzo, rispetto alle tabaccherie, i loro pacchetti di sigarette. La mia barca si chiama Artema, aria terra e mare. E cioè libertà”. [...] ricorda come se fosse ieri la sua prima volta: ”Avevo preso da poco la patente, era il 1967. Con la mia Giulietta Sprint 1600, colore verde pisello, me ne andai a Chiasso. Entrai in un bar, chiesi di poter comprare sigarette, me ne uscii con 750 pacchetti. Era inverno, il cuore mi batteva sulla strada del ritorno, anche se sapevo che non rischiavo il carcere, e c’era una nebbia spaventosa dalle parti di Como. A un certo punto mi gira la testa e mi ritrovo il naso appiccicato al vetro. Arrivo a Bologna, dove mi aspettava il cliente. E quella sera vado a festeggiare con un mio amico: cena a un ristorante sotto le Due Torri. Menù: fagioli, tonno e cipolla. Fu il mio ingresso nel mondo del contrabbando di sigarette”. Gerardo Cuomo era nato a Gragnano, Napoli, nel 1946. La fame e la miseria portarono la sua famiglia a Bologna: ”Era il 1955, gli anni dell’emigrazione dal Sud. Noi venivamo chiamati i ”marocchini’, guardati con diffidenza, vissuti come diversi. Oggi i nuovi ”marocchini’ sono gli extracomunitari”. Ancora qualche viaggio a Chiasso, ma questa volta con carichi di 1500 pacchetti alla volta. Gerardo è sveglio, e la sua carriera brucia tutte le tappe. Nel ”70, le sigarette ormai gliele portano con i camion, ”30.000 stecche a settimana”. Ma poi, con la lira debole e il franco svizzero fortissimo, il mercato conosce la sua prima trasformazione. ”La rotta albanese fu aperta a partire dal 1972 e fino al 1990. Io divento un broker, rappresento in Svizzera la società ”Algrado’ che aveva depositi a Durazzo, Valona, Saranda. Finisco nei guai non quando faccio il contrabbandiere agli inizi della mia carriera ma a metà degli Anni 80, quando vendo la merce regolarmente fatturata nei porti franchi, e non potevo sapere se le sigarette sarebbero poi state immesse nel mercato italiano in violazione della normativa fiscale. Il carcere, tre anni, il processo. L’assoluzione per associazione mafiosa e traffico di droga, la condanna per il contrabbando di sigarette”. Non sapeva, poteva immaginarlo però. Cuomo conosce e frequenta anche il boss mafioso Pietro Vernengo, i siciliani, gli Alfonso Mazzarella e i napoletani. Di loro dice che erano ”bravi ragazzi”, di loro ripete che erano commercianti di sigarette, anche se di contrabbando. La rotta albanese si interrompe nel ”90. E si apre quella montenegrina. C’è l’embargo antijugoslavo. E in Montenegro il presidente Bulatovic è filoserbo. Per fregare l’embargo, i ”clienti” delle multinazionali mettono in piedi un trasferimento aereo. Dagli aeroporti di Rotterdam, Ostenda, del Pireo, le casse sbarcate nei porti vengono trasferite ufficialmente in Ucraina o nel Kazakistan. In realtà, i piloti sorvolando Podgorica, denunciano avarie ai motori per atterrare in Montenegro. Lui, Gerardo Cuomo, intanto, è in fase di attesa, si guarda attorno. uscito da poco dal carcere. Nel 1992 si mette in proprio, costituendo la ”Maxim sa”, con sede a Lugano. Tratta con il premier Djukanovic, compra dai rappresentanti delle varie Philip Morris. Poi finisce in carcere, nel maggio del 2000, a Lugano. Ora, come una Araba Fenice è risorto. Non più contrabbandiere, la sua prossima sfida è quella di affermarsi nel mercato legale con i suoi marchi. Chissà come reagiranno le multinazionali...» (Guido Ruotolo, ”La Stampa” 20/8/2008).