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 2008  agosto 19 Martedì calendario

Questo lettore ha mandato al mio indirizzo di Gazzetta la seguente e-mail, che archivio: Egregio dott

Questo lettore ha mandato al mio indirizzo di Gazzetta la seguente e-mail, che archivio: Egregio dott. Dell’Arti, torno a ricontattarla in merito al "noto" affaire Parmalat.. Leggo ogni giorno la Sua rubrica sulla Gazzetta e reputo molto interessanti i Suo interventi, su ogni materia, ma specie sui temi economici. Siccome a fine mese probabilmente Lei si occuperà del caso Alitalia, Le invio per conoscenza un documento che probabilmente troverà interessante. E’ la copia di un esposto denuncia che alcuni risparmiatori azionisti di Parmalat Finanziaria (la vecchia parmalat...) hanno inviato il 5 febbraio 2008 alla procura di Milano. I risparmiatori si chiedono perchè la ormai (tristemente) famosa Legge Marzano abbia privato di qualsiasi diritto gli azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat, che nessuna responsabiltà avevano nella cattiva gestione della società. E, tramite una serie di "complicati" passaggi (creazione di una nuova società e relativo trasformazione del debito della vecchia azienda in azioni di questa nuova società) abbia permesso ad una serie di soggetti, che "CASUALMENTE" sono in larga parte gli stessi finiti sotto precesso penale per la crisi Parmalat, di realizzare plusvalenze di centinaia di milioni di euro prima (truffando gli azionisti di minoranza), durante (scaricando sui piccoli risparmiatori titoli spazzatura) e soprattutto DOPO, cioè con il concambio debito azioni. Lei saprà sicuramente che molte banche hanno rastrellato bond Parmalat a prezzi di default (0,25 sul nominale o giù di li) partecipando poi al concambio. Guadagnandoci, sono diventate padrone della nuova società, quindi espropriata ai vecchi propietari (i piccoli azionisti di Parmalat Finanziaria, cioè la Vecchia Parmalat). La domanda è: chi ha scritto la Legge Marzano, e chi soprattutto ha poi operato le 6-7 modifiche (fonte Consob, ho un documento riservato al riguardo...) necessarie per adeguare il Concordato alla procedura Parmalat, sapeva che l’esito sarebbe stato arricchire i "soliti" furbetti del quartierino, a spese dei piccoli risparmiatori azionisti? Con l’esposto denuncia vedremo cosa esce fuori... C’è anche da sottolineare che: 1. Il concordato (cioè tutto il perverso meccanismo che tiene in piedi la Nuova Parmalat) è ancora sub judice, non avendo ancora la Cassazione emesso sentenza definitiva sull’opposizione di alcuni risparmiatori. E se la Cassazione bocciasse il concordato che succede? Nessun giornale italiano ha mai parlato di questa eventualità, che sarebbe clamorosa. Perchè questo silenzio? 2. Parmalat non è Alitalia, che è in crisi da anni. Parmalat era percepita come azienda solida e anche adesso, dopo il crack, si è ripresa bene, ha un buon cash flow e ha perfino garantito dividendo ai (nuovi) azionisti. PARMALAT NON E’ MAI STATA IN CRISI DAL PUNTO DI VISTA INDUSTRIALE. Quindi: non c’era alcun bisogno di espropriare tutti i diritti dei Vecchi azionisti. Bastava una semplice ricapitalizzazione. 3. I risarcimenti raccolti dal commissario straordinario Bondi (quello che dovrebbe andare a salvare Alitalia...) ammontano a 1,2 miliardi... Secondo Lei questa somma dovrebbe essere utilizzata per risarcire i vecchi soci, vittima della truffa (risarcimento, lo dice la parola stessa...) oppure finiranno (come pare) nelle tasche dei soliti noti, cioè le banche furbette che sono diventate proprietarie di Nuova Parmalat (creata nel 2005, quindi due anni dopo i fatti per cui è stato pagato risarcimento...) compiendo un espropio sotto gli occhi di tutti? Secondo Lei questo è mercato? O pure è solo gioco delle tre carte, sempre a danno dei pesci piccoli? 4. Perchè la grande stampa italiana non ha parlato mai di questo SCANDALO??? se ci pensa, il lato più preoccupante della faccenda è proprio questo... Non tanto le truffette di Tanzi (che probabilmente è stato incastrato da poteri più forti di lui...) quanto TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO DOPO il crack. Pensare che i politici di tutti gli schieramenti hanno parlato in termini entusiastici del salvataggio di Parmalat... Ma agli azionisti che hanno perso anni e anni di sudati risparmi ci ha pensato nessuno??? Pare di no. Ecco il testo della denuncia.... E’ un documento riservato che non è mai stato diramato a nessun giornalista (almeno che io sappia). Per eventuali info non esiti a chiamarmi. Dott. Carlo Giulietti 335 609 66 55 Luogo (Omissis), data (omissis) Spett. PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il TRIBUNALE DI MILANO Via Freguglia 1 20122 MILANO Oggetto: ESPOSTO DENUNCIA CONTRO LA SOCIETA’ PARMALAT SPA Via Oreste Grassi 26, Collecchio (Parma) ɿ Società per azioni Quotata alla borsa valori di Milano Io sottoscritto (omissis) nato a (omissis) residente a (omissis) in via (omissis), in qualità di azionista della società Parmalat Finanziaria Spa in AS, via Oreste Grassi 26 Collecchio (Parma) vorrei portare alla Vostra attenzione una serie di ”anomalie࿰ sorte in merito alla ”Ristrutturazione economica e finanziaria࿰ del Gruppo Parmalat che ha dichiarato lo stato di insolvenza nel dicembre 2003. 1.La legge 347/03 (decreto Marzano) ha dato la possibilità al commissario Governativo di trasformare tutti i debiti della Vecchia Parmalat in azioni di una nuova società quotata alla borsa di Milano dall’ottobre 2005 con l’identica denominazione: Parmalat. La legge 347/03 ha avuto il merito di salvare le attività industriali del Gruppo Parmalat (e i circa 4 mila posti di lavoro della capogruppo) ma ha generato una serie di ”sospette࿰ differenze di trattamento tra i creditori del Gruppo (fornitori risarciti fino anche al 300% del loro credito e detentori di obbligazioni che invece hanno avuto una contropartita in azioni molto inferiore all’importo dell’investimento iniziale) e soprattutto ha tagliato fuori gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che alcuna responsabilità hanno avuto nello stato di insolvenza. 2.Lo stesso ”Ristrutturazione economica e finanziaria࿰ si sarebbe potuta operare nei modi abituali, cioè ricapitalizzando la Vecchia Parmalat; invece si è scelto ɿ per motivi che nessuno ha mai pubblicamente spiegato ɿ di creare una società ex novo, denominata inizialmente Assuntore, e poi diventata Parmalat Spa (la Nuova Parmalat). 3. Lo scorso 16.01.2008 il Tribunale di Bologna ha rigettato l’opposizione al concordato di alcuni ex obbligazionisti per cui il Concordato Parmalat da quella data è omologato e valido. A partire da quella data (16.01.08) Parmalat Spa (la Nuova Parmalat) rileva legalmente ogni diritto e anche ogni onere maturato dalle Vecchie società del Gruppo Parmalat finite in amministrazione straordinaria. Tra i diritti sanciti dalla legge concordataria c’è la possibilità di promuovere azioni legali di risarcimento contro soggetti ed istituzioni ritenuti responsabili del default. A questo punto però la Nuova Parmalat si assume anche la responsabilità che società del gruppo Parmalat (compresa ovviamente Parmalat Finanziaria spa) hanno maturato nei confronti di soggetti danneggiati dal default, a cominciare dagli azionisti della società Parmalat Finanziaria spa. 4. Nel 2004 il commissario straordinario di Parmalat Finanziaria Spa in AS, dottor Enrico Bondi, ha promosso una serie di cause legali di risarcimento, in Italia e all’estero, contro soggetti e istituzioni ritenute responsabili dello stato di insolvenza del Gruppo Parmalat. 5. Il contenzioso, cioè le cause di risarcimento promosse da Parmalat Finanziaria Spa in AS, sono state trasferire a Parmalat Spa (la Nuova Parmalat, attualmente quotata in Borsa) secondo quanto stabilito dalla legge concordataria 347/03. 6. Dal 2004 al gennaio 2008 la società Parmalat Spa (Nuova Parmalat) ha raggiunto una serie di accordi transattivi con istituzioni ritenute responsabili del default. Gli importi esatti delle transazioni non mi sono noti. Fonti di stampa parlano di • 1,3 miliardi di euro. Questa somma dovrebbe essere attualmente nella disponibilità di Nuova Parmalat (la società quotata). 7. Le somme incassate come risarcimento dovrebbero servire per risarcire (lo dice la parola stessa..) i soggetti che hanno subìto danni nel default, a cominciare dagli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che, in conseguenza dei fatti, hanno visto azzerato il valore dei rispettivi risparmi, in quanto le azioni stesse alla data odierna non sono negoziabili. 8. Pare invece che le somme raccolte come risarcimento siano in procinto di essere distribuite agli azionisti di Parmalat spa, società creata nel 2005 e che non ha subìto alcun danno dai soggetti ai quali il commissario straordinario dottor Enrico Bondi ha fatto causa in qualità di Commissario straordinario di Parmalat Finanziaria (la società di cui il sottoscritto è azionista) e con i quali ha poi raggiunto transazioni nella differente carica di Amministratore Delegato di Parmalat Spa. La Nuova società (Parmalat Spa) non ha gli stessi soci della Vecchia Parmalat (Parmalat Finanziaria spa) e gli attuali soci di Parmalat Spa, non avendo subito alcun danno, NON HANNO ALCUN DIRITTO AD ESSERE RISARCITI. E’ da notare specificamente che nell’azionariato di Nuova Parmalat figurano anche quegli stessi enti (Banche, società di revisione, ect.) che la Giustizia (in Italia e all’estero) sta chiamando a rispondere di ipotesi di reato gravissime (aggiotaggio, falso in bilancio, ect). La distribuzione dei risarcimenti come dividendo agli azionisti di Parmalat spa (Nuova Parmalat) farebbe finire la somma frutto delle transazioni ANCHE nelle mani di quegli stessi enti che sono in Giudizio e che ɿ raggiungendo accordi transattivi ɿ hanno indirettamente ammesso la propria responsabilità nei confronti della Parmalat Finanziaria Spa (la Vecchia Parmalat). 9. Se ciò avvenisse, sarebbe l’ennesima beffa per la rispettabilità e la credibilità del mercato finanziario, nonché per gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa che si sono stati danneggiati già nel 2003 non solo dai soggetti e dalle istituzioni che sono o andranno in Giudizio per il default, ma anche da un decreto legge (347/03) che li ha incredibilmente esclusi ɿ per motivi mai chiariti pubblicamente da nessuno, neanche dal Commissario straordinario Dott. Enrico Bondi ɿ dal risanamento del Gruppo. Gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria spa sono stati ”espopriati࿰ del loro ruolo di proprietari di quote del gruppo, nonostante non avessero alcuna responsabilità nel default. Gli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria spa hanno visto rinascere, due anni dopo, un’azienda che aveva lo stesso core business, la stessa sede, gli stessi cespiti industriali, lo stesso marchio. Ma loro, incredibilmente, non ne erano più proprietari. La società nata dalle ceneri del Gruppo Parmalat fattura circa 4 miliardi di euro l’anno e nel maggio 2007 ha perfino distribuito dividendo agli attuali azionisti. La Parmalat non è affatto ”fallita࿰, ha soltanto cambiato proprietà. E i risparmiatori che avevano azioni della vecchia Parmalat sono stati completamente esclusi ed espropriati da una procedura - per certi versi - molto oscura. Basti pensare che la stessa persona, cioè il dottor Enrico Bondi, ha occupato tre ruoli diversi, in apparente fortissimo conflitto di interessi tra loro: ne dicembre 2003 il dottor Enrico Bondi era Amministratore Delegato di Parmalat Finanziaria spa, quindi ”numero uno࿰ del Gruppo al momento del default. Avrebbe avuto la possibilità (o forse l’obbligo?) di avvertire il mercato dello stato di fortissima crisi del Gruppo, magari invitando gli organismi di controllo a sospendere la quotazione del titolo azionario Parmalat Finanziaria Spa. Invece nel periodo durante il quale il dottor Enrico Bondi è rimasto in carica con AD di Parmalat Finanziaria spa, pare che grosse istitutuzioni finanziarie abbiano ”scaricato࿰ sul mercato milioni di azioni finite in mano ad ignari risparmiatori. Sempre il dottor Enrico Bondi, in qualità di AD di Parmalat Finanziaria, nel dicembre 2003 ha omesso di avvertire il mercato che le varie segnalazioni d’acquisto sui titoli azionari Parmalat (per esempio quella rilasciata da Deutsche Bank il 12.12.2003) erano assolutamente false e servivano solo ad indurre gli ignari risparmiatori ad acquistare titoli che le grandi banche stavano scaricando sul mercato. Lo stesso dottor Enrico Bondi è stato poi nominato Commissario straordinario e dal 2005 è diventato Amministratore Delegato di Parmalat Spa (Nuova Parmalat), carica che ricopre attualmente. 10. Per stessa ammissione del Commissario straordinario dottor Enrico Bondi, alcuni istituti bancari attualmente in giudizio per reati gravissimi (aggiotaggio, bancarotta fraudolenta, ect.) avrebbero realizzato plusvalenze di varie centinaia di milioni di euro sfruttando a loro favore il meccanismo della conversione del debito (i vecchi bond sottoscritti in gran parte dai risparmiatori) in azioni della nuova società. 11. Il ”risanamento࿰ del Gruppo Parmalat ha quindi permesso a vari soggetti accusati di reati gravissimi di speculare prima del default, poi durante le settimane di crisi del dicembre 2003 (scaricando sui risparmiatori obbligazioni e titoli azionari nelle settimane precedenti il default) e soprattutto DOPO il default, cioè durante la fase di ristrutturazione, approfittando delle procedure previste dal decreto legge 347/03 (conversione del debito in azioni). Tutto questo mentre migliaia di azionisti di minoranza, in gran parte piccoli risparmiatori, hanno visto azzerato il loro risparmio senza che nessuno si preoccupasse ɿ nel lungo volgere di quattro anni ɿ di assicurare loro il risarcimento delle somme andate perdute, né di informarli sulle procedure seguite, né su alcun argomento inerente la situazione di Parmalat Finanziaria Spa. 12. In data 28.04.2007 tre azionisti di Parmalat Finanziaria, tra i quali il sottoscritto dottor (omissis), hanno presentato all’assemblea dei soci di Nuova Parmalat (la società attualmente quotata) un ”Piano di fusione࿰ (allegato #6) che proponeva un ”merger࿰ tra le due società (Vecchia e Nuova Parmalat) e la sottoscrizione da parte degli azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat di un aumento di capitale con il pagamento di un euro (• 1,00) per ogni azione vecchia contro un’azione della Nuova società. Questa fusione avrebbe permesso agli azionisti della Vecchia società di rientrare nel capitale della Nuova Parmalat (a pagamento!) ottenendo un parziale risarcimento del danno subìto. Per i nuovi azionisti questo ”Piano di fusione࿰ avrebbe comportato immediati vantaggi economici (incasso dell’aumento di capitale) e soprattutto avrebbe permesso alla Nuova Parmalat di evitare richieste di risarcimento da parte degli azionisti della Vecchia Parmalat. E’ da notare che Nuova Parmalat è attualmente in giudizio presso il tribunale di New York (class action) e il giudice Lewis Kaplan, con sentenza del 28.6.2007, ha dichiarato la piena responsabilità di Nuova Parmalat (la società quotata) nei confronti dei risparmiatori azionisti (e di altri soggetti) danneggiati dal default. Alla data odierna Nuova Parmalat corre il forte rischio di dover pagare un risarcimento di diversi miliardi di dollari alla class action costituitasi negli Stati Uniti. La fusione azionaria tra Vecchia e Nuova Parmalat probabilmente avrebbe evitato questo rischio. La Nuova Parmalat però non ha dato alcun seguito alla proposta di fusione, che pure conveniva a tutti, e in particolare modo a Nuova Parmalat stessa. Perche? 12. Ritenendo che la società Parmalat Spa sia a questo punto responsabile della perdita sofferta dal sottoscritto per l’investimento in azioni della Parmalat Finanziaria Spa (società assorbita da Parmalat Spa per effetto del Concordato) in data (omissis) ho provveduto a chiedere a Parmalat Spa il risarcimento del danno sofferto causa l’azzeramento del valore delle azioni Parmalat Finanziaria spa in mio possesso. L’Ufficio Legale di Parmalat Spa, nella persona dell’Avvocato (omissis), ha risposto in data (omissis) che nulla mi è dovuto. 13. In conseguenza di fatti sopraesposti chiedo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano di ordinare alla società Parmalat Spa, via Oreste Grassi 26, Collecchio (Parma) la liquidazione a favore del sottoscritto (omissis) della somma di • (omissi) pari al prezzo di acquisto delle azioni Parmalat Finanziaria, adesso assorbita da Parmalat Spa. A seguito della liquidazione di questa somma io sottoscritto (omissis) mi impegno a restituire alla Parmalat Spa tutte le azioni di Parmalat Finanziaria spa attualmente in mio possesso. In subordine chiedo a codesta spettabile Procura della Repubblica di procedere al sequestro cautelativo a favore del sottoscritto (omissis) della somma di • (omissis) pari al danno da me personalmente sofferto per l’investimento in azioni della Parmalat Finanziaria Spa, adesso assorbita da Parmalat Spa. Riservandomi, in ogni caso, il diritto di chiedere successivamente alla stessa Società Parmalat eventuale risarcimento per danno morale ed interessi. Chiedo anche a codesta spettabile Procura di indagare se l’esclusione degli azionisti di minoranza di Parmalat Finanziaria Spa dal processo di ristrutturazione del Gruppo Parmalat sia avvenuta deliberatamente, e se questo eventuale fatto rappresenti qualsiasi profilo di reato. 14. Mi tengo a vostra totale disponibilità per fornire testimonianza sui fatti e le situazioni presentate nella presente denuncia. Allegati: 1.Documenti di acquisto azioni Parmalat Finanziaria spa 2.Certificato di possesso dei titoli rilasciato dalla mia banca 3.Copia del ”Piano di fusione࿰ presentato all’assemblea dei soci di Parmalat spa il 28.4.07 e allegato agli atti ufficiali dell’Assemblea (allegato 6 di complessive 6 pagine) 4.Notifica di messa in mora alla società Parmalat Spa (data) 5. Eventuale risposta della Parmalat Spa (data) In fede firma (indirizzo) Ho risposto così: La ringrazio molto del documento. Ma ci sarà una causa? E quando? Mi dia notizie, per favore. Grazie, G. Mi ha subito riscritto: Per adesso si tratta solo di un esposto denuncia alla Procura della Repubblica. Cioè: lo strumento che un cittadino dispone per segnalare all’autorità giudiziaria un fatto, un evento, ect che - a giudizio della persona che lo presenta - potrebbe avere profilo di reato. Ho letto che oggi Adiconsum ha presentato un esposto denuncia contro TIM e Vodafone per la storia dei profili tariffari dei cellulari cambiati d’ufficio. L’AG può archiviare la denuncia, se ritene che non ci siano profili di responsabilità, oppure può disporre indagini. Nel caso in questione non ha archiviato :-) Per adesso, che io sappia, nessuna causa in vista. La class action americana ha convinto il giudice del tribunale di NY che Parmalat (nuova, la società quotata) è responsabile nei confronti dei risparmiatori (azionisti e obbligazionisti) proprio perchè (dicono gli americani) in base al concordato Parmalat eredita sia il diritto ai risarcimenti che il profilo di responsabilità dei precedenti amministratori. La Nuova parmalat ha accetttato una transazione, quindi ammettendo la responsabilità. L’accordo, che deve essere ratificato dal giudice, prevede il pagamento di 10,5 milioni di azioni alla class action. La cosa da seguire, in questo momento, è la sentenza della Cassazione. Perchè se il concordato (per caso :-) venisse bocciato, sai che casino??? Al momento la cosa da segnalare è che sotto i cieli di Parma poco o nulla è come appare...La cosa strana è che nessun giornale italiano, per adesso, ha mai scritto la VERITA’... E anche sul fatto che Nuova Parmalat ha dovuto pagare 10,5 milioni di azioni agli americani, nessuno ha scritto nulla.. I giornali mainstream si sono limitati a riportare i comunicati stampa di Parmalat che ovviamente riportano la verità dell’azienda, e non quella...giusta. La terrò informata... Buon lavoro e cordialità CG Questo lettore mi aveva scritto in precedenza (9 aprile 2008) la seguente mail Gentile sign. Dell’Arti, intanto complimenti per la rubrica e anche per la nuova veste della Gazzetta che a me personalmente piace molto. Ho seguito con interesse i suoi articoli su Alitalia. Io sono un risparmiatore truffato coinvolto nel caso Parmalat in qualità di piccolo azionista della Vecchia Parmalat. Lei dice che per Alitalia verrà applicato il decreto Marzano (legge 347/2003) ma Le vorrei segnalare che gli effetti del decreto comporterebbero un azzeramento del capitale sociale e quindi la totale perdita di valore delle azioni Alitalia. Il 50% del capitale di Alitalia è in mano al Tesoro (cioè lo Stato, cioè tutti noi) e non credo che i politici nostrani arriveranno all’assurdo di un commissariamento che cancellerebbe completamente il capitale e quindi anche la proprietà pubblica di Alitalia. Che a quel punto diventerebbe di esclusiva proprietà dei creditori, com’è successo nel caso di Parmalat. Le differenze dei due casi tra l’altro sono evidenti. Alitalia è una società in pre-fallimento da 3-4 anni, non ha mai nascosto il passivo e chi ha comprato le azioni sapeva benissimo la situazione. Noi azionisti di Parmalat abbiamo invece acquistato una società che dichiarava di avere 4 miliardi (8 mila milioni di lire...) di cassa, un buon business, un discreto cash flow, ect. ect.. Tutte cose che Alitalia si sogna. Nel caso Parmalat c’erano revisori compiacenti e banche che consigliavano l’acquisto di bond e azioni: Deutsche Bank ha emesso un giudizio "acquistare" su Parmalat il 12.12.2003, dieci giorni prima del ritiro del titolo dalla borsa... (e poi si è capito perchè)... Nonostante tutti il decreto Marzano ci ha escluso dal processo di ristrutturazione dell’azienda, mentre ha permesso alle banche (molte delle quali sotto processo per i fatti...) di guadagnare prima del crack (operazioni truffa in complicità con Tanzi), durante (scarico dei titoli sui risparmiatori) e dopo, acquisendo i bond in pre-default a 0,25 circa sul nominale, e poi ricevendo in concambio azioni che il primo giorno di quotazione valevano 3 euro (chissà perchè?) Gli stessi creditori privilegiati hanno avuto 1azione x 1 euro di debito e vendendo il primo giorno di quotazione di nuova Parmalat hanno triplicato il valore del debito che avevano. Nessun giornale inoltre ha evidenziato il fatto che i piccoli azionisti hanno fatto causa a Nuova Parmalat in Usa, e che adesso - in virtù di questa azione - la Nuova Parmalat rischia di dover pagare risarcimenti miliardari (guardi, per documentazione, il sito del tribunale di New York www.parmalatsettlement.com) e - teoricamente - anche di essere spazzata via. Molti miei colleghi di sventura, piccoli azionisti Parmalat, pensano che dopo aver commissariato l’AZ i politici non riusciranno a spiegare perchè il capitale viene azzerato, cambieranno la legge marzano e i piccoli azionisti di vecchia Parmalat verranno riammessi - con qualche stratagemma finanziario - nel capitale di Nuova Parmalat. Quindi, per assurdo, la crisi Alitalia potrebbe tornare utile al destino di migliaia di piccoli risparmiatori azionisti di vecchia parmalat che da oltre quattro anni aspettano giustizia, risarcimento del danno e le scuse di un sistema Italia (politico, finanziario, giudiziario, ect.) che non sta più in piedi. Quindi potrebbe succedere che la disgrazia di Alitalia faccia la fortuna dei piccoli azionisti truffati di Parmalat... Per ulteriore documentazione sulla questione Parmalat, ancora tutta da risolvere a dispetto del "tutto va bene madama la marchesa" tanto cara ai nostri politici di tutti i colori, può visionare il sito dei piccoli azionisti truffati Parmalat, cioè www.cripap.org Buon lavoro e cari saluti Carlo Giulietti Firenze 335 609 66 55