varie, 19 agosto 2008
Alberto Falchetti, di anni 59. Romano, omosessuale, architetto, un passato nel mondo dello spettacolo, benestante ma «molto discreto», un fratello farmacista e una madre anziana che abita a Grosseto, di recente aveva intrapreso il lavoro d’editore e viveva solo in un elegante appartamento nel quartiere Aurelio
Alberto Falchetti, di anni 59. Romano, omosessuale, architetto, un passato nel mondo dello spettacolo, benestante ma «molto discreto», un fratello farmacista e una madre anziana che abita a Grosseto, di recente aveva intrapreso il lavoro d’editore e viveva solo in un elegante appartamento nel quartiere Aurelio. Domenica scorsa vicino alla stazione Termini adocchiò il rumeno Iulian Muscocea, 26 anni, 1 metro e 85 d’altezza, corporatura robusta, fisico scolpito, e lo invitò a casa sua sua offrendogli soldi in cambio di sesso. I due presero a palparsi e a godere già durante il viaggio in auto, giunti nell’appartamento mangiarono qualcosa bevendo birra, poi l’italiano si spogliò fino a restare coi soli bermuda indosso, a un certo punto chissà perché nacque in salotto una lite furibonda e il rumeno, a calci e pugni, sfondò il cranio dell’amante che s’accasciò per terra con la testa appoggiata sul divano. Il Muscoceca, credendolo solo stordito, prese a frugare negli armadi e nei cassetti, arraffò alcuni pc portatili, macchine fotografiche, un braccialetto d’oro e soldi in contanti, e scappò via con la refurtiva che vendette per 550 euro a una moldava del quartiere Prenestino. Più tardi, saputo che l’architetto era morto, ebbe l’idea di fuggire in Spagna ma fu fermato dalla polizia mentre saliva su un treno diretto a Ventimiglia (il corpo del Falchetti, trovato il giorno dopo in una pozza di sangue dalla colf che aveva le chiavi di casa). Serata di domenica 18 agosto in un appartamento al terzo piano di una elegante palazzina in via Agostino Valiero 12, a due passi dal Vaticano, a Roma.