Galileonet.it, 19 agosto 2008
Molti insetti, pur assimilando l’ossigeno dall’atmosfera, hanno un’intensa vita subacquea. I loro, però, non sono record di apnea: grazie al manto ruvido e idrorepellente, questi animaletti riescono a trattenere uno spesso strato di aria intorno ai corpi, una riserva che consente la respirazione anche a molti metri di profondità
Molti insetti, pur assimilando l’ossigeno dall’atmosfera, hanno un’intensa vita subacquea. I loro, però, non sono record di apnea: grazie al manto ruvido e idrorepellente, questi animaletti riescono a trattenere uno spesso strato di aria intorno ai corpi, una riserva che consente la respirazione anche a molti metri di profondità. A quanto esattamente? La risposta arriva da uno studio pubblicato su Journal of Fluid Mechanics. Grazie all’applicazione di un modello matematico, John Bush e Morris Flynn del Massachusetts Institute of Technology (Mit) dimostrano che alcuni potrebbero spingersi fino a 30 metri senza che le bolle d’aria esplodano durante l’immersione. La loro stabilità sarebbe infatti garantita dai peli presenti sull’addome degli insetti. Questi tratterrebbero l’aria, evitando anche che gli spiracoli (piccoli fori che consentono la respirazione) si allarghino oltre il consentito. La distanza tra un pelo e un altro è il parametro fondamentale: più è stretta e più la bolla d’aria può resistere alla pressione dell’acqua. Ma è sempre e comunque una questione di equilibrio: se i peli sono troppo vicini, infatti, non c’è abbastanza spazio per respirare, perché la superficie della bolla deve essere abbastanza ampia da garantire lo scambio di gas con gli spiracoli. I ricercatori hanno anche scoperto quali sono i limiti delle immersioni. Gli insetti, da un punto di vista puramente meccanico, potrebbero raggiungere i 30 metri di profondità prima di vedere esplodere le proprie riserve d’aria, ma raramente vi si avventurano, a causa della mancanza di luce e di prede.