Galileonet.it, 19 agosto 2008
Una fotocamera che imita la forma dell’occhio umano grazie a una sorta di lente flessibile di silicio
Una fotocamera che imita la forma dell’occhio umano grazie a una sorta di lente flessibile di silicio. l’ultima invenzione che potrebbe permettere fotografie a risoluzioni di gran lunga superiori a quelle cui siamo abituati. Il progetto, ancora in fase di sperimentazione, è frutto di una collaborazione tra Yonggang Huang della Northwestern University di Evanston, e John Rogers della Illinois University, e i dettagli dello studio sono pubblicati su Nature. L’occhio umano capta le immagini proiettandole all’interno della sua superficie sferica. Il nuovo modello di obiettivo effettua un processo molto simile, in quanto il piano focale che ospita i sensori elettronici ha anch’esso una superficie semisferica. Le fotocamere convenzionali, invece, usano una lente curva per focalizzare l’immagine, che però viene proiettata su una superficie piana, dove la luce è catturata dalla pellicola o dal sensore digitale. Questo passaggio da sfera a piano causa dei difetti dell’immagine (aberrazioni) che, infatti, devono essere corretti usando serie di lenti che riducono la distorsione. E che, ovviamente, aumentano i costi e la pesantezza degli obiettivi. Nel nuovo modello, la superficie semisferica è costituita da una membrana molto elastica (una cupola di appena due centimetri di diametro di poli-dimetil-siloxano) che viene applicata direttamente sulla lente dell’obiettivo, e sulla quale vengono innestati i sensori elettronici (minuscoli chip in silicio delle dimensioni di 100 micrometri quadrati ciascuno). Un sistema di piccoli ponti in plastica collega tutti i sensori, riducendo la trazione provocata dall’allargamento e restringimento della membrana, che altrimenti andrebbe a danneggiare i delicati circuiti. Il sistema avrebbe finora superato a pieni voti i test: il 99 per cento dei chip è risultato perfettamente funzionante.