Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  agosto 18 Lunedì calendario

VENTRONE Gian Piero

VENTRONE Gian Piero Napoli 17 dicembre 1960. Preparatore atletico. Dell’Atalanta (dove è giunto dal Bari con Antonio Conte). Noto soprattutto per il lavoro nella Juventus, che sotto le sue cure vinse cinque scudetti (1995, 1997, 1998, 2002, 2003), una Champions League (1996), una coppa Intercontinentale (1996) ecc. • «[…] Arriva al seguito di Marcello Lippi, proveniente da Napoli e dal Napoli nella primavera del ”94. Pochissimi conoscono quell’uomo dai capelli corvini, energico, dalla voce tonante [...] diventa presto un personaggio. Ha prestato servizio nel Battaglione SanMarco, i marines italiani, ed ha pure avuto la possibilità di trascorrere qualche tempo negli States, in aggiornamento. Basta e avanza per trasformarlo in ”marine”. Un soprannome che tutto sommato lo inorgoglisce. Come gli fa piacere la fama di duro, inflessibile preparatore atletico. Con Vialli in testa, i giocatori della Juve fanno i giri di campo al suono di marcette militari, tipo Ufficiale e gentiluomo. Ed è sua l’idea di far portare tronchi d’albero al Comunale per preparare una specie di temutissimo ”percorso di guerra”. Con Lippi i rapporti sono fraterni. Ma si interrompono bruscamente nel corso della stagione 1998-99. la stagione delle dimissioni di Marcello. Ma, prima che Lippi dica stop, la dirigenza Juve, giocando d’anticipo, propone a Ventrone il prolungamento del rapporto. Gian Piero firma, pare, senza avvisare prima Lippi. Che la prende malissimo, neanche a dirlo. Per qualche tempo i due neppure si salutano, ma i due anni di lontananza servono anche a riallacciare l’antica amicizia. Si parlano, si spiegano, tutto dimenticato. Due scudetti in due anni ( più una finale diChampions League) dimostrano che la collaborazione continua a funzionare. […]» (Luca Curino Paolo Forcolin, ”La Gazzetta dello Sport” 16/11/2003).