Roberto Giovannini, La Stampa 17/8/2008, 17 agosto 2008
Trentasei licenziamenti nel giro di dodici mesi, ultimo quello del macchinista Dante De Angelis, «penultimi» gli otto di Genova
Trentasei licenziamenti nel giro di dodici mesi, ultimo quello del macchinista Dante De Angelis, «penultimi» gli otto di Genova. Ma che succede alle Ferrovie, sono impazziti? «Niente», dicono i più stretti collaboratori dell’ingegner Mauro Moretti, amministratore delegato delle Fs Spa dal settembre del 2006, un personaggio dai modi impeccabili ma anche molto, molto poco tollerante con comportamenti (a volte, sospetti di comportamenti) che ritiene inaccettabili. «Succede - dicono gli uomini dell’ad - che vogliamo far rispettare le regole, nell’interesse dell’azienda e di tutti i lavoratori. Non si possono dire falsità, parlare di rischi per la sicurezza che non ci sono, visto che siamo la compagnia più sicura in Europa, e gettare fango sul lavoro di 87 mila persone». Parole dure, nello stile di un manager che in Ferrovie lavora dal 1978, che in Ferrovie ha fatto anche il sindacalista (diventando segretario nazionale della Filt-Cgil), che delle Ferrovie «sa tutto». Lo conferma anche chi non lo ama affatto: «Moretti di questo posto conosce ogni angolo - afferma un anonimo ex-dirigente dell’azienda che con l’ad si è scornato più volte - soltanto che vede complotti e nemici dappertutto». A quanto pare, non si contano le durissime intemerate quotidianamente affibbiate a questo o quello. Frutto di paranoia o della tradizionale atmosfera Fs di lassismo e superficialità, di affari concordati e assunzioni per raccomandazione? Un’atmosfera che Moretti intende modificare anche allontanando con le buone o con le cattive i dirigenti di cui non si fida più. O spedendo una quantità di provvedimenti disciplinari come multe o sospensioni dal lavoro, provvedimenti che molti sindacalisti definiscono «assolutamente sproporzionati alle mancanze denunciate dall’azienda». Accuse respinte al mittente. Il clima di terrore? «Non è vero, Moretti è molto esigente - dicono i suoi - e fa bene». Veniali le mancanze dei lavoratori puniti? «Verifichiamo con attenzione ogni caso - è la replica - la verità è che se si trattasse di una qualsiasi altra azienda nessuno avrebbe da obiettare». Ma c’è di più, ovviamente. Dietro tanta rigidità c’è la preoccupazione per il nuovo scenario che attende le Ferrovie dello Stato Spa: sta per scatenarsi una guerra dell’Alta Velocità sulla lucrosa linea Milano-Roma con i privati di NTV (tra cui Luca Cordero di Montezemolo). E con le compagnie aeree, prima tra tutte AirOne e Alitalia (o tutt’e due insieme, come pare probabile). «Siamo in un momento di passaggio - dicono dalle stanze vicine a Moretti - non siamo più un braccio operativo dello Stato, tra breve si scatenerà una dura competizione con gli operatori privati, dietro cui si nascondono i francesi di SNCF e i tedeschi di Deutsche Bahn. Bisogna fare quadrato, e dire chiaro e tondo che certi comportamenti del passato non sono più ammissibili, che ognuno di noi ha diritti ma anche doveri». Stampa Articolo