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 2008  agosto 17 Domenica calendario

«E se mi candidassi a sindaco di Firenze?». E’ bastato un sms alla vigilia di Ferragosto per aprire a Firenze la corsa alla successione di Lorenzo Domenici

«E se mi candidassi a sindaco di Firenze?». E’ bastato un sms alla vigilia di Ferragosto per aprire a Firenze la corsa alla successione di Lorenzo Domenici. Autore del messaggino l’assessore Graziano Cioni, autore della prima, controversa ordinanza contro i lavavetri. Un gesto che finisce sulla prima pagina del Riformista con un titolo eloquente: «A Firenze il Pd si sgretola via sms. In realtà, il gesto di Cioni ha aperto un dibattito tra i democratici sulle regole da seguire per la scelta del prossimo candidato alla guida della città. Primarie di partito? Primarie di coalizione? O entrambe le cose? E’ un passaggio decisivio per il Pd fiorentino che, secondo il riformista, potrebbe trovarsi in casa l’incubo Guazzaloca, ossia un outsider dell’opposizione che sbaraglia tutto. La prima vittima è stato Igor, bastardino a pelo lungo e bianco rinchiuso nel canile. E il suo padrone, naturalmente, che si è visto appioppare una multa da 160 euro più l’obbligo del mantenimento (10 euro al giorno) del suo migliore amico finito in «prigione». Tanto ha fatto che ha riavuto il suo cane senza pagare. Del resto mai avrebbe potuto visto che è un mendicante, pure lui incappato nel grande «regolamento condominiale» che da quattro giorni imprigiona Firenze in una ragnatela di grandi e piccoli divieti. Questa definizione, «regolamento condominiale», è dell’assessore alla sicurezza sociale e vivibilità urbana Graziano Cioni, che ha rimesso mano al vecchio testo della polizia municipale per il quale ha trovato un titolo suggestivo, «Norme per la civile convivenza in città»: 46 articoli, 156 codicilli con cui l’assessore del Pd della giunta guidata da Leonardo Domenici vorrebbe fare di Firenze il posto più sicuro del mondo. «Cos’è, una città, se non un grande condominio? Mi sono limitato a rendere operative norme di buon senso», spiega Cioni. E così succede che, accanto all’ovvio divieto alle prostitute di esercitare nei pressi di chiese, cimiteri e giardini pubblici, scattino mille altre fantasiose restrizioni: vietato stendere i panni fuori dalla finestra; vietato (pena la rimozione, come per le auto) parcheggiare le biciclette appoggiandole ai muri o ai pali della segnaletica; vietato mendicare stando seduti o distesi su un marciapiede o in compagnia di un cane (povero Igor...); vietata ai commercianti la pulizia delle vetrine dopo le 9,30; vietato agli strilloni vendere giornali se intralciano il traffico. Le multe, fino a ieri, sono state poco più di cento. Fra piazza Duomo, piazza della Signoria, Santa Maria Novella e Ponte Vecchio i vigili picchiano duro. Multata (160 euro) una coppia di turisti francesi sorpresi con una focaccia farcita in bocca sulle scale di una chiesa: non si può. Inferociti, i due hanno esclamato che nel loro paese questo non sarebbe mai successo. «Qui siamo a Firenze», li ha liquidati, gelido, il vigile. Colpito e affondato un commerciante che, armato fuori orario di spruzzatore e bacchetta di gomma, toglieva dalla vetrina una macchia di gelato. Sanzionato senza misericordia un altro negoziante che ha impedito a un turista di usare il bagno: sì, perché il regolamento stabilisce che chiunque, acquisti o meno qualcosa, possa servirsi delle toilette degli esercizi commerciali. « assurdo - sbotta il presidente della Confesercenti di Firenze, Nico Gronchi - i negozianti dovranno rifare i bagni ogni cinque mesi. Avevamo chiesto all’assessore Cioni di far pagare qualcosa a chi usa le toilette, ma non c’è stato niente da fare». E poi ci sono gli ambulanti abusivi. Naturalmente ce n’è anche per loro nel nuovo decalogo per la civile convivenza fiorentina. Di notte via dei Calzaiuoli, che collega piazza Duomo a piazza della Signoria, pullula di senegalesi e marocchini che espongono false griffe su grandi lenzuoli: all’arrivo dei vigili i lenzuoli vengono riavvolti attorno alle borse Vuitton e Fendi e trascinati nei vicoli dai clandestini. Dopo pochi minuti, però, scomparsi i tutori dell’ordine gli ambulanti tornano al loro posto come se niente fosse. Il tutto avviene sotto gli occhi di due senegalesi in cappellino e divisa, e armati di ricetrasmittente. Anch’essi «creature» di Cioni, si chiamano «mediatori sociali»; sono stati assunti in dieci dal Comune con il compito di «convertire» gli immigrati alla legalità. «Le nostre armi sono solo la parola e un buon consiglio», dicono. Ma i loro connazionali li guardano in cagnesco, temendo delazioni. Li chiamano «kapò», come quei deportati ebrei incaricati dai nazisti di sorvegliare gli altri prigionieri nei lager. Firenze, oppressa dall’afa di agosto, accoglie il nuovo «regolamento condominiale» con la stessa saggia (e interessata) rassegnazione con cui accoglie i turisti che sciamano in centro come cavallette. Delle nuove norme sa poco, perché il Comune non ha dato un’informazione adeguata. «Ci apprestiamo a farlo con una campagna a tappeto», assicura Cioni che, a chi critica il regolamento, risponde così: «Bisognava stabilire quando la libertà di un individuo limita quella di un altro, e abbiamo trovato un punto di equilibrio». E poi, ricorda Cioni: «In grandi città come Roma il centrosinistra ha perso le elezioni perché ha ignorato la sicurezza». Ma Ornella De Zordo, docente universitaria e consigliere comunale di «Unaltracittà», lista civica che assieme a Rifondazione comunista rappresenta l’opposizione si sinistra alla giunta di Domenici, definisce il regolamento «ridicolo, inefficace, vessatorio». E aggiunge: «Che senso ha togliere il cane a un mendicante o multare chi stende i panni? L’ordinamento, inoltre, è ingiusto perché colpisce gli indifesi come gli ambulanti abusivi che, in base alle nuove norme, sono sanzionabili anche se trasportano la merce chiusa nelle sacche: come se non si sapesse che sono l’ultimo anello, il più debole, della catena criminale che parte dalla produzione delle false griffe». «Cioni ha fatto un’operazione di facciata, scimmiotta la destra sul tema della sicurezza e lo fa anche male - insiste Ornella De Zordo - il Comune ha pensato di nascondere la polvere sotto il tappeto nel salotto di Firenze». E le cicche di sigarette che da quattro giorni i fumatori non sanno più dove mettere? Il regolamento vieta di gettarle in strada, ma mancano i posacenere. Allora che si fa? Sta diventando davvero complicata, la vita a Firenze.