varie, 15 agosto 2008
CAINERO
CAINERO Chiara Udine 24 marzo 1978. Tiratrice a volo. Medaglia d’oro nello skeet alle Olimpiadi di Pechino (2008) • «’Le dissi: ”Chiara non toccare lì che scotta’. Era una bambina. Toccò lo stesso. Si scottò e le venne la bolla. Non si lamentò. Uscì dalla stanza e la trovai in corridoio che si soffiava sul dito. Questa è mia figlia: testarda, orgogliosa, fa sempre ciò che si mette in testa. Alla prima gara di Coppa del mondo aveva la dissenteria. Sparò male nella prima serie, poi mi mandò un messaggino: ”non mi fermerà un mal di pancia’. Nella seconda serie ne colpì 24 su 25. Dopo i Giochi di Atene, mi disse: ”Voglio provare anch’io quello che ha provato Andrea Benelli, oro nello skeet’. Quel giorno ebbi la certezza che Chiara avrebbe messo il dito sulla medaglia d’oro di Pechino. Come sulla parete che scottava”. Parola di mamma Mariangela. Questa è Chiara Cainero, primo oro olimpico di un’italiana nel tiro. [...]» (Luigi Garlando, ”La Gazzetta dello Sport” 15/4/2008). «[...] Papà Eddi Cainero [...] è ispiratore, sponsor e primo tifoso: ”A 14 anni m’ha detto: ”Papà, sparo anch’io’. Ha lasciato pallavolo e pattinaggio a rotelle, e via. In 16 anni di tiro con lei ho conosciuto tutti i lati di mia figlia [...]» (Vincenzo Martucci, ”La Gazzetta dello Sport” 15/8/2008). «[...] A 14 anni, Chiara si divertiva già a sparare nel ”percorso di caccia” poi è passata allo skeet. E ci è rimasta. [...] Laureata di Scienza della Comunicazione, giornalista pubblicista, Chiara Cainero aveva già lavoro avviato, a Milano. ”Organizzavo eventi e l’agenzia per la quale lavoravo mi aveva proposto di seguire un prestigioso master. Ma a quel punto il richiamo dello sport per il quale mi sono terribilmente appassionata era troppo forte. Mi sono licenziata, sono tornata a Udine e nel campo di Campoformido non ho più smesso di sparare ai piattelli. Ho le chiavi del campo. Mi presento lì alle 9 e bum-bum-bum... per circa 300 giorni all’anno vado a sparare. Dalle 9 a mezzogiorno. Corsa e palestra nel pomeriggio e quando devo preparare grandi avvenimenti torno in pedana per centrare altri piattelli. Anche 250-300 colpi al giorno”. [...] Il marito Filippo, siciliano con un buon impiego in banca [...]» (Pier Bergonzi, ”La Gazzetta dello Sport” 15/8/2008).