www.nuovopartitodazione.it, 14 agosto 2008
Adolfo Tino Nato ad Avellino nel 1900. Giornalista, scrisse prima sul ”Giornale d’Italia”, poi su "Rinascita liberale", giudicata da Renzo De Felice "l’unica voce originale e veramente proiettata verso il futuro che ebbe l’antifascismo nell’ultimo squarcio di vita semilegale"
Adolfo Tino Nato ad Avellino nel 1900. Giornalista, scrisse prima sul ”Giornale d’Italia”, poi su "Rinascita liberale", giudicata da Renzo De Felice "l’unica voce originale e veramente proiettata verso il futuro che ebbe l’antifascismo nell’ultimo squarcio di vita semilegale". Interrotta l’attività pubblicistica per molto tempo non si sentì più parlare di lui. Riapparve come avvocato a Milano. Nel periodo fascista il suo studio d’avvocato fu il punto d’incontro dell’antifascismo laico ed azionista. Fu il luogo di ritrovo per Parri, per Mattioli, per Bauer, per Zanotti Bianco, per Visentini e per altri azionisti che orbitavano intorno alla ”capitale morale”. Agli inizi del 1942 fu insieme a La Malfa uno degli artefici della nascita del Partito d’Azione. Il PdA nasce fra Milano e Roma nel 1942, anche con il contributo di Tino. La Malfa e Tino sono gli autori dell’articolo di fondo di presentazione del nuovo partito ("Chi siamo"), nel primo numero dell’Italia libera, uscito clandestinamente tra la fine del 1942 ed il gennaio del 1943. Dopo la caduta del fascismo e l’armistizio dell’8 settembre ’43, Tino riparò in Svizzera, a Lugano, per sfuggire all’arresto, da dove continuò la sua attività per il Partito d’Azione e la Resistenza. Dopo lo scioglimento del Partito d’Azione nel 1947, Tino confluì con l’amico La Malfa nel partito repubblicano e poi si ritirò gradualmente a vita privata, interessandosi quasi esclusivamente di finanza e diventando presidente di Mediobanca e mentore di Enrico Cuccia. Morì a Milano nel 1978.