varie, 11 agosto 2008
STRANGIO
STRANGIO Giovanni Siderno (Reggio Calabria) 3 gennaio 1979. N’dranghetista. Arrestato ad Amsterdam il 12 marzo 2009 • «[...] residente a Kaarst, nella Renania Westfalia, dove gestiva due pizzerie. lui il sospettato principale della strage di Duisburg, dove il 15 agosto 2007 vennero trucidati sei giovani calabresi, ma l’etichetta di macellaio non la vuole proprio. Negli inaccessibili anfratti dell’Aspromonte è inutile cercarlo. Il latitante doc adesso mantiene ogni comfort (vasca con idromassaggio e impianto stereo oltre all’aria condizionata) nei bunker sotterranei dove certo non vive a cinque stelle, ma sempre meglio che in una cella al carcere duro e con ”fine pena mai”. Tracce della sua permanenza sono state trovate nella Locride e quando le forze dell’ordine hanno fatto irruzione hanno trovato il ”covo ancora caldo”, ma senza alcun residente. [...] scappa in continuazione. Ha lasciato un bimbetto di venti mesi e una giovanissima moglie che l’aspetta con ansia. Scappa ovunque. [...] Quand’è stato arrestato per porto abusivo di pistola, dopo i funerali di sua cugina Maria Strangio, uccisa a San Luca a Natale 2006, nel contesto della faida di cui il latitante dice di non sapere nulla, non lo hanno considerato neppure affiliato ai clan di San Luca... [...] ”Sono disperato perché sono vittima di un errore giudiziario e temo di non riuscire a dimostrarlo perché comprendo che la giustizia non cerca il colpevole, ma un colpevole qualsiasi [...] credo che in questo momento le mie ragioni non interessino alla magistratura che deve dimostrare all’opinione pubblica internazionale, e soprattutto ai tedeschi, di risolvere velocemente il caso consegnando i colpevoli alla giustizia. [...] non conoscevo le vittime e non potevo quindi avere rancore verso di loro perché non mi avevano fatto nulla ed erano poveri calabresi emigrati per lavorare. [...] Sono partito per andare in Germania a curare i miei interessi, avevo dei locali e dovevo provvedere alla loro gestione. [...] Risiedo in Germania da molti anni. Sono partito da ragazzo con tanta speranza e voglia di lavorare per creare un futuro migliore. [...] Ho sempre e soltanto lavorato anche se questa affermazione non fa notizia perché quando ci si chiama Strangio e si è di San Luca fa notizia solo se si è delinquenti e ci si trova al centro di un caso di cronaca nera. [...] Non ho mai sparato contro nessuno perché conosco il valore della vita umana. [...] Io non sono affiliato alla ”ndrangheta e so che nel mio paese esistono povertà, disoccupazione, ignoranza, diffidenza, ma anche amore, passione e voglia di lavorare. [...] La faida è una costruzione giornalistica e dei magistrati. [...] Io disconosco l’esistenza di qualsiasi contrapposizione tra famiglie di San Luca. [...] Non temo di essere arrestato. Temo solo di rimanere vittima di giustizia ingiusta.[...]”» (Domenico Calabrò, ”Panorama” 14/8/2008).