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 2008  agosto 10 Domenica calendario

FIRENZE

Davanti a Palazzo Vecchio, nel cerchio che ricorda il rogo del Savonarola, l’assessore lancia l’ultimatum al partito: «Sono stato un bravo soldato, ho ubbidito, sempre. Stavolta però scateno una rivolta». Che non sarà quella dei Ciompi, che nell’agosto del 1378 sconquassò Firenze, ma che si annuncia velenosissima, tutta da combattere tra le mura del Pd.
Graziano Cioni, 61 anni da Empoli, l’amministratore sceriffo delle ordinanza contro lavavetri e abusivi, mendicanti e ragazzacci ubriachi e denunciatore di corruttori (ne ha fatti arrestare due con le mazzette in mano), ha deciso di contrastare chi, come Roma e parte dell’establishment del partito fiorentino e toscano, ha deciso di «trasformare in una burletta» le primarie del Pd per l’elezione, nel 2009, del nuovo sindaco.
«Vogliono primarie di coalizione per imporre un paio di candidati scelti dal partito senza consenso popolare – spiega Cioni ”. Insomma si rifiutano, di far votare la base, la gente, il popolo».
I tumulti, che Cioni annuncia, potrebbero arrivare entro le prime due settimane di settembre, quando l’assessore organizzerà l’assemblea dell’Associazione Firenze democratica, 2.600 inscritti, componente politica del Pd fiorentino, inventata dallo stesso Cioni e alla quale aderiscono il presidente del consiglio provinciale, Massimo Mattei e gli assessori comunali all’Economia, Riccardo Nencini e al Bilancio, Tea Albini.
«Nel Salone rosso del palazzo dei congressi decideremo che nessuno può fare trucchi – annuncia Cioni – come la candidatura di Rutelli che fu decisa da Veltroni. Diremo che i candidati del partito a sindaco li devono scegliere i nostri elettori, che le nomenclature non esistono più e le telefonate da Roma sono fuori dalla storia».
I detrattori dicono che dietro la crociata di Graziano, dalemiano di ferro, c’è anche un bel conflitto di interessi. Cioni, se pur non ufficialmente, è un candidato sindaco in pectore. È stato lui ad ottenere in due sondaggi le maggiori preferenze della base dopo Achille Serra e siccome la candidatura dell’ex prefetto di ferro è tramontata, lo «sceriffo» avrebbe grandissime possibilità di sedere sullo scranno più alto del Salone dei Duecento. A oggi l’unica candidatura ufficiale è quella di Daniela Lastri, assessore all’Istruzione e circolano i nomi del parlamentare Lapo Pistelli e del presidente della Provincia, Matteo Renzi, mentre l’ex ministro Vannino Chiti, dalle pagine del Corriere Fiorentino, ha declinato l’offerta.
A riprova dell’apprezzamento di Cioni ieri è arrivato un documento firmato da un quarto dei coordinatori dei circoli del partito, le vecchie sezioni, nel quale si ammoniscono Roma e la nomenclatura fiorentina e toscana del Pd, a non imporre candidati.
A difendere la scelta di primarie di coalizione sono da Roma il responsabile nazionale Organizzazione dei democratici, Andrea Orlando e il presidente della Regione, Claudio Martini. Con Cioni, per primarie «senza candidati imposti», c’è il segretario del partito fiorentino, Giacomo Billi, per ora in religioso silenzio. Un soldato pure lui. Sull’orlo di una crisi di nervi.
Palazzo Vecchio
La protesta dei cittadini davanti al Comune, lo scorso aprile, contro la proposta dell’assessore Graziano Cioni
(nella foto sotto) di vietare ai mendicanti di sdraiarsi sui marciapiedi
Marco Gasperetti