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 2008  agosto 09 Sabato calendario

Opere d’arte, habitat con una particolare fauna e flora, zone di refrigerio per i gatti, punti di ristoro per gli assetati, luoghi ameni di relax e salotti all’aperto dove i prelati della Curia Romana colloquiavano al riparo da orecchie indiscrete coperti dal fruscio dell’acqua

Opere d’arte, habitat con una particolare fauna e flora, zone di refrigerio per i gatti, punti di ristoro per gli assetati, luoghi ameni di relax e salotti all’aperto dove i prelati della Curia Romana colloquiavano al riparo da orecchie indiscrete coperti dal fruscio dell’acqua. Dunque molto più che semplici fontane che ornano i giardini vaticani. Si tratta di un vero e proprio tesoro artistico, storico e monumentale che fin dal medioevo abbellisce i giardini del Papa. I recenti lavori di restauro che hanno interessato la fontana della scogliera sono un’occasione per riscoprire questo patrimonio vaticano alimentato dall’acqua proveniente dal lago di Bracciano e in piccola parte dalle condutture dell’acquedotto della capitale. Abbiamo intervistato il dottor Vincenzo Scaccioni, botanico e agronomo del Servizio giardini del Governatorato che ci ha descritto la realtà delle 99 fontane. Recentemente nei Giardini vaticani è stata inaugurata la fontana della scogliera. Che genere di lavori sono stati eseguiti? Il 17 marzo è stata inaugurata ufficialmente dopo alcuni lavori di restauro durati una ventina di giorni. Dato che l’acqua del territorio laziale è molto calcarea, i tubi erano quasi totalmente ostruiti. I Servizi tecnici del Governatorato hanno provveduto a sostituire una vecchia cassetta di divisione ad otto prese con tubi in piombo, con tubature in polietilene. stato sistemato un collettore da 2,5 pollici con 40 nuove prese sparse su tutta la superficie per creare nuovi zampilli e spruzzi d’acqua. Il Servizio giardini si è occupato della collocazione delle piante acquatiche, mentre gli elettricisti hanno provveduto a sistemare la nuova illuminazione. La fontana della scogliera è stata costruita nel 1930 nel contesto della creazione della parte nuova dei Giardini. Il nucleo centrale del complesso verde del Vaticano risale al 1279 ed è quello presso l’attuale Giardino Quadrato e Palazzetto del Belvedere. Dopo il Concordato vennero fatti importanti lavori di sbancamento di terreno per far posto al Governatorato, al Collegio Etiopico, alla Stazione Ferroviaria e alla Radio. Quando spianarono dietro al Governatorato, venne aumentata la scarpata e creata una scogliera artificiale di circa duecento metri con rocce di radice di travertino assemblate. Con queste rocce è stata ricavata anche una fontana detta appunto della scogliera, formata da una grande nicchia alimentata superiormente dall’acqua. formata da una conduttura superiore da cui zampillano getti e altri rivoli d’acqua che vanno a cadere direttamente nel bacino, mentre altri vi si gettano compiendo due percorsi tra le rocce. Dove sono collocate le 99 fontane? Per la maggior parte si trovano nei Giardini Vaticani. Quelle più antiche sono localizzate nel nucleo storico, mentre le più recenti sono degli anni ’30 del xx secolo. La prima fontana di cui si ha notizia certa è quella del Belvedere, sita nell’attuale omonimo cortile, la più grande delle tre terrazze realizzate nel rinascimento. Fu voluta da Giulio ii nel 1504, ed è un grande catino, in origine due, circolare di granito sopra ad un basamento. La più nuova è quella posta a fianco della basilica vaticana all’ingresso della cupola, detta del Giubileo 2000 o di Giovanni Paolo ii. La più alta in quota nei giardini è quella detta delle Bocce a 76 metri sul livello del mare, vicina al bastione san Giovanni. Se consideriamo quelle poste sugli edifici, allora la più alta in quota è quella posta sulla terrazza della basilica di San Pietro dietro al punto vendita degli oggetti religiosi. Vi è anche una minoranza di fontane alimentate da acqua potabile, come quella detta della Zitella, che prende il nome da un’antica statua romana, che faceva parte presumibilmente di un frontone. Da dove arriva l’acqua dei Giardini vaticani? L’acqua non potabile arriva dal lago di Bracciano dopo aver compiuto un viaggio di circa 39 chilometri, mentre quella potabile arriva dalle condutture della città di Roma. L’acqua non potabile è chiamata "acqua paola", perché arriva dal lago di Bracciano attraverso l’antico acquedotto dell’imperatore Traiano, poi restaurato da Paolo V Borghese nel 1611. Per l’inaugurazione dei lavori all’acquedotto, venne creata la fontana dell’Aquilone a ricordo del ritorno dell’"acqua paola" in Vaticano, su progetto di Vasanzio (Jan van Santen) e di Martino Ferrabosco. All’interno della fontana vi sono dei tritoni e dei draghi che affiorano dall’acqua. Alcuni tritoni sono del Maderno. Come viene distribuita l’acqua che giunge nei giardini dal lago di Bracciano e dalle condutture comunali? Vorrei prima raccontare alcuni aneddoti legati alle condutture che convogliano le acque dal lago di Bracciano. Si tratta di grandi tubi, dove non vi è necessità di un filtraggio eccessivo, in quanto l’acqua del lago non serve per bere, ma per due scopi: irrigazione dei giardini e antincendio. Attraverso le condutture, talvolta, arrivano anche delle anguille e delle bisce d’acqua. Le anguille hanno la capacità di vivere anche fuori dall’acqua e per questo, durante le innaffiature dei prati, a volte si trovavano vaganti per il verde. Comunque la loro sorte era segnata, perché venivano catturate da corvi o da gatti, ma oggi per l’inquinamento questa specie si è fatta rara anche nei laghi più grandi. Le bisce, invece, si adattano all’ambiente, e vivono nei pressi delle fontane perché trovano rane e rospi da mangiare. Per tornare al discorso dell’acqua non potabile, essa arriva nella parte alta dei giardini, in quello alla francese, vicino alla torre san Giovanni, dove nel 1930 venne installata una grande cisterna di accumulo con una capienza di due milioni di litri, ovvero 2000 metri cubi. Questa cisterna si trova a una quota circa di 71 metri sul livello del mare. Quest’acqua sia per caduta, sia aiutata da pompe, dove la pressione non è sufficiente, alimenta le fontane e scende fino a raggiungere le due di piazza San Pietro, ad una quota di 19,50 metri sul livello del mare, che sono le più basse del Vaticano. Da lì l’acqua rientra in circolo, ciò avviene specialmente nei mesi estivi, mentre quando non vi è necessità, soprattutto nei mesi invernali, viene gettata nel Tevere. La cisterna per l’acqua potabile, invece, è posta sotto i giardini della palazzina Leone xiii o palazzina della Radio. Oltre che decorativa, alcune fontane avevano delle funzioni particolari? In alcune di esse, nelle epoche passate vi si mettevano trote, lucci, persici e carpe. In un’antica fontana, dove attualmente si trova quella della galera, c’era un invaso utilizzato come peschiera per mantenere il pesce fresco per il Papa. Poi la peschiera è stata trasferita sotto la casina Pio iv. Mi ricordo che fino a quattro anni fa, vi erano delle trote in questa fontana donate al Papa. Il 16 luglio nella stessa fontana sotto la casina Pio iv sono state introdotte dieci tartarughe acquatiche della specie Trachemys scripta elegans Wied., detta volgarmente tartaruga dalle orecchie rosse di un’età compresa tra i 7 e i 20 anni, proprio in ricordo di quelle raffigurate nei meravigliosi mosaici sovrastanti, ispirati alle scene grottesche della Domus Aurea di Nerone. Nei pressi di questa peschiera, nei secoli scorsi, si narra che anche le massime autorità vaticane, sostavano per parlare di questioni private in modo riservato, protette dal rumore dell’acqua. Che fauna e flora vi sono nelle fontane? Nella fontana della scogliera, negli anni passati non vi erano pesci, ora negli ultimi tempi, sono stati inseriti dei pesci rossi della specie Carassius auratus auratus L..Vi sono poi i rospi comuni della specie Bufo bufo L., anfibio le cui femmine depongono in maggio proprio nelle fontane dei giardini fino a diecimila uova nere ognuna, in cordoni gelatinosi poggiati sul fondo, da cui nascono i tipici girini neri con la codina sempre in movimento che si trasformano poi in rospi. Insieme con i rospi ci sono alcune rane verdi comuni della specie Rana esculenta L., oltre alle bisce dal collare o natrice, rettili colubridi non velenosi lunghi fino a 120 centimetri della specie Natrix natrix L.. Per quanto riguarda le piante presenti, abbiamo soprattutto l’Adiantum capillus-veneris L., capelvenere o barba di Giove, pianta fuori acqua o immersa pochissimo alla base, che è una felce presente sulle rocce umide limitrofe, dalle foglioline delicatissime, 15-20 centimetri di grandezza, presente anche nella fontana della scogliera. Vi è poi l’Alocasia macrorrhiza Schott., orecchie di elefante, pianta fuori acqua o immersa poco alla base, con grosse radici e foglie grandi oltre i 60 centimetri di diametro; la Zantedeschia aetiopica Spreng., calla, pianta immersa alla base, dai famosi fiori bianchi a imbuto e uno spatice giallo al centro; la Begonia grandis Irmsch. subsp. evansiana, begonia acquatica, pianta immersa poco alla base, dalle foglie spesso variegate e fiori rosacei a grappoli penduli; il Cyperus involucratus Rottb., cipero o papiro minore, pianta immersa alla base, simile al papiro egiziano da carta, ma molto più piccolo, massimo circa 150 centimetri; la Typha latifoglia L., mazzasorda o pagafrati, pianta immersa alla base, foglie a nastro con infiorescenze a mazza di tamburo molto lanuginose, altezza 150-200 centimetri; lo Sparganium erectum L., coltellaccio, pianta immersa alla base, 60-100 centimetri; il Potamogeton crispus L., pianta totalmente immersa, subacquea, con fusti fluttuanti che è giunta nelle fontane dal lago di Bracciano e la Nymphaea L. sp., pianta sommersa e galleggiante solo nelle foglie e nei famosi fiori dalle grandi corolle. Nicola Gori