Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  agosto 08 Venerdì calendario

Perle La magnifica ossessione dello sceicco è piccola, tonda e preferibilmente nera. Non è una Venere tascabile di provenienza esotica, bensì una perla

Perle La magnifica ossessione dello sceicco è piccola, tonda e preferibilmente nera. Non è una Venere tascabile di provenienza esotica, bensì una perla. O meglio, 10 milioni di perle, sciolte o infilate in orecchini, braccialetti, tiare e collier a tre-quattro fili dal valore inestimabile. A tanto ammonta la raccolta di Hussein Al Fardan. businessman del Qatar a capo del gruppo che porta il suo nome e più grande collezionista di perle sulla faccia della Terra. Le fa arrivare da ogni parte del mondo e non bada a spese: per l’ultima arrivata ha sborsato 1,2 milioni di euro.  una passione di famiglia, confessa, trasmessagli dal padre e prima ancora dal nonno. «Posso passare ore ad ammirarle, poiché non c’è niente di più bello al mondo», dice. Quando comincia a nutrire una certa nostalgia di bellezza, alza il telefono e chiama il suo braccio destro indiano per inscenare un rituale vecchio di decenni. Il grande tavolo della sala riunioni viene allora velato di rosso per accogliere degnamente il vertiginoso tesoro dello sceicco. Il suo passatempo? Replicare i gesti dei vecchi commercianti del Golfo. Pescare le perle con un piccolo cucchiaio in bronzo e posarle ogni volta sul piatto di una minuscola bilancia con pesi in cornalina per controllarne su un taccuino centenario i chaw (10 carati corrispondono a 65,18 chaw). Afferma di poterle riconoscere dal riflesso una per una: perle a goccia, perle microscopiche, perle barocche («cosa c’e di più seducente della loro irregolarità naturale?»), perle nere del Golfo («il loro splendore è pari a quello di tutte le perle nere di Tahiti»), «Da me non vedrete mai perle coltivate. poiché non le amo. Vivono dieci anni poi si spengono. Invece, se chiudete perle naturali per cento anni, esse rivivranno immediatamente alla luce come se fossero state appena tolte dall’acqua". dichiara. La perla piu incredibile, però, non è riposta, come le altre, nei grandi sacchetti di velluto rosso custoditi a loro volta dentro preziosi forzieri, guardati notte e giorno dai suoi uomini di fiducia. una perla di 4.1 milioni di metri quadrati a 350 metri dalla costa, al largo del Qatar nel Golfo Persico. Si tratta di Pearl Island, un progetto da 13 miliardi di dollari voluto dalla United development company, la società di investimenti pubblici guidata da Al Fardan, fondata nel 1999 per dare vita a progetti a lungo termine. Si tratta di un’isola artificiale iniziata quattro anni fa, che dovrebbe essere portata a compimento entro il 2011. La forma, naturalmente, è quella di un collier. E in origine lo sceicco ha affidato il progetto a un orafo, che ne ha materializzato il sogno in un modello in oro e perle. I numeri di Pearl Island sono impressionanti; per realizzarla si sono prosciugati 410 ettari in mare aperto e riempiti con 16 milioni di metri cubi di terra dragati dalla costa. Dal 20 luglio 2004 ci lavorano 30mila operai di 30 nazionalità differenti, per 12 ore al giorno, cinque giorni su sette. Al termine dei lavori, Pearl Island (già pronta a competere con le capitali del jet set internazionale, da Marbella a Saint-Tropez) diventerà buen retiro per 45mila privilegiati, che a suon di milioni di dollari si stanno già contendendo le abitazioni più esclusive. I pied-à-terre partono da 400mila dollari, le ville sul mare da 5 milioni di dollari. Si parla di una torre venduta a 500 milioni di dollari in meno di un’ora. Alla fine la città ideale di Hussein Al Fardan conterà 16mila tra ville e appartamenti, oltre a 1.100 boutique dove gli happy few che ci vivranno potranno acquistare tutto, da una Bentley a un’aspirina. Ci saranno tre grandi alberghi internazionali e sette boutique hotel, oltre a 200 ristoranti, dal bistrot al gastronomico, pronti a soddisfare ogni capriccio del palato. In più, 35 chilometri di spiagge di sabbia finissima importata dall’Arabia Saudita e 100 chilometri di strade per la circolazione interna. Ma non è solo per questo che Pearl Island (oggetto di studi d’avanguardia d’ingegneria e impatto ambientale) si preannuncia come l’isola dei record. Vanterà, infatti, la più grande centrale al mondo di aria condizionata, progettata per fornire 120mila tonnellate di unità refrigeranti, e un centro di desalinizzazione studiato per l’innaffiamento dei giardini, capace di fornire 35mila metri cubi d’acqua al giorno. Inoltre, in previsione di un eventuale riscaldamento della Terra e di un conseguente innalzamento del livello del mare, l’isola è stata costruita a 2,5 metri sopra l’acqua. Pearl Island si sviluppa intorno a due immense marine rotonde come perle. Porto Arabia e Viva Bahriya, con una quindicina di quartieri dalle caratteristiche specifiche diverse. Qanat Quartier, solcato da canali, somiglierà a Venezia, e Giardino Quartier a un parco. Abraj Quartier sarà costellato da grattacieli extra lusso e Isola Dana invece si presenterà come il fiore all’occhiello di questo folle sogno: un insieme di nove isole private collegato da una strada centrale, già tutte vendute a membri delle famiglie reali o principesche della regione. Il prezzo? 25 milioni di dollari l’una.