Stefania Tamburello, Corriere della Sera 8/8/2008, 8 agosto 2008
ROMA - E’
proprio il caso di dire che gli euro vanno a ruba, a guardare la fatica che la Banca d’Italia sta facendo per stare al passo con le richieste di banconote provenienti dalla Bce. Il problema, secondo gli interessati, non è tecnico e non riguarda la capacità produttiva dello stabilimento di via Tuscolana a Roma. Ma è organizzativo e quindi sindacale. Bisognerebbe insomma produrre di più anche in vista del maggiore sforzo chiesto all’Italia da Eurotower, che ha quasi raddoppiato la quota di banconote da stampare a partire dal prossimo anno. La soluzione per i responsabili aziendali ci sarebbe e non sarebbe neanche troppo complicata da ottenere, la previsione di due turni lavorativi al posto dell’unico turno attuale più l’assunzione di una cinquantina di nuovi operai. Il fatto è che i sindacati interni non sono d’accordo, vogliono trattare la riorganizzazione anche sotto il profilo economico. Cosa che, e non c’è troppo da stupirsene, vede posizioni distanti tra le parti.
La vertenza è comunque iniziata, ma è ancora in corso. Non l’ha risolta neanche l’accordo sul rinnovo del contratto raggiunto il 26 giugno scorso, che fa riferimento alla necessità di proseguire la trattativa sulla riorganizzazione della produzione di banconote in una classica «nota a verbale». Gli incontri riprenderanno dopo le vacanze estive ma nessuno azzarda i tempi di un accordo. Tanto che la Banca d’Italia ha giocato d’anticipo e per non farsi trovare inadempiente di fronte a Francoforte ha ordinato all’estero cento milioni di pezzi, rinunciando per una volta a stampare tutto in casa. Dall’avvio della moneta unica la Banca d’Italia stampa soprattutto le banconote da 20,50 e 100 euro dividendo l’importo complessivo con gli altri paesi di Eurolandia. Così è anche nel 2008, anno in cui l’Italia sarà però l’unico paese a stampare le banconote da 100 euro, precisamente 130 milioni di «pezzi» per un valore di 13 miliardi di euro. Attualmente sono in circolazione 11,687 miliardi di banconote per un valore di 671,821 miliardi di euro. In particolare nella sola Italia (i dati sono di fine 2006) circolano 2,149 miliardi di biglietti per un valore di circa 120 miliardi, pari al 19% dell’intero eurosistema. Ma c’è di più: proprio per la maggiore abitudine degli italiani ad utilizzare il contante rispetto agli altri mezzi di pagamento, l’Italia è al secondo posto, dopo la Germania, per la quantità di banconote emesse. E, volendo dare un altro dato, è al primo posto per la durata della vita dei biglietti, 32 mesi contro il 24 mesi della media di Eurolandia.
Restando sugli euro è scaduto quest’anno, in gennaio, il termine per la seconda tranche del rimborso da parte della Banca d’Italia al Tesoro delle vecchie lire non rientrate per il cambio con l’euro. Si tratta del 25% del totale stimato (circa 2 mila miliardi di lire) che si aggiunge al 65% già restituito all’indomani del change-over nel febbraio 2002 ed al 10% residuo che dovrà essere versato a conguaglio, alla verifica dei conti dopo la scadenza della possibilità di convertire le lire rimaste il 29 febbraio 2012.
Stefania Tamburello