Giuliana Ferraino, Corriere della Sera 8/8/2008, 8 agosto 2008
MILANO
stata una cattedra vuota, quella del fantomatico professor M., docente in un istituto tecnico di Milano, ad anticipare la crociata contro i «fannulloni» della pubblica amministrazione, sollecitata dal giuslavorista Pietro Ichino. Ma la cronaca è ricchissima di storie di assenteismo clamoroso. Casi eclatanti come quello del giudice-skipper, che alle aule di tribunale preferiva la barca a vela. O del commesso di Montecitorio, invisibile alla Camera per quasi un anno e licenziato a fine luglio. O dei 37 controllori di volo, condannati perché si assentavano per giocare a calcio. O dei 9 dipendenti dell’Atm di Milano, che fabbricavano cucce per cani in ufficio e perciò sono stati messi alla porta.
Un antesignano? Vittorio Sgarbi quando, ancora poco noto, era impiegato alla soprintendenza di Venezia. Condannato a 6 mesi per troppe assenze, ha ammesso di «essere stato fisicamente assente ma sempre intellettualmente presente» e poi ha lasciato l’incarico.
Cecilia Carreri, gip al tribunale di Vicenza, dopo aver usufruito di 98 giorni di aspettativa malattia nel 2004, nel 2005 ottiene altri 9 mesi e mezzo, per «gravi patologie lombo sacrali determinanti una grave rigidità del rachide cervicale-dorso-lombare con cefalea muscolo tensiva ormai cronica». Una condizione che non le consente «una prolungata posizione eretta né la posizione seduta», ma le permette di passare mesi di allenamento nell’Oceano Atlantico, in vista della regata Transat Le Havre-Salvador de Bahia. Per le sue imprese al timone in orario di lavoro, il magistrato ha perso un anno di anzianità ed è stata trasferita d’ufficio.
Meglio mare e sole che il centralino del Cardarelli di Napoli.
Ed è infatti sulla spiaggia di Licola che viene beccato dai carabinieri Claudio Miccio, dopo aver timbrato il cartellino all’ospedale.
La professoressa M.F. di Viterbo, nell’inverno del 2005, riceve dal medico curante un certificato in cui vengono prescritti cinque giorni di riposo per «eseguire nuovi accertamenti », in seguito a una malattia già diagnosticata. Accertamenti che l’insegnante decide di fare alle Bahamas, dove vive la figlia. E dove M.F. è «costretta » a prolungare il soggiorno per sopraggiunte complicazioni. La denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato da parte del direttore didattico è finita però con l’assoluzione.
Destino diverso per la dottoressa Maria Colavita, 44 anni, medico dell’ospedale di Rivoli, arrestata a fine febbraio (e poi finita ai domiciliari), grazie a una «spiata» di Striscia la notizia, che l’ha sorpresa a fare visite urologiche in nero in uno studio privato di Milano, mentre era assente per ma-lattia da più di un anno dal suo posto di lavoro, per una «sospetta frattura di una vertebra sacrale», provocata da un’innocua caduta dalle scale. Una vicenda esemplare è quella del ragionier Vitaliano Brasini, giudice tributario a Forlì, dove in dieci anni ha partecipato appena a 18 udienze, contro i 173 ricorsi trattati dall’altro giudice del suo collegio. La festa dura fino alla fine del giugno 2005, quando il ragioniere viene denunciato dal presidente della Commissione tributaria per l’Emilia Romagna, e deve restituire i compensi percepiti per chiudere il procedimento della Corte dei Conti.
Il caso più famoso riguarda Mario Fogliani, il professor M., docente di economia aziendale all’istituto tecnico Moreschi di Milano, capace di disertare il 72% delle lezioni. Con danni irreparabili per la preparazione degli studenti.
Vacanze e lavoro in nero
Cecilia Carreri (foto in alto), gip del tribunale di Vicenza, resta a casa per tre mesi per malattia e ottiene altri 9 mesi per problemi alla schiena. In realtà è in barca a vela. Maria Colavita, 44 anni (foto sotto), urologa dell’ospedale di Rivoli, viene sorpresa a fare visite private in nero mentre era assente per malattia Giuliana Ferraino