Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  agosto 08 Venerdì calendario

ROMA – Luglio meglio di giugno, che era stato meglio di maggio. L’«effetto Brunetta», la campagna del ministro della Pubblica amministrazione contro i fannulloni, sta ottenendo risultati crescenti

ROMA – Luglio meglio di giugno, che era stato meglio di maggio. L’«effetto Brunetta», la campagna del ministro della Pubblica amministrazione contro i fannulloni, sta ottenendo risultati crescenti. Questo dicono i risultati del monitoraggio delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici, condotto dallo stesso ministero su un campione di 70 amministrazioni centrali e periferiche alle quali fanno capo 210 mila lavoratori. Nel luglio 2008 le assenze dovute a motivi di salute sono diminuite del 37,1% rispetto allo stesso mese del 2007. Sulla base del campione, i tecnici di Brunetta stimano che il dato complessivo per la pubblica amministrazione si collochi fra il 37 e il 40%. Un calo quasi doppio rispetto a quello rilevato a giugno (-22,4%) e quattro volte maggiore di quello di maggio (-10,9%). La classifica vede al primo posto il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) con un crollo del 77% rispetto a un anno fa. Al secondo posto l’Aran, che è l’agenzia governativa per la contrattazione, con una riduzione del 71%. Seguono il comune di Torino (-60%) e la Regione Liguria (-55%). Un po’ di ministeri si collocano intorno a un -50%, il comune di Milano a -33%, Napoli a -25%. In un solo caso, al ministero dell’Ambiente, le assenze sono aumentate (+2%). I sindacati contestano i dati, in particolare la Cgil. Il segretario della Funzione pubblica- Cgil, Carlo Podda, ironizza: «Nel monitoraggio si afferma che, con gli ultimi dati, "la media delle assenze per malattia si porta su un valore medio di circa 10 giorni all’anno". Ebbene la notizia non esiste perché già dal 2006 le statistiche Istat e della Ragioneria generale dello Stato rilevano una media di 10,5 giornate annue». Secondo Podda anche l’obiettivo di Brunetta di portare il tasso di assenteismo nel pubblico al livello di quello che c’è nel privato è già stato raggiunto, perché «i dati Inps dicono che nel privato le assenze per malattia si attestano a 9,6 giorni l’anno ». Ribatte il ministero: il confronto luglio 2007-2008 è su «dati omogenei» e dimostra «in maniera inequivocabile» il calo del 37,1%. Al di là delle polemiche sui dati, tutti sanno però che con le misure contenute nella manovra economica appena diventata legge, le assenze per malattia sono destinate a ridursi, per effetto delle forti penalizzazioni economiche introdotte. Non verranno infatti pagate le voci accessorie di retribuzione per i primi 10 giorni di malattia. Questo, per esempio, significa una perdita netta di 351 euro per un funzionario ministeriale, di 801 euro per un dirigente degli enti locali, di 150 euro per un infermiere. Non solo. La nuova legge prevede la visita fiscale obbligatoria anche per un solo giorno di assenza per malattia. Dai banchi dell’opposizione Franco Barbato (Idv) si scaglia contro Brunetta: «Moralizzatore? No è un deputato fannullone. Percepisce due stipendi: da parlamentare e da ministro, ma il lavoro da deputato non lo fa». Enr. Ma.