Francesco Moscatelli, La Stampa 2/8/2008, 2 agosto 2008
A 18 anni ha fatto quello che fanno tanti ragazzi sardi. Ha salutato la famiglia ed è salita su un traghetto, con un sogno
A 18 anni ha fatto quello che fanno tanti ragazzi sardi. Ha salutato la famiglia ed è salita su un traghetto, con un sogno. «Il mio era quello di fare la giornalista, l’inviata speciale in America Latina», confessa oggi Giovanna Cadoni, 40 anni, sorridendo dietro a una scrivania. Alle sue spalle un cartello: Microvita. «Mi sono iscritta a Sociologia, a Roma, e ho frequentato l’università per un paio d’anni». I libri, gli esami, gli amici. E naturalmente un fidanzato: Luigi, di Bologna. «Facevo avanti e indietro in treno tutte le settimane, conosco ancora gli orari a memoria – racconta – Poi un giorno Luigi ha pronunciato la frase fatidica: «Ti faccio vedere la mia collezione di farfalle». Ma poi le farfalle erano tante e c’era bisogno di aiuto e così...». E così Giovanna è finita a Crespellano, nel cuore della provincia bolognese, in un capannone dipinto di giallo circondato da piante, mucche, galli, cani e pure da un pappagallo, a gestire Microvita, la prima azienda italiana specializzata nell’allevamento di insetti. La sensazione, per un neofita, è quella di essere capitato in un film dell’orrore o di un incubo: soffitti bassi, luci al neon, una distesa sterminata di vasche in legno e in polistirolo, e come sottofondo un gracidio perenne. Ma Giovanna è a casa sua. «Questi sono grilli, hanno due giorni – afferma orgogliosa indicando un pulviscolo nero che si agita in una cassa – Ma alleviamo ogni genere di insetto». Gli imenotteri pteromalidi sembrano piccole vespe. «Siamo gli unici in Europa ad averli – spiega lei ”: killerizzano le mosche insidiandosi nelle loro pupe e sono molto utili nelle discariche, nelle stalle e dovunque ci siano animali». Poi ci sono le cavallette, le esche per i pescatori, gli scarafaggi, i grilli neri, i grilli della sera. I grilli thailandesi: «Quelli che abbiamo discendono tutti da un’unica coppia. Rispetto agli altri sono più longevi, raggiungono anche i sei mesi di vita, ma sono troppo agitati», spiega riacciuffandone uno che tentava di raggiungere quelli neri. «C’è molto lavoro da fare e siamo solo in tre, tutte donne. difficile che un uomo voglia cimentarsi in questo campo – continua Giovanna -. Ci sono le farine dell’alimentazione da miscelare, le vasche da pulire, i pacchi sigillati per le spedizioni da preparare. La cosa più difficile è tenere a bada ragni e batteri, i nostri nemici giurati, l’igiene è fondamentale». Non ci sono macchinari, è un mestiere artigianale, da pionieri, e tutto è stato costruito ad hoc. «Non esistono né sabato né domenica ma è bellissimo. Facciamo nascere degli essere viventi, non ci annoiamo mai e impariamo qualcosa di nuovo tutti i giorni». In un anno vengono allevati qualcosa come due milioni di grilli, 500 mila cavallette e quintali di altri animaletti. Ognuno ha il suo costo: 6-7 centesimi per un grillo, mentre gli altri insetti vengono per lo più venduti a litro. «Sono prezzi bassi per le spese che sosteniamo ma subiamo anche noi la concorrenza dell’Est Europa e della Cina, ma stiamo allargando il giro dei nostri clienti». Già, i clienti. Chi alza la cornetta per ordinare un litro di mosche? «Oltre agli istituti universitari ci sono i negozi di animali, i rettilari, gli acquari – spiega ”. Ma sono sempre di più anche i ristoranti o i privati con la passione dell’entomofagia. Insomma, persone che mangiano insetti». Roba per stomaci forti. Alti valori proteici, assenza di grassi. L’unico problema è che anche l’occhio, come si suol dire, vuole la sua parte. «Ho assaggiato una cavalletta, una volta, ma solo per curiosità. come un gamberetto. Sono figlia di un macellaio e, come dire, la fiorentina è tutta un’altra cosa – scherza Giovanna ”. Però è una cultura che si sta diffondendo. C’è una signora di 70 anni che mi telefona quasi tutte le settimane per chiedermi ricette. Io l’aiuto come posso. Era entusiasta del ragù di cavallette». Tra i clienti ci sono anche artisti, compagnie teatrali d’avanguardia e pubblicitari alla ricerca di immagini scioccanti. «In queste settimane sto lavorando per una mostra milanese che aprirà a settembre: si intitolerà ”Le sette piaghe d’Egitto”, o qualcosa del genere». Giovanna spegne le luci dell’allevamento e apre una porticina del corridoio. Sembra una cella frigorifera e invece è una nursery. «Ma la usiamo solo d’inverno, quando le pupe patiscono il freddo. Adesso ci teniamo alcune specie infestanti ben sigillate nei loro contenitori». Due o tre barattoloni che ricordano altrettanti vasi di pandora. Di fianco all’allevamento c’è la casa in cui vive con il marito Luigi e i due figli. Bioedilizia: la struttura è tonda e il tetto è ricoperto da un manto d’erba isolante. «Mio marito è assessore all’ambiente, sta molto attento a queste cose - spiega Giovanna – Nel ”77 è stato tra i primi a proporre la lotta biologica in agricoltura. stato lui ad insegnarmi come si allevano gli insetti». La famosa collezione di farfalle. E dopo aver affidato alla moglie la Microvita ha aperto un’altra società, che ha sede nell’altra metà del capannone. «Il mio motto è: dove ci sono le mosche, c’è Ruggeri – racconta lui, sorridendo ”. Ci occupiamo di disinfestazioni. Zanzare, mosche, scarafaggi, insetti. Li facciamo sparire tutti in un battibaleno». Quando si dice intesa di coppia. Stampa Articolo