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 2008  agosto 06 Mercoledì calendario

FABIO POZZO

Utili delle compagnie aeree in picchiata, sotto le folate del caro petrolio. Gli ultimi «motori» che perdono colpi sono quelli di Air France-Kml e di Iberia.
Il gruppo franco-olandese ha accusato nel primo trimestre dell’esercizio 2008/09 un calo dell’utile netto del 59,4% a 168 milioni di euro. In discesa del 43,6% a 234 milioni anche l’utile operativo, mentre il fatturato ha registrato un aumento del 5,8% a 6,2 miliardi. «I risultati del primo trimestre sono in linea con l’obiettivo di un utile di gestione dell’ordine di un miliardo di euro» per l’esercizio in corso, la nota aziendale. Vale a dire, una riduzione dell’utile operativo del 30%.
A pesare - a fronte di un business passeggeri che resta «dinamico» e di una «continua crescita nel settore merci» - è la bolletta petrolifera. Nel periodo aprile-giugno per Air France-Kml è stata di 1,36 miliardi di euro, in crescita rispetto a 1,09 miliardi dello stesso lasso di tempo del 2007. Per l’intero esercizio i vertici della società stimano che salirà a 5,86 miliardi. Da qui, la decisione del boss Jean-Cyril Spinetta di rafforzare il piano di riduzione dei costi con 190 milioni di economie supplementari (620 milioni di euro, il totale per il 2008/09; 114 milioni, il valore di quelle già realizzate nel primo trimestre).
Le difficoltà ci sono anche per Iberia, la compagnia aerea spagnola che ha in vista la fusione con British Airways. La crisi del settore aereo, alimentata dall’escalation del caro carburante, ha fatto precipitare l’utile netto a 20,74 milioni di euro nel primo semestre 2008, pari a un -72,4% rispetto ai 74,8 milioni del precedente esercizio, I conti sono presto fatti: secondo l’aerolinea spagnola, il barile di Brent valeva a fine giugno 139 dollari, un 89% in più che nel 2007, per cui i costi da combustibile hanno superato del 37,5% le spese registrate nel primo semestre dell’anno scorso.
Un momento difficile, che Parigi e Madrid condividono anche con altre capitali aeree europee. Ryanair e British Airways hanno registrato un crollo drammatico degli utili netti: uno scivolone dell’88% per la compagnia inglese, per oltre 230 milioni di sterline in meno rispetto all’anno scorso, mentre il vettore irlandese ha visto scendere da 140 a 21 milioni di euro (oltre l’85% in meno) i profitti trimestrali. In «rosso», per la prima volta dalla sua quotazione in Borsa. Il numero uno Michael O’Leary, alle prese con un costo del carburante che divora ormai il 50% delle spese (è il 40% per Alitalia), rischia di chiudere l’anno con una perdita di 60 milioni.
Per assurdo, anche il calo del barile diventa un pericolo. Molte compagnie aeree statunitensi hanno bloccato nei mesi scorsi le tariffe nei contratti di fornitura del carburante, per evitare ulteriori scalate del prezzo. Ma ora, con la quotazione al ribasso, i contratti siglati diventano troppo onerosi, peggiorandone la competitività.


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