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 2008  luglio 29 Martedì calendario

29 LUGLIO

GUIDO RUOTOLO
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, spiegherà oggi al Parlamento che è stato tutto un grande equivoco, che il suo decreto di «proroga» dello stato di emergenza per i clandestini non è una novità - è in vigore dal 2002 - e che questo strumento è stato ampiamente utilizzato anche dal governo Prodi. E, soprattutto, che in questo caso serve per muoversi più agevolmente nei meandri del bilancio dello Stato, per bypassare i vincoli della Finanziaria, insomma per compensare il ministro Tremonti. Concretamente, visto il raddoppio di sbarchi a Lampedusa in questi primi mesi del 2008, i clandestini sono stati trasferiti in diverse regione e centri, e non c’è stato tempo per indire gare internazionali e affidare la gestione (che costa) dei servizi di queste strutture e, quindi, si è fatto ricorso a (san) decreto (martire).
Il grimaldello dell’ordinanza della Protezione civile, quell’«articolo 5, comma 1, della legge del 24 febbraio 1992, numero 225 - con il quale il presidente del Consiglio dei ministri, «delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi» - è servito in questi anni a fronteggiare «emergenze» impreviste e pianificate (il termine esatto per rappresentare queste ultime è: «grandi eventi»). E l’hanno utilizzato indistintamente i governi di centrosinistra e centrodestra.
Dai Mondiali di ciclismo che si terranno a Varese a quelli di nuoto a Roma, dai Giochi olimpici invernali (Torino, 2006) alla XVI edizione dei Giochi del Mediterraneo. Tutte «emergenze» che hanno costretto comuni, regioni e ministeri (da quello dei Lavori pubblici a quello dei Beni culturali) a bussare alla porta della Protezione civile di Guido Bertolaso. E - sono recenti fatti di cronaca - in alcuni casi hanno trasformato il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, in un «superman».
E già, Bertolaso. Come se non bastassero gli impegni «istituzionali» della Protezione civile, nel suo medagliere delle missioni «critiche» (se non impossibili) c’è anche la nomina a commissario per la ricostruzione di Cerzeto (provincia di Cosenza), dopo i movimenti franosi che hanno spazzato via (7 marzo del 2005) la frazione di Cavallerizzo. Cerzeto e non solo. Bertolaso è stato anche commissario per la ricostruzione della Cattedrale di Noto, è commissario per l’emergenza incendi e, naturalmente, per l’emergenza rifiuti in Campania (in questo caso è sottosegretario alla presidenza del Consiglio). E adesso la nuova sfida che dovrà affrontare e vincere è quella di trasformare l’isola della Maddalena in una accogliente sede per il G8 dell’anno che verrà.
E’ lui, Guido Bertolaso, il grande organizzatore della macchina dei soccorsi per le catastrofi naturali e per i grandi eventi. E’ la sua Protezione civile che in questi anni ha fatto da «tappabuchi» alle falle di quello Stato decentrato delle regioni e dei comuni (ma anche dei vari ministeri che alla Protezione civile si sono rivolti) che si è arreso, consapevole di non essere in grado di indire gare, affidare appalti, gestire eventi (sia naturali che imprevisti) attraverso le procedure ordinarie. E quello della Protezione civile è un ruolo riconosciuto istituzionalmente, se è vero che tre settimane fa, per esempio, sempre attraverso l’articolo 5 della legge del 2002, il governo ha dichiarato - «per un anno» - lo stato d’emergenza dell’area archeologica di Pompei, nominando un commissario (il prefetto Renato Profili) con «compiti in materia di ordine, sicurezza pubblica e controllo sull’attività amministrativa del sito». Come se si fossero arresi dal ministero dei Beni culturali alle varie Soprintendenze o dal prefetto di Napoli per finire al commissariato di polizia di Pompei.
Nello sterminato elenco delle dichiarazioni dello stato di emergenza, naturalmente si segnalano quella per l’emergenza «in relazione alla tutela della pubblica incolumità nell’attuale situazione internazionale» (2003), quella per fronteggiare ad Acerra «l’inquinamento ambientale da diossina» (2006), quella per far arrivare finanziamenti al comune di Bari in occasione della «Solennità del Corpus Domini» (2005) e per aiutare, sempre nel 2005, «le vittime dell’uragano Katrina». E ancora: nel 2006 è stato dichiarato lo stato d’emergenza a Roma «nel settore del traffico e della mobilità». E infine, l’emergenza nomadi in Campania, Lombardia e Lazio.

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