Francesco Moscatelli, La Stampa 3/8/08, 3 agosto 2008
Dan Buettner, cinquantenne americano, sette anni fa è partito con un gruppo di scienziati a caccia dell’elisir di lunga vita, visitando tutti gli ultracentenari del pianeta
Dan Buettner, cinquantenne americano, sette anni fa è partito con un gruppo di scienziati a caccia dell’elisir di lunga vita, visitando tutti gli ultracentenari del pianeta. Tornato a casa ha pubblicato «Lezioni per vivere più a lungo» (National Geographic, 2008), corredato di un planisfero con evidenziate le regioni con il più alto tasso di longevità: l’isola giapponese di Okinawa, la comunità degli Avventisti del settimo giorno di Loma Linda, in California, la penisola della Nicoya, in Costa Rica, e la Barbagia in Sardegna. Ogni regione, spiega Buettner, ha i suoi segreti. A Okinawa, dove 32 abitanti ogni 100 mila superano i cento anni, il mistero è tutto in uno scioglilingua che gli anziani hanno imparato da bambini: «Hara hachi bu». Lo ripetono prima di ogni pranzo, per ricordarsi di mangiare solo l’80% di quello che hanno nel piatto. Ma per Buettner sono fondamentali anche la vicinanza della famiglia e l’appartenenza a una comunità, soprattutto per le donne. «Si ritrovano quotidianamente in una specie di assemblea detta Moai. E parlano di tutto, anche di uomini e di sesso». Il resto lo fa la dieta: molto pesce, pochissima carne, tofu, frutta e verdura (in particolare sono ghiotti di «goya», un melone amaro, e di «hecima», una spugna vegetale del luogo). La genetica avrebbe meno peso, perché i giovani emigrati negli Stati Uniti, cambiando abitudini alimentari, vivono addirittura meno degli americani. All’ombra del Gennargentu, invece, dove viveva Antonio Todde, 113 anni, l’uomo più vecchio del mondo, il patrimonio genetico e l’attività fisica sembrano contare più dell’alimentazione. Nella penisola della Nicoya in Costa Rica il segreto della longevità è frutto di un mix: i geni degli antenati indios da una parte, dall’altra una dieta a base di frutta e una vita a macinare chilometri con le proprie gambe. La longevità degli Avventisti del settimo giorno di Loma Linda, 60 chilometri da Los Angeles, è ancora più sorprendente: le falde acquifere sono inquinate e il vento spinge lo smog metropolitano dalla costa verso l’interno, rendendo l’aria irrespirabile. Ma i membri della comunità «meditano, pregano e seguono i precetti dello shabbath, il riposo del sabato, eliminando ogni forma di stress. E poi sono vegetariani, non consumano zuccheri raffinati e fanno merenda con una manciata di noci, che fanno bene al cuore». Buettner propone infine nel suo libro, per chi sogna una vita centenaria, nove regole comuni a tutti i Matusalemme del mondo: curare il giardino, camminare, giocare con i figli, circondarsi di amici fidati, mangiare frutta e verdura, non esagerare con l’alcol, mantenere la calma, pregare e frequentare abitualmente un luogo di culto.