varie, 3 agosto 2008
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Rizzo Aldo
• Giuggianello (Lecce) 17 ottobre 1933. Giornalista • «[...] sperimentato giornalista, firma autorevole della Stampa e a suo tempo direttore del Gr1 [...]» (Antonio Carioti, “Corriere della Sera” 3/8/2008). «[...] presente, salvo brevi pause, sulle pagine della Stampa da più di trent’anni. [...] noto per il suo equilibrio, la sua mancanza di pregiudizi, e il fatto che non abbia mai cambiato le sue idee politiche (nasce liberal-repubblicano e lo è sempre rimasto [...]), e neppure la sua visione del mondo da quando Spadolini lo chiamò giovanissimo, nel 1955, a fare l’editorialista del Resto del Carlino, giornale antico e prestigioso. Di cose italiane, e di problemi mondiali, Rizzo ha trattato nelle sue inchieste giornalistiche come nei suoi libri. Come giornalista, era nato autorevole, e lo è sempre rimasto: sia che parlasse di eurocomunismo (una sua inchiesta per La Stampa divenne uno dei primi libri sul tema), o del potere militare nel mondo, o di problemi strategici. [...] è sempre rimasto in sospeso fra l’essere cronista, analista, interprete e storico degli avvenimenti cui ha assistito, diciamo così, da una poltrona di prima fila. Fra l’altro, gli capitò di intervistare, la mattina del 9 novembre 1989, Gianni De Michelis, allora ministro degli Esteri, e fare con lui un vasto giro d’orizzonte sul quadro di una “Europa flessibile”, come la definiva De Michelis, e come s’intitolò l’intervista: che apparve sullo stesso numero della Stampa che annunciava l’apertura del Muro di Berlino, avvenuta poche ore dopo il loro colloquio! L’intelligenza dell’analisi suggerì di pubblicare l’intervista così com’era, anche se, come è ovvio, né De Michelis né Rizzo, e nemmeno i Grandi della terra, o i dirigenti del Pci, avevano previsto quello che stava per succedere. Un’altra volta gli capitò d’incontrare nel dicembre 1977, subito dopo essere stato nominato capo della redazione romana della Stampa, Amintore Fanfani, per un pranzo a casa sua, che doveva essere l’occasione per un primo incontro. Fanfani disse a Rizzo, e a me che avevo suggerito il colloquio e che ero con lui, che era giunto il momento di fare entrare al governo il Pci. Ci offrì così uno “scoop” formidabile, purtroppo non pubblicato (Aldo non me l’ha mai perdonato), perché io ebbi lo scrupolo di chiedere ad Amintore se voleva rivedere il testo prima della pubblicazione. Dopo pochi giorni (troppi deputati Dc avevano intanto condannato questo avventuroso suggerimento), ci pregò di non rendere pubbliche le sue parole. [...]» (Arrigo Levi, “La Stampa” 3/8/2008). Ultimo libro Muro e dopo muro – I retroescena della storia (Gaffi 2008).