Il Sole 24 ore 31 luglio 2008, Federico Rendina, 31 luglio 2008
Pronta la centrale Enel a carbone pulito. Il Sole 24 ore 31 luglio 2008 Il carbone farà da ponte al nuovo nucleare "made in Italy", incoraggia il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola
Pronta la centrale Enel a carbone pulito. Il Sole 24 ore 31 luglio 2008 Il carbone farà da ponte al nuovo nucleare "made in Italy", incoraggia il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola. L’occasione sembra propizia: con lui doveva esserci anche il premier Silvio Berlusconi per il battesimo ufficiale (con un avvio solo sperimentale) della centrale Enel di Civitavecchia, teatro di tante polemiche ma infine riconvertita a carbone nella sua versione – garantisce l’Enel – "pulita". Capace di abbattere di almeno il 20% il costo medio di generazione italiano, tutto squilibrato verso l’uso del gas metano. Belusconi ha dato forfait all’ultimo. Al posto suo Gianni Letta. Ma intanto la centrale ha acceso i motori, curiosamente, proprio con il gas, che servirà a testare il primo dei tre gruppi di generazione da 660 megawatt verificando i collegamenti alla rete nazionale. A novembre il carbone comincerà a sbarcare, e a fine anno il primo gruppo potrà cominciare a bruciarlo. Seguirà entro l’estate prossima il secondo gruppo e poi tutto dovrebbe andare a regime, con il terzo gruppo, entro fine 2009. Con una potenza totale di 1.980 megawatt (contro i 2.640 della vecchia centrale ad olio chiusa quattro anni fa) e grazie alle tecnologie del carbone superfiltrato la rinnovata centrale taglierà drasticamente – assicura l’Enel – le emissioni rispetto alla vecchia: meno della metà gli ossidi di azoto, poco più di un decimo le polveri e l’anidride solforosa. Per soddisfare ben la metà del fabbisogno elettrico del Lazio e circa il 4% della richiesta nazionale, portando il ricorso italiano alla generazione da carbone dall’attuale 19% a circa il 24%. «Chi protesta si convincerà» incalza Scajola riferendosi ai "no coke" che manifestavano vestiti a lutto dinanzi ai cancelli, accompagnati dalle ennesime proteste del Wwf e delle associazioni ambientaliste, poco convinte delle rassicurazioni dell’Enel. Scajola rilancia la sua idea sul mix energetico da raggiungere: 25% di rinnovabili (che vanno dunque incrementate), 25% di nucleare (che va rilanciato alla grande) portando l’uso delle fonti fossili al 50%, da coprire con un minore ricorso all’adesso straripante metano a favore del carbone. Il tutto condito con un «nuovo grande piano» per l’efficienza energetica che «partirà in autunno, con l’obiettivo di ridurre dell’1% l’anno i nostri consumi da qui al 2020». Atomo, carbone ed efficienza. L’ad dell’Enel Fulvio Conti gradisce. Il nostro ex monopolista elettrico ha già ripreso gli allenamenti all’atomo elettrico in Slovacchia e ora in Spagna con Endesa. Non vede l’ora di ricominciare anche da noi. E intanto via con il carbone. Affrettando se possibile la riconversione gemella programmata a Porto Tolle: dopo il via libera già acquisito dalle amministrazioni locali si aspetta la "via" dal ministero dell’Ambiente, per iniziare i lavori entro il 2009 per riaccendere anche la centrale veneta entro i quattro anni successivi. A qual punto l’Italia avrà portato la sua generazione da carbone a quasi il 30% del totale, ben allineandosi ai paesi con una buona diversificazione energetica, come la Germania e la Spagna, che però hanno il nucleare che a noi manca. Scajola saluta sull’onda di una gaffe: la nuova centrale «dove tutto è controllato e sicuro» nasce «dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana» dice il ministro riferendosi ai due operai morti appena ricordati con grande commozione da Fulvio Conti. Qualcuno degli operai presenti si volta e se ne va. Gli echi politici non si fanno attendere. Scajola corre poi in un’audizione parlamentare, dove si guadagna anche un battibecco con il ministro ombra dell’Economia Pier Luigi Bersani. Tema: le nomine all’Authority per l’energia, a secco di tre componenti su cinque perché lungo i due ultimi governi non ci si è messi d’accordo. Scajola vorrebbe risolvere la questione passando in Parlamento dal meccanismo della maggioranza qualificata dei due terzi alla maggioranza semplice. «Sottrarre le nomine alla maggioranza politica del momento rimane una garanzia irrinunciabile» attacca Bersani. Federico Rendina