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 2008  luglio 30 Mercoledì calendario

ROMA – Salta il limite del 15% alla partecipazione delle aziende di credito nel capitale delle imprese e con esso cade un pilastro della separatezza tra banche e industria

ROMA – Salta il limite del 15% alla partecipazione delle aziende di credito nel capitale delle imprese e con esso cade un pilastro della separatezza tra banche e industria. Restano, ma con maglie più larghe del passato, i limiti prudenziali commisurati, in linea con quanto è previsto negli altri paesi europei, sul patrimonio di vigilanza del gruppo creditizio: rispetto al 3% (per una singola partecipazione) e 15% (per il complesso delle partecipazioni) salgono al 15% e al 60% del patrimonio. «L’ampliamento delle possibilità operative delle banche sarà fronteggiato da strumenti e normative di vigilanza », spiega una nota del ministero dell’Economia, nel quadro di «un rafforzamento dei requisiti patrimoniali», dei controlli, nonché «delle regole di carattere organizzativo e di governance» allo scopo di «prevenire i conflitti di interesse derivanti dalle relazioni partecipative ». In quest’ottica il Cicr (comitato interministeriale per il credito e il risparmio) ieri ha anche emanato la disciplina «delle attività di rischio verso i «soggetti collegati» tra i quali ci sono appunto le imprese partecipate o finanziate dalla banca. Ma dalla riunione è nato anche il nuovo ombudsman bancario, quello previsto dalla legge sul risparmio, di cui, con la delibera di ieri, la Banca d’Italia ha tracciato il profilo. Stabilendo l’obbligatorietà dell’adesione alla nuova risoluzione stragiudiziale delle controversie con i clienti per tutti gli intermediari bancari e finanziari. Al nuovo organismo di tutela dei risparmiatori possono aderire tutti i clienti, persone fisiche o giuridiche, ad eccezione degli investitori professionali, per ottenere decisioni più rapide – al massimo 90-105 giorni – di quelle ottenibili per via giudiziaria. Ed anche più imparziali di quelle assicurate finora dal vecchio ombudsman bancario. Il nuovo regolatore di controversie potrà avere articolazione territoriale e sarà composto da 5 componenti nominati dalla Banca d’Italia, che ne designerà 3, compreso il presidente, mentre uno a testa saranno indicati dagli intermediarie dalle associazioni dei risparmiatori. E potrà decidere tutte le controversie relative a operazioni e servizi bancari tradizionali, e non quindi quelli di investimento su cui vigila la Consob, fino ad un valore di 100 mila euro. La Banca d’Italia definirà le regole applicative ma intanto c’è la sanzione per le banche e gli altri intermediari che non adempiono o la tirano per le lunghe: una «misura di carattere reputazionale », consistente nella pubblicità dell’inadempienza. Ieri al ministero dell’Economia si è riunito anche, e per la prima volta, sotto la presidenza del Ministro Giulio Tremonti, il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, composto dal Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che ha svolto una breve relazione sull’attuale situazione dei mercati finanziari, il presidente della Consob Lamberto Cardia, il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini e il Direttore del Tesoro Vittorio Grilli. Stefania Tamburello