Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 30/7/2008, pagina 44., 30 luglio 2008
Corsivo. la Repubblica, mercoledì 30 luglio «Ho bisogno di staccare»: lo dice l´impiegato, lo dice l´operaio, lo dice lo studente, lo dice la casalinga, lo dice il pensionato, lo dice la ragazzina di otto anni, lo dice il barista al cliente, lo conferma il cliente al barista
Corsivo. la Repubblica, mercoledì 30 luglio «Ho bisogno di staccare»: lo dice l´impiegato, lo dice l´operaio, lo dice lo studente, lo dice la casalinga, lo dice il pensionato, lo dice la ragazzina di otto anni, lo dice il barista al cliente, lo conferma il cliente al barista. Lo dicono tutti, come dicono tutti: «fa caldo», «però l´anno scorso era peggio» e «ti trovo bene». la risposta italiana all´inglese «how do you do?». Lo si dice quasi come si dice, o diceva, «pronto!» al telefono. Chi se ne uscisse all´improvviso con: «io no, non ho bisogno di staccare» sarebbe infatti visto come qualcuno che al telefono risponda: «impreparato!». Già elemento di pregio per centravanti, saltatori in alto e in lungo e gambe di ballerine, lo «stacco»oggi costituisce la mitica tregua sospirata dai lavoratori, o molto più in generale, dai nevrotici. , nell´arco dell´anno o della stagione, ciò che la «pausa-caffè» è nell´arco della giornata. Se il nostro tempo fosse una frase, non avremmo la minima idea circa il suo eventuale significato, ma sapremmo senza incertezze dove mettere gli spazi fra le parole. Stefano Bartezzaghi