Maria Sepa, Corriere della Sera 27/7/2008, 27 luglio 2008
Strumenti Un milione e 800 mila le «versioni» contenute nel database dell’Unesco. In testa, Walt Disney Il più tradotto del mondo? il papà di Topolino «P erché mai gli esseri umani dovrebbero parlare migliaia di idiomi diversi e incomprensibili tra di loro?
Strumenti Un milione e 800 mila le «versioni» contenute nel database dell’Unesco. In testa, Walt Disney Il più tradotto del mondo? il papà di Topolino «P erché mai gli esseri umani dovrebbero parlare migliaia di idiomi diversi e incomprensibili tra di loro? ... Per quale ragione l’homo sapiens... che ha in comune con tutti i suoi simili la struttura biochimica e il potenziale genetico, come ci assicura la scienza ufficiale... non usa una lingua comune?», scrive George Steiner in Dopo Babele, nel 1975. nella contraddizione (che forse, grazie al dilagare dell’inglese, piaccia o no, si sta riducendo) tra il desiderio di comunicare e quello di differenziarsi, che trova spazio il lavoro dei traduttori. Il miglior strumento per valutare le dimensioni di questo sforzo è l’Index Translationum, un database creato nel 1932 dall’Onu e dal 1946 gestito dall’Unesco. L’Index raccoglie i titoli delle traduzioni eseguite in tutti i paesi membri e viene aggiornato annualmente dai centri bibliografici o dalle biblioteche nazionali, che inviano i dati dei libri tradotti in ogni settore. Ne sono esclusi giornali e riviste. Dal 1979 l’Index è stato completamente informatizzato, è attualmente consultabile in rete (www.unesco.org/culture/xtrans/) e comprende circa 1.800.000 titoli. Una prima, veloce, esplorazione all’interno del sito rivela già dati interessanti e inaspettati. Per esempio, secondo l’ultimo aggiornamento del maggio scorso, l’autore più tradotto al mondo è la Walt Disney Productions (l’Index gli attribuisce il rango di autore!), con titoli che vanno da Bernard og Bianca (in danese); Winnie, l’oursons de vente (francese); Dumbo sirkustahtena (finlandese); Donald bebek dengan nenek sihir (indonesiano); e Miki ve dostlari (turco). seguito, nell’ordine, da Agatha Christie, Jules Verne, Lenin, Shakespeare, dalla scrittrice per bambini Enid Blyton, dalle scrittrici di libri rosa Barbara Cartland e Danielle Steel e da Hans Christian Andersen e Stephen King. Il paese che traduce di più, in rapporto al numero di abitanti, è l’Islanda. Assidui traduttori sono anche altri piccoli paesi europei come l’Albania, la Bulgaria, la Georgia. Tra i paesi maggiori, gran traduttori sono i tedeschi, con 260.000 libri resi auf deutsch, seguiti da spagnoli, francesi e giapponesi. Un caso del tutto particolare è costituito dalla lingua inglese: è quella da cui si traduce di più (le traduzioni dall’inglese sono 942.000: più della metà dei titoli dell’Index), ed è quella a cui i lettori chiedono soprattutto letteratura di consumo, come appunto Walt Disney, o Danielle Steel (mentre alle altre lingue chiedono principalmente i classici). E l’Italia? I nostri autori più tradotti sono Moravia, Dante, Calvino e Umberto Eco (ma nessuno compare tra i primi cinquanta dell’elenco). Seguono Collodi, Machiavelli e Pirandello. Gli scrittori che invece traduciamo di più in italiano sono Shakespeare, Simenon e sant’Agostino. Maria Sepa