varie, 26 luglio 2008
MANZATO Franco
MANZATO Franco Oderzo (Treviso) 19 maggio 1966. Politico. Leghista. «Sotto il Po lo conoscono in pochi, ma il vicepresidente della Regione veneta, Franco Manzato, è considerato una sorta di eminenza grigia della Lega nel nordest. Che ha contribuito al successo della nuova generazione, arrivata in Parlamento nel 2008, visto che molti di loro hanno frequentato la scuola quadri per dirigenti padani fondata da lui [...] a Padova. Lui però minimizza: ”Prima c’è Bossi, poi c’è il nostro imam, Gian Paolo Gobbo (sindaco di Treviso, segretario della Liga veneta) e poi c’è il buio”, scherza. ”La scuola quadri non è come la Frattocchie”, giura. ”Gli alunni studiano economia, politica estera, diritto costituzionale. [...] ha studiato filosofia e per questo molti lo chiamano il filosofo (ma lui non ha alcuna intenzione di fare concorrenza a Massimo Cacciari, giura). La sua vocazione è ovviamente il federalismo, l’economia, il diritto costituzionale, l’europeismo dei popoli e i sondaggi. Ne ha commissionati diversi, fra il 2005 e il 2007, per analizzare la débâcle della Lega negli anni precedenti e preparare la riscossa del 2008. ”Dovevamo capire quali erano i nostri punti deboli e le aspettative dei nostri elettori. Così abbiamo capito che ci chiedevano di essere più visibili, più moderati, più collegati a diversi gruppi sociali sul territorio: i lavoratori autonomi, i giovani, i cattolici, le casalinghe che prima votavano Forza Italia. Ci chiedevano di non occuparci solo di federalismo, ma anche del costo della vita, dello sviluppo tecnologico. E soprattutto di differenziarci rispetto al Pdl. Ma la cosa più importante che emergeva dai miei sondaggi era che il 75 per cento dei veneti chiedeva alla Lega di governare, non solo di protestare”. Risultato: lo slogan ”Un voto utile per il territorio” ha portato al doppio dei voti rispetto al 2006 [...] Alla Regione come vicepresidente si occupa di turismo, agricoltura, montagne, identità. Vuole costruire un museo multimediale sulla storia del Veneto, appiccicare le immagini degli affreschi di Giotto della Capella degli Scrovegni sui prodotti doc e organizzare gli Stati Generali dell’agricoltura. In Veneto si dice che sia lui la retroguardia della ”banda” veronese-trevigiana formata fra gli altri dal ministro Luca Zaia, Gian Paolo Gobbo, Flavio Tosi (candidato a sostituire Galan), Federico Bricolo, capogruppo al Senato, solo per citarne alcuni, ma lui nega. ”Siamo una comunità”, insiste. [...] Il suo motto? Quello che usa per il turismo: ”Ciò che va bene per il Veneto va bene per l’Italia”» (Cristina Giudici, ”Il Foglio” 26/7/2008).