La Stampa 25 luglio 2008, Fabio Pozzo, 25 luglio 2008
La donna che salverà i tonni. La Stampa 25 luglio 2008 Minuta, capelli scuri, un bel sorriso. E misura le parole
La donna che salverà i tonni. La Stampa 25 luglio 2008 Minuta, capelli scuri, un bel sorriso. E misura le parole. Del resto è un avvocato. Per giunta un militare. Di sè rivela poco. Giusto nome, grado e matricola. Ma se comincia a parlare del suo lavoro, allora non si ferma più. Annunziata D’Aniello ha trent’anni, è un tenente di vascello delle Capitanerie di porto, corpo della Marina militare italiana. E’ la nostra «punta» a Bruxelles, in seno alla task force europea che coordina gli interventi demandati all’Agenzia di controllo della pesca dell’Ue, l’organismo voluto dal Consiglio dei ministri nel 2005, operativo dal 2007 (e da pochi giorni nella sede ufficiale di Vigo, in Spagna) che ha il compito di far rispettare normative e strategie comunitarie in materia di pesca. La presidenza di questo gruppo di lavoro, una sorta di centrale operativa che ha molto di intelligence, alla cui formazione contribuiscono sette Stati membri, spetta all’Italia. E l’Italia ha designato D’Aniello, che della task-force è il comandante. La sua storia? Nasce a Napoli, si trasferisce con la famiglia (nessun marinaio in casa prima di lei) a Messina, dove si laurea in Giurisprudenza e supera l’esame di abilitazione alla professione forense. Un paio di master a Roma, e poi scatta il sogno. «Si sono aperti i cancelli della Marina anche alle donne e così mi sono arruolata». E’ il 2002 quando valica l’ingresso dell’Accademia Navale di Livorno. «Ho vinto il concorso per la Guardia Costiera, ho studiato ancora un anno e poi c’è stata la prima nomina, a Napoli. Quindi Roma e adesso Bruxelles». Dove, per altro, ha trovato altre donne. E sì, perché la task-force è in maggioranza femminile. Ma non tocchiamo questo tasto, e quello delle «quote rosa» in Marina, perché il tenente di vascello s’infervora. « tutto normale, normalissimo. Mi rifiuto di pensare che ciò possa ancora costituire elemento di scalpore. Mi fa piacere essere donna, è tutto bello, ma non parliamo per favore di differenze e discorsi simili». Già, parliamo allora del suo lavoro. «Che stiamo svolgendo con grande passione e impegno. E con risultati. Questa presidenza italiana si è distinta nei controlli, ha ricevuto il plauso comunitario. L’esperimento di quest’anno, legato al contrasto della pesca illegale del tonno rosso, ha avuto successo». Viene da chiedersi che fa la task-force e in particolare il suo comandante. «Alla nostra centrale arrivano tutte le informazioni sulle flotte (i pescherecci hanno a bordo, per legge, uno strumento che segnala ad un sistema satellitare la posizione, recepita dalle autorità degli Stati membri). Le analizziamo e poi programmiamo controlli e ispezioni. La novità, rispetto al passato, è che possiamo contare su una vasta forza, uomini e mezzi di tutti gli Stati che hanno sottoscritto l’impegno di far rispettare le norme comunitarie sulle pesca. Così, a seconda della zona, possiamo far intervenire una motovedetta italiana piuttosto che un aereo francese». Il tenente di vascello - che ha per campo d’azione tutto il Mediterraneo e l’Atlantico orientale - va particolarmente fiera di un colpo messo a segno in Italia. «Grazie ad un aereomobile della Guardia Costiera, l’Atr42, siamo riusciti per la prima volta ad individuare tre piccoli aerei da turismo che coadiuvavano attività di pesca illegali. In pratica, avvistavano i tonni e dirigevano sul branco le barche. Siamo riusciti anche a denunciare i piloti». Il gruppo di coordinamento finisce il suo mandato a dicembre: visto il suo successo e l’attualità della materia (è in atto una polemica a Bruxelles proprio sulle quote pesca del tonno rosso: il commissario Joe Borg ha dichiarato lo stop anche in Italia, perché ritiene le abbia superate, il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia si è opposto e ha invocato la Corte di giustizia europea), c’è l’ipotesi che venga riconfermata? «Questo non spetta a me dirlo». In altri termini, che farà il tenente D’Aniello il prossimo anno? «Ma che ne so! Lasciamo perdere, non parliamo di me. Diciamo piuttosto che l’Italia ha fatto la sua parte». E la sua vita privata, la famiglia? «Svolgo un lavoro che mi piace, che mi ripaga…». Nome, grado, matricola. Fabio Pozzo